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Il Piano B è un Pas à deux

Creato il 22 luglio 2012 da Unarosaverde

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E’ il turno di R. di raccontare qualcosa del progetto che ha deciso di intraprendere insieme alla moglie N. Grazie ad entrambi per aver risposto alle mie domande con franchezza, per le pizze buonissime di questi mesi e per le risate. Ragazzi, mi mancherete. In bocca al lupo via blog, in attesa di dirvelo di persona quando partirete.

R., quale è stata la tua prima reazione alla proposta che ti è stata fatta, di trasferirti così lontano e di prenderti in carico la gestione di una guest-house di lusso con ristorante annesso?

Il primo sentimento che mi ha colpito alla notizia della nostra possibile dipartita da qui è stato un sentimento di fiducia, come se improvvisamente la luce in fondo al tunnel fosse apparsa, come se delle possibilità nuove si fossero rivelate. Ora dovete sapere che lo sconforto che opprimeva mia moglie e me era veramente tanto! Non vedevamo alcun modo per poter migliorare la nostra condizione, nonostante i nostri sforzi e il nostro assoluto impegno. Quando sembrava che finalmente fossimo riusciti a risparmiare qualcosa per fare fronte alle nostre esigenze ecco che puntualmente arrivavano nuove tasse, nuovi pagamenti (inps, contributi vari, iva ecc…). Quindi il fatto che qualcuno ci abbia offerto la possibilità di una nuova esperienza è stato per me veramente una rinascita, come risvegliarsi da una spece di torpore dato da un sonnifero che la condizione economica e politica di questo paese continuava a iniettarci!

Quali sono le tue più grandi paure?

Devo dire che grandi timori non ne ho. Ho molta fiducia nell’unione tra me e mia moglie e se siamo riusciti ad affrontare questi anni qui, credo che siamo in grado di affrontare qualsiasi cosa.

Ecco, probabilmente il motivo per cui devo veramente ringraziare l’esperienza qui in valle è che come coppia io e N. ci siamo molto fortificati e attraverso i sacrifici ci siamo molto uniti; credetemi quando si sceglie di condividere la propria vita con una persona, scoprire che con questa si può affrontare qualsiasi avversità, è veramente un dono dal cielo!

Un piccolo timore per me forse viene dal fatto che non conosco a fondo le abitudini alimentari del luogo, ma credo che non un po’ di impegno e una buona dose di fantasia potremo sicuramente fare molto bene.

Quali armi possiedi che invece ti fanno pensare che ce la farete?

Senza ombra di dubbio il nostro punto di forza è la nostra unione e la nostra professionalità! Per quanto mi riguarda sono nella ristorazione da quasi trent’anni, ho delle ottime conoscenze per quanto riguarda la cucina italiana, dai riscontri dati dalla mia esperienza possiedo un discreta capacità nell’arte culinaria in genere e la pizza è per me una ragione di vita!

Sapete fare qualcosa che le persone poi mettono in bocca e dalla quale traggono nutrimento è una grossa responsabilità ma puo’ e deve essere anche un modo per comunicare emozioni; molte volte non servono piatti particolarmente elaborati o complicati, bisogna però mettere tanta passione e tanto amore in cio’ che si cucina perché, secondo me, chi mangia percepisce queste cose e sente, oltre al sapore, l’impegno e la gioia del fare che il cuoco ci mette!!!

Questo è il nostro grande punto di forza: il mio lavoro è la mia vita e la mia vita è il mio lavoro, credo molto in cio’ che faccio e quando prendo una via la perseguisco fino alla fine!

Quali sono le cose di cui nessuno parla quando si sogna sui Piani B e sulle evasioni nei mari del sud?

Tralasciamo le risposte banali: mi mancherà la mia casa, i miei amici, le mie cose…. Non ho quasi mai pensato a questo. La mia casa è dov’è mia moglie, i miei amici, se sono amici ci sono e ci saranno, le mie cose sono solo cose e per la maggior parte ne possiamo fare a meno.

Credo che le cose che nessuno considera veramente sono gli odori, i colori del quotidiano, i suoni ai quali noi siamo abbituati. Andare a vivere in posto come le Seychelles è per me uno sconvolgimento assoluto: io sono un montagnino, non amo particolarmente il mare (figuriamoci l’oceano), ho bisogno di vivere almeno 4-5 mesi all’anno al freddo, ma credo che questa nuova avventura possa essere non solo una sofferenza per la mancanza dei monti o del freddo ma magari una scoperta di un nuovo modo di percepire le cose che mi circondano: i colori dell’acqua, le tempeste tropicali e tutto cio’ che di nuovo trovero’ nell’ambiente “nuovo” che incontraro’. Ma la cosa veramente importante e che mi rende consapevole del fatto che potrò affrontare tutto questo è il fatto che mia moglie sarà con me, lei è e sarà il mio rifugio nei momenti difficili quando sentirò la mancanza delle mie cime o delle mie temperature, lei è la ragione della mia vita e la sua felicità la mia missione vera! Questa nuova avventura accrescerà la nostra unione e, fosse anche solo per questo, vale la pena di essere vissuta!


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