Magazine Cinema
Ben 3 registi accreditati per questa piccola perla del passato che, riporto dal Morandini, "È uno dei primi manifesti teorici e pratici del New American Cinema sull'uso del cine-occhio come strumento di esplorazione della realtà.". Importante rifarsi alle note bibbie dei cinefili quando si "incontrano" film storici come questo. Ashley in realtà è ideatore e sceneggiatore, la Orkin montatrice e Engel, che si è fatto realizzare anche una 35mm portatile appositamente per girarlo, il vero e proprio regista.
Un plot semplicissimo: una donna di (mi pare) Brooklyn, vedova, deve andare dalla madre ed assentarsi 24h. Lascia i 2 figli a casa, il più grande quasi adolescente ha l'incarico di occuparsi del piccolo Joey. Per uno scherzo, di pessimo gusto del fratello maggiore, Joey scapperà ed andrà a Coney Island, località famosa per la spiaggia ed il luna-park fastosissimo (rinomato ancora oggi) e qui, tra giochi e bagnanti, vivrà una sua piccola avventura fino al giorno dopo... e il resto lo lascio alla visione.
Occhio della mdp a volte nell'occhio del bambino, interpretato da un bravissimo Richie Andrusco; altre volte ripreso quasi in stile documentaristico, spesso da vicino alla sua altezza, dove il mondo dei grandi assume una prospettiva che gli adulti stessi dimenticano d'aver avuto, talmente lontana nella propria vita. Il "villaggio dei balocchi" tutto sommato ne esce bene, il bambino viene sì abbastanza ignorato ma anche trattato ovunque con rispetto, è un'osservazione che faccio anche se non è qui il cuore della storia. Il punto centrale è la rappresentazione di un dramma vissuto da un bambino, in una sostanziale anche se non reale condizione di solitudine irrisolvibile, nei suoi tentativi di stigmatizzare la sofferenza stessa.
Musica molto minimale all'armonica, strumento in qualche modo protagonista anche della trama. M'è piaciuta molto, mi ha ricordato quella dei pianisti dei Cinema di inizio dell'arte, che accompagnavano in diretta le immagini durante le proiezioni. Segue fedele le emozioni e la trama del singolo istante, più che una vera e propria armonia.
Vinse il Leone d'argento alla 14ª Mostra di Venezia. Imperdibile.
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