Premesso che Bibby contro Parker non ha molte possibilità, andiamo a vedere la prima situazione.
É esattamente lo stesso posizionamento visto nella prima parte, tra l’altro con gli stessi uomini sul perimetro. Vedete che Hill e Bonner sono invertiti rispetto alla situazione precedente, a testimonianza che nel basket attuale non esistono più le classiche posizioni del passato: quando partiva in quintetto, il Red Rocket veniva messo come “C” - centro, in realtà è un esterno esattamente come George Hill o Gary Neal.
Qui Bibby si posiziona malamente e Parker lo infila dalla parte opposta al blocco. Non è una scelta difensiva, in quanto Dampier è già pronto all’aiuto: l’area è completamente aperta (tutti gli Spurs sono sul perimetro) e deve quindi iniziare un meccanismo di aiuti che porterà sicuramente la difesa Heat in difficoltà.
La scelta degli Heat è quella di aiutare dal lato debole, quindi non con Miller (cioè l’uomo più vicino alla palla) che, come vedete, si preoccupa di andare a chiudere su Hill, ma con Wade (che marca l’uomo più lontano dalla palla). Ecco come gli Spurs eludono l’aiuto: grazie alle spaziature sul perimetro, in particolare sul lato debole. Di particolare importanza la distanza tra Bonner e Neal, il primo a sette metri e mezzo dal canestro, il secondo in angolo, così che James Jones debba fare una scelta su quale giocatore lasciare libero. Continuo a ripetere che il ruolo di Bonner è fondamentale: dieci anni fa il “lungo” in quella posizione avrebbe giocato probabilmente due metri avanti, al gomito dell’area. Quanta meno strada avrebbe dovuto fare Jones in quel caso?
Parker immediatamente serve Bonner, Jones deve fare una rotazione di quattro metri molto difficile e gli Spurs vanno ancora a bersaglio da tre punti. Notiamo che se Jones fosse riuscito ad arrivare su Bonner, Neal nell’angolo avrebbe avuto un grandissimo vantaggio sia per il tiro immediato, sia per una penetrazione sul recupero di Bibby.
Ecco il video, dove si può apprezzare ancora meglio l’incredibile capacità degli Spurs di aprire il campo con il posizionamento dei tre esterni sul perimetro, e come Parker abbia imparato sempre di più a sfruttare la sua creatività a servizio della squadra.
Il francese (come il suo compagno Manu Ginobili) è poi anche in grado di superare l’aiuto del lungo eseguendo il cosiddetto “Split” (cioè passare in mezzo tra bloccante e difensore del bloccante), ponendosi nella condizione di poter ancora una volta attaccare il centro dell’area e di servire a piacimento uno dei compagni sul perimetro.
In questa situazione, la difesa degli Heat (evidentemente maltrattata in questa partita) reagisce in pessimo modo e Parker regala a Jefferson almeno sei metri di spazio.
Ovviamente si può discutere sul ruolo di Bibby e Bosh in queste due azioni difensive, è invece indiscutibile che gli Spurs, da anni, (pensiamo ad esempio ai tiri che si prendeva Bruce Bowen) costruiscano nel posizionamento dei due esterni negli angoli successi e fortune.
Nel prossimo episodio andremo a vedere la storica rimessa dei Los Angeles Lakers, chiamata “What the fuck”, che viene utilizzata da Phil Jackson quando necessita di un tiro da tre punti rapido.