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Il Pomo

Creato il 28 luglio 2011 da Donnaperte
Il Pomo

Mi dico: “Mangio un boccone e vado!”

Ma nel portare la forchetta alla bocca, una strana sensazione mi assale: ho l’impressione di essere osservato fin quasi a sentirmi nudo. La sedia è appoggiata al muro quindi nessuno alle mie spalle. Davanti a me l’orizzonte termina sui pensili della cucina senza alcuna visiva presenza. Sulla sinistra, poi, ho il grosso frigorifero che di occhi non ne ha, mentre alla mia destra….

Appena il tempo di girarmi per rassicurarmi definitivamente sulla mia solitudine che già sono avvolto dal suo sguardo. Lo sguardo intenso e penetrante del mio inseparabile cane, il nobile Duca, rapito tempo fa dal canile.

Le fauci aperte in un latrare silenzioso muovono la barba del muso inumidita da gocce di acquolina che colano silenziose sul pavimento. Con quegli occhi imploranti andrebbe bene per la campagna pubblicitaria della FAO. La zampa destra si posa sulla mia gamba, lenta, ma sicura; preme e indugia, discreta, e discreta rimane ad indugiare. Mi chiama, silenzioso, vuole la mia attenzione, vuole portarmi a capire il suo impellente bisogno, che è poi desiderio, che è già diventata necessità vitale con un nome ben preciso: cibo!

Il mio cibo.

Come vi sentireste se un bambino denutrito (e lui non lo è, denutrito!) vi guardasse così?

La forchetta, che era già oltre il confine della mia bocca, torna lentamente sui suoi passi fino a posarsi sul piatto. Le mie dita sfilano dai suoi rebbi il pezzetto di carne arrostita; la guardo e guardo lui, Duca e le sue mascelle aperte. Sul piatto fa bella vista il resto della pietanza. La guardo e riguardo lui. L’aria si è fatta commiserazione perpetua fin dentro il mio pensiero: “Peso 85 chili, ho un giro vita da far invidia e mangiare solo frutta non potrà che farmi bene”. Ed è un attimo prendere la decisione. Il pezzo di carne vola nell’aria e ricade oltre il tavolo con un leggero rumore accompagnato dal mio grido: “Ciotola, vai!”. Il balzo di Duca non ha nulla da invidiare a qualsiasi gesto atletico olimpionico. E mentre il mio sguardo lo contempla in quel suo “orgasmo alimentare”, rassegnato al digiuno impugno il coltello e disegno girandole di buccia attorno ad una mela. E giro, giro, senza mai staccar col giro, mentre una cantilena antica serve a un poco di conforto: “Una mela al giorno toglie il medico di torno”…

E mentre addento il frutto mi vengono in mente Adamo ed Eva, la loro mela e il loro diverso “godimento” nel consumarla.

E penso a Duca, che se fosse stato il loro cane...

…si sarebbe mangiato il serpente.


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