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Il ponte di corde vegetali di Q'eswachaca, nel Perù, è Patrimonio Immateriale dell'Umanità

Da Rottasudovest
Il ponte Q'eswachaca si trova nella regione del Cusco, nel Perù, a 3700 metri sul livello del mare, è lungo 28,67 metri, a un'altezza di 50 metri dal suolo, attraversa il fiume Apurimac ed è l'ultimo ponte di corda degli Incas, realizzato ancora oggi secondo le antiche tecniche precolombiane. Per questo è stato dichiarato pochi giorni fa Patrimonio Immateriale dell'Umanità dell'UNESCO. Dietro al ponte c'è infatti tutto un universo di saperi antichi e una liturgia arrivati intatti ai nostri giorni. Il Q'eswachaca è realizzato in corde di ichu, un vegetale autoctono delle Ande, e viene rinnovato ogni anno a giugno, con una cerimonia che dura tre giorni e che coinvolge le comunità Ccollana e W'inchiri dei Quehue, eredi dei maestri tessitori. Sono loro i Chacaruwaq, i tessitori del ponte: si occupano di intrecciare le corde di ichu, aiutati dai colleghi delle vicine comunità di Chaupibanda, Chaccayhua e Pelcaro; nelle settimane precedenti all'inizio dei lavori, i raccoglitori delle comunità si preoccupano di raccogliere l'ichu, in quantità sufficienti per la costruzione del nuovo ponte. Il rinnovamento del ponte dura tre giorni, tra il 12 e il 14 giugno. Il primo giorno si realizza una cerimonia all'Apu Quinsallallawi; quindi le donne passano tutta la mattinata a intrecciare le corde; nel pomeriggio sono gli uomini che si incaricano di intrecciare tra di loro le corde sottili intrecciate dalle donne, guidati dal chakaruhac, l'erede delle conoscenze delle antiche tecniche. Quindi gli uomini si dividono in due gruppi, su entrambi i lati del ponte, tendono le corde da una parte all'altra in linea retta, sotto la supervisione del chakaruhac, l'ingegnere inka, che si occupa di controllare la realizzazione della qheswasca, la treccia maggiore, su cui cammineranno i viaggiatori che attraverseranno il ponte. Il secondo giorno è dedicato a togliere le corde vecchie e a legare ai sostegni di pietra le nuove corde, che, una volta bloccate, vengono lanciate da una parte all'altra del ponte. Per questa fase è necessaria quasi un'intera giornata. Alla fine del giorno il ponte conta sulle quattro grandi corde intrecciate che servono di base. L'ultimo giorno è dedicato ai dettagli, ai passamano, anch'essi di corde, che servono per sostenersi durante l'attraversamento. Una volta che il ponte è terminato, viene inaugurato e chiunque può utilizzarlo. Il rinnovamento del ponte, come si vede, porta con sé una tradizione secolare e precolombiana, che contribuisce all'identità culturale delle comunità locali e che è come un omaggio agli antenati di queste popolazioni. Sono almeno 550 anni che il Q'eswachaca viene rinnovato a giugno: e, ai tempi degli Incas, non era neanche uno dei ponti più importanti, dato che apparteneva ai cammini secondari, che collegavano al Qhapaq Ñan, il Cammino Reale dell'Impero. Il riconoscimento dell'UNESCO vuole preservare questa tradizione culturale preispanica e le autorità peruviane, presenti a Baku, nell'Azerbaigian, dove è stato deciso l'inserimento del ponte nel Patrimonio Immateriale dell'Umanità, hanno voluto sottolineare la continuità della tradizione culturale incaica che il Q'eswachaka rappresenta. Una cosa curiosa: il ponte Q'eswachaka, essendo vegetale e mobile, resiste ai terremoti molto meglio dei ponti di pietra importati dai conquistadores.
Il ponte di corde vegetali di Q'eswachaca, nel Perù, è Patrimonio Immateriale dell'Umanità

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