E' da più di trent'anni che si sente parlare del ponte sullo stretto di Messina; molti progetti sono stati selezionati e molti soldi sono stati spesi, ma a tutt'oggi si è visto poco o niente. Ma come dovrebbe essere fatto questo “benedetto” ponte? L'ing. Vincenzo Ciro – Tecnico Progettista – nella rivista “ Automobilismo Reggino” di gennaio 2011 così scrive: “Per quanto riguarda le linee essenziali dell'opera, il progetto prevede la costruzione di un ponte sospeso a campata unica, con una lunghezza di 3.300 metri, che rappresenterà la luce centrale più lunga del mondo, anche se il ponte stesso non è certo il più lungo. L'impalco avrà una lunghezza complessiva di 3.666 metri, tenuto conto della luce delle due campate laterali sospese ed una larghezza di 60 metri. Sarà costituito da tre cassoni di cui due laterali per la piattaforma stradale ed uno centrale per la piattaforma ferroviaria. L'altezza delle due torri verrà fissata a 382,60 metri, al fine di ottenere 65 metri di altezza dal pelo dell'acqua in presenza delle massime condizioni di carico. Il sistema di sospensione del ponte verrà assicurato da due coppie di cavi d'acciaio ciascuno dal diametro di 1,24 metri e con una lunghezza totale tra gli ancoraggi pari a 3.500 metri. Questo ponte sospeso a campata unica dovrebbe essere in grado di resistere senza danni ad un sisma corrispondente al grado 7.1 della scala Rfichter e di affrontare, grazie alle proprie caratteristiche aerodinamiche, venti con velocità superiore a 216 km/h. Insomma, un gioiello della moderna tecnologia “. Fin qui la descrizione tecnica, ma questa imponente costruzione che tipo d'impatto avrà con l'ambiente? Quali danni potrebbe arrecare all'ecosistema? Chi potrà prevedere se le reazioni della struttura, una volta ultimata, rispetteranno i criteri di sicurezza ? A questi interrogativi non credo si possa dare una risposta, solo ad opera ultimata (?) si può avere la prova provata che quanto previsto nella progettazione trovi un riscontro positivo ( ce lo auguriamo! ) nella realtà, nella sua fase operativa. Se avremo la fortuna e il tempo ( noi ultrasettantenni) di vedere realizzato questo “sogno”, la Sicilia e la Calabria si troveranno unite in una sola area metropolitana, con grandi vantaggi per il commercio su gomma e su rotaia con il resto dell'Europa. Chi vivrà, vedrà !!!!!!
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E' da più di trent'anni che si sente parlare del ponte sullo stretto di Messina; molti progetti sono stati selezionati e molti soldi sono stati spesi, ma a tutt'oggi si è visto poco o niente. Ma come dovrebbe essere fatto questo “benedetto” ponte? L'ing. Vincenzo Ciro – Tecnico Progettista – nella rivista “ Automobilismo Reggino” di gennaio 2011 così scrive: “Per quanto riguarda le linee essenziali dell'opera, il progetto prevede la costruzione di un ponte sospeso a campata unica, con una lunghezza di 3.300 metri, che rappresenterà la luce centrale più lunga del mondo, anche se il ponte stesso non è certo il più lungo. L'impalco avrà una lunghezza complessiva di 3.666 metri, tenuto conto della luce delle due campate laterali sospese ed una larghezza di 60 metri. Sarà costituito da tre cassoni di cui due laterali per la piattaforma stradale ed uno centrale per la piattaforma ferroviaria. L'altezza delle due torri verrà fissata a 382,60 metri, al fine di ottenere 65 metri di altezza dal pelo dell'acqua in presenza delle massime condizioni di carico. Il sistema di sospensione del ponte verrà assicurato da due coppie di cavi d'acciaio ciascuno dal diametro di 1,24 metri e con una lunghezza totale tra gli ancoraggi pari a 3.500 metri. Questo ponte sospeso a campata unica dovrebbe essere in grado di resistere senza danni ad un sisma corrispondente al grado 7.1 della scala Rfichter e di affrontare, grazie alle proprie caratteristiche aerodinamiche, venti con velocità superiore a 216 km/h. Insomma, un gioiello della moderna tecnologia “. Fin qui la descrizione tecnica, ma questa imponente costruzione che tipo d'impatto avrà con l'ambiente? Quali danni potrebbe arrecare all'ecosistema? Chi potrà prevedere se le reazioni della struttura, una volta ultimata, rispetteranno i criteri di sicurezza ? A questi interrogativi non credo si possa dare una risposta, solo ad opera ultimata (?) si può avere la prova provata che quanto previsto nella progettazione trovi un riscontro positivo ( ce lo auguriamo! ) nella realtà, nella sua fase operativa. Se avremo la fortuna e il tempo ( noi ultrasettantenni) di vedere realizzato questo “sogno”, la Sicilia e la Calabria si troveranno unite in una sola area metropolitana, con grandi vantaggi per il commercio su gomma e su rotaia con il resto dell'Europa. Chi vivrà, vedrà !!!!!!
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