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Il Potere

Creato il 12 maggio 2011 da Einzige
Il Potere   I. la Storia (o della Modernità)
“strano a dirsi: è vero che i potenti sono stati lasciati indietro dalla realtà con addosso, come una ridicola maschera, il loro potere clerico-fascista, ma anche gli uomini dell'opposizione sono stati lasciati indietro dalla realtà con addosso, come una ridicola maschera, il loro progressismo e la loro tolleranza.
una nuova forma di potere economico (…) ha realizzato attraverso lo sviluppo una fittizia forma di progresso e tolleranza. i giovani che sono nati e si sono formati in questo periodo di falso progressismo e falsa tolleranza, stanno pagando questa falsità (il cinismo del nuovo potere che ha tutto distrutto) nel modo più atroce.”
Pier Paolo Pasolini (Fuori dal Palazzo: p. 96)
II. leone, tigre, leopardo
rispettivamente potere Militare, Commerciale, Agrario. Rappresentati in sembianza feline, comodamente adagiati sui loro troni, sono loro- nel colpo di genio, molto marxiano, di Tretti- a muovere i fili della storia dell’uomo. apparentemente immortali, parlano delle sorti dell’umanità come se ripetessero un copione che conoscono fin troppo bene.
III. albori (età del ferro; epoca romana; epopea del far west)
Il Potereè così che l’Uomo viene restituito al ruolo da comparsa che più gli si addice: il burattino. solo superficialmente padrone di sé e del proprio destino, ma in realtà guidato da istinti (interessi) di cui raramente sembra consapevole. l’Uomo prospera sull’Altro uomo tramite la violenza, con cui si garantisce la sopravvivenza e pure qualcosa in più (all’inizio bastava una gallina, poi…). crea le leggi per dare alla sua violenza una parvenza di legittimità, tradisce sistematicamente chi ha la sfortuna di frapporsi tra lui e il suo obiettivo (sequenza con i pellerossa); elimina fisicamente, infervorato dal furore stesso del proprio egoismo, il nemico (l’episodio di Tiberio Gracco). soprattutto, l’Uomo, questo Uomo, non prova colpa, ché- si sa- lui è dalla parte giusta.
 IV.  Italia, 1919: bibbia e moschetto
Il Poterelunga parentesi sulla pantomima fascista: il biennio rosso- disordini sparsi per la penisola, tra contadini insorti e ex-combattenti insofferenti, la trafila squadrista, l’organizzazione della difesa da parte degli oligarchi borghesi, la venuta dell’uomo del destino (Mussolini, ovviamente) e la “pacificazione” del paese. la (falsa) gloria dell’esercito, il baule di monete d’oro per gli Accordi Lateranensi, la triste avventura abissina. tutto narrato in maniera talmente semplice da rendere la vicenda- se si può- ancor più incredibile e assurda. 
  
 V. il capitalismo usa il tridente: stampa, sport, banche
le armi di distruzione della massa, o meglio di annullamento della massa. il parlamentarismo (squisita finzione della miopia borghese) fa credere all’uomo moderno che ha il controllo, quando non è così. l’uomo moderno, in verità, è un tossico: narcotizzato dagli organi di stampa dominanti (‘tranquilli, ragazzi, va tutto bene!’), assuefatto a jingle, hype e canzoncine che pubblicizzano il consumismo sfrenato (Moblon???), dimentico dei propri diritti e delle proprie libertà fintantoché la squadra del cuore continua a vincere (straordinario il segmento della partita).
VI. perché Tretti fa male
Il PotereTretti è una mina vagante, un anarchico con la cinepresa in mano e le idee ben chiare in testa. succedevano questi miracoli (rari), quarant’anni fa, con opere come questa: ottanta minuti in cui si demolisce il sistema, si mette in discussione con intelligenza le (in apparenza) solide fondamenta della vita all’insegna del Capitale e del Plusvalore. visti da lontano- nelle pellicole di Tretti- sembriamo solo cani che si mordono la coda.
titolo originale: Il Potere
un film di Augusto Tretti
1972

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