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Il potere e la prepotenza

Creato il 19 maggio 2011 da Dallenebbiemantovane

Lo sapevano tutti.
Lo sapeva il suo partito, lo sapevano gli avversari, lo sapevano i collaboratori.
E facevano tutti finta di niente, da anni.
Sì, qualche vocina isolata c'era stata: nel 2007 una giovane giornalista, Tristane Banon, aveva raccontato in televisione di essere andata a intervistarlo e di esserne quasi stata violentata, ma la cosa non aveva avuto nessunissima conseguenza, niente di niente. Non lo aveva denunciato, aveva avuto paura di rovinarsi la carriera. Adesso dice di volerlo fare. Un po' tardi, forse.
C'era stato anche un giornalista francese tignoso (un giornalista che fa il suo lavoro insomma) che aveva pubblicato un saggio sul rapporto tra sesso e potere in Francia: un capitolo, un intero capitolo, era dedicato a DSK. E non era un libriccino alla Vespa, di quelli dove il giornalista-cortigiano si compiace di quanti scalpi sono appesi alla testata del letto del politico. Era un libro serio, che poteva problemi seri.
Aveva detto, DSK: le mie debolezze sono i soldi, le donne e l'essere ebreo; vedrete che mi faranno cadere per una di queste tre cose.
Ora, che a un uomo piacciano le donne è nell'ordine naturale delle cose, come è nell'ordine naturale delle cose che possano piacergli gli uomini o tutt'e due.
Non è un merito, né una colpa. Indipendentemente dall'essere sposati, visto che in molti casi, come in questo, le mogli dei potenti (e anche le altre) tollerano ampiamente.
Come non lo è provarci, esercitare la seduzione, il corteggiamento, che so, mandare fiori o un sms all'oggetto dei propri desideri.
Quello che può diventare una colpa, o meglio, un reato penale e una lesione dei diritti di altri individui è la coercizione. Soprattutto se proviene da una persona potentissima e viene esercitata su persone in evidente stato di asimmetria economica, sociale, politica.
Quello che tutti sapevano non era che le donne facessero a botte per accaparrarsi le grazie del potente di turno: al contrario, si sapeva ampiamente che era lui a perdere la testa e il controllo di fronte alle donne.
Non era corteggiamento, non erano tentativi di iniziare nuove relazioni. Era, banalmente, uso della forza fisica. Convinzione che nessuna avrebbe osato dire di no a lui, così potente.
Figuriamoci una cameriera! Un'americana, che dico, un'africana. Una negra!
Il primo giorno i difensori hanno negato ogni addebito. Il secondo hanno già cambiato linea: "lei era consenziente".
Può anche darsi che sia un complotto, montato ad arte da chi voleva farlo cadere. Ma, come scriveva già Zweig di Maria Antonietta, lo scandalo della collana - dove la regina di Francia fu vittima e truffata - non avrebbe potuto montare così facilmente su un soggetto al di sopra di ogni sospetto, una come sua madre Maria Teresa per esempio.
E resta il fatto che di testimonianze sui comportamenti sessuali violenti e prepotenti del potente Strauss-Kahn ce n'erano da anni, solo a volerle ascoltare.
La prepotenza non ha niente di seducente, niente di amoroso, niente di erotico. E' solo insopportabile. Uno che dice di amare le donne - uno così colto, così intelligente - dovrebbe averlo capito da un pezzo. E invece...
Ma se lui (indipendentemente dal mestiere e dal talento) è un maniaco sessuale, c'è poco da farlo ragionare.
Quello che invece mi irrita è: possibile che nel Partito Socialista francese, tra le donne, spesso potentissime, di quel partito, nessuno abbia mai criticato, stigmatizzato, cercato di isolare un personaggio così vergognoso? Io avrei anche paura di trovarmi in una stanza da sola con un essere così fuori controllo; ma allo stesso modo mi vergognerei di stare nel suo stesso partito (un partito di sinistra, in un Paese come la Francia che alle donne dà vere pari opportunità), di lavorarci, di tollerare i suoi comportamenti, che offendono tutte le donne e quindi anche me.
Ma evidentemente alle sue compagne di partito, finché non violentava loro, andava bene tutto. 


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