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Il prete “businessman” scovato dalle Iene

Creato il 01 febbraio 2014 da Makinsud

Il famoso e popolare programma televisivo di Italia 1 Le Iene non perde un colpo… questa volta con un servizio a dir poco “esilarante” se non fosse per il fatto che il protagonista è un prete dal comportamento alquanto discutibile!

Le Iene

Un prete particolare quello descritto dal servizio di Giulio Golia andato in onda per la prima volta il 26 novembre scorso e del quale ieri sera è stato mandato in onda un secondo servizio. Un servizio dalle sfumature quasi “comiche” se non fosse stata per la descrizione tragica e agghiacciante delle attività gestite da Don  Giuseppe Giuliano, parroco di San Biagio Vescovo Martire a Limatola, un paesino in provincia di Benevento.

Il parroco, nel paese in cui “opera” e “predica” il Vangelo , avrebbe creato un vero e proprio giro d’affari degno dei più abili degli imprenditori.  Avrebbe affittato alcuni appartamenti e negozi in nero, registrando falsi contratti “in comodato gratuito” e per di più minacciato di sfrattare immediatamente gli inquilini morosi, arrivando addirittura a tagliare loro letteralmente la corrente. Tutto qui? Direte voi! Ma che…!!! Don Giuseppe avrebbe addirittura chiesto denaro per suonare le campane durante i matrimoni (compensi extra nell’ordine dei 500 euro per una “tiratina” di campane) e si sarebbe allacciato abusivamente ad un lampione pubblico per risparmiare la corrente per oltre 6 anni, rifornendo gratuitamente tutti gli impianti della parrocchia. Il prete businessman (come è stato ribattezzato nel servizio delle Iene) inoltre, possiede un ampio parco auto d’epoca che negli ultimi mesi ha cercato di vendere, in quanto gli affari sugli affitti di quest’ultime alle coppie di sposi che ne facevano richiesta, non era abbastanza remunerativo. Un prete che vive in una villa e che ama viaggiare. Sempre secondo Le Iene, Don Giuseppe avrebbe garantito anche finte residenze nei suoi appartamenti dietro compenso.

Il prete “businessman” scovato dalle Iene

Ma la cosa più sconcertante di tutte è che il prete, dopo la visita de Le Iene, avrebbe minacciato di sfratto la famiglia in affitto presso la parrocchia che ha fatto le dichiarazioni a Golia, qualora non avessero smentito ai giornalisti le parole dichiarate nel servizio precedente. La ragazza intervistata ha dichiarato che il prete ha riferito le seguenti frasi:  “Se volete rimanere dovete firmare un foglio dove sta scritto che quelle cose che avete detto sono solo bugie e che voi Iene ci avete pagato per dire quelle cose, e invece non è vero“.

Alla fine del servizio Don Giuseppe viene intervistato da Giulio Golia, gli vengono “notificate” tutte le attività per così dire “equivoche” ma ovviamente ha respinto ogni accusa, lamentando addirittura l’insolvenza di alcuni inquilini della parrocchia  e sottolineando il suo “umile” ruolo di educatore.

Don Giuseppe si difende anche attraverso il social network Facebook dove, con mio grandissimo stupore, ha anche raccolto diversi post di stima e di affetto da parte dei suoi concittadini, i quali si dichiarano stupiti e increduli per l’accaduto. Nei suoi post il prete parla di “mediaticità facile e contorta”, di “servizio ben architettato dalle Iene” e di  “Estrapolare da un discorso logico una parola o frase e montarla a proprio piacimento, capite bene che ne viene fuori tutto un altro discorso”. Di “diabolico”, per quanto mi riguarda, nel servizio delle Iene purtroppo risultava solo il “disegno” di Don Giuseppe, un disegno connotato  di avidità ed egoismo, fuori da ogni logicità e dogma caratterizzante un uomo che dicasi “uomo di chiesa” e “rappresentante di Cristo”, ma soprattutto privo di qualsiasi traccia di carità cristiana.

Secondo quanto scrive sulla sua bacheca, ci sarebbero “diverse ore di conversazione registrate che ridotte per lo scopo, non hanno e non dimostrano l’originale logicità”. “Chiederò alla Magistratura - scrive Don Giuseppe - di avere la registrazione completa e alle Iene di mandarla in onda così vi renderete conto della veridicità delle cose”.

In un post di ieri, comparso sempre su Facebook, secondo il sacerdote, nei giorni scorsi sono state recapitate lettere negative sulla sua reputazione sia in Vaticano che a Mons. Angelo Spinillo, vescovo di Aversa e reggente della diocesi di Caserta. Segnalazioni dalle quali pare ne sia scaturita la richiesta ai parrocchiani di scrivere “una lettera di stima nei suoi confronti” da spedire in sua difesa.

La sottoscritta, personalmente, attende con curiosità la messa in onda per intero delle registrazioni fatte (se mai dovesse accadere) anche solo per  poter dare un giudizio perlomeno obiettivo e con completezza di informazioni ma ad oggi, caro Don Giuseppe, da umile peccatrice quale sono e che fin da ora si “cosparge il capo di cenere” per il peccato che mi accingo a commettere ”giudicandola“, mi sento di scrivere che un buon cristiano (ma anche non) di certo sa che l’AVIDITA’ è uno dei 7 peccati capitali (tra i più gravi oltretutto) e che di certo questa non è la VIA che conduce al Paradiso.

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