15/02/2016
Risulta attivo dal 9 febbraio, secondo l'informativa degli uffici comunali, il primo sportello anti-violenza dedicato alle donne, presente nel territorio di Torre Del Greco.
L'iniziativa è stata resa possibile grazie ad un finanziamento della Regione Campania e la gestione del Servizio è stata affidata alla Cooperativa Domi. Lo sportello d'ascolto è ubicato in viale Sardegna con tre ore di apertura quotidiana, dalle 9,00 alle 12,00. Il gruppo di lavoro impegnato nel progetto si compone di psicologa, psicoterapeuta, avvocato, educatrice professionale e sociologa ed infine personale deputato ad orientare al lavoro le utenti del servizio, ove richiesto e ritenuto necessario.
L'emancipazione economica delle donne vittime di abusi rappresenta infatti un aspetto rilevante in rapporto alla progettazione di un futuro familiare libero da persecutori: a questo riguardo sono state istituite cinque borse-lavoro nell'ambito del piano sociale di zona per il 2016.
Nella informativa del Comune viene garantito l'anonimato alle donne che fanno ricorso allo sportello d'ascolto e viene anche offerta l'opportunità di segnalazione e/o richiesta telefonica, attraverso una linea specifica e dedicata dai servizi sociali di zona al numero 081.8812361.
Il progetto di assistenza dovrebbe comunque includere il momento dell'ascolto, quello del supporto psicologico, anche attraverso gruppi di self-help, nel cui ambito sia possibile comunicare e confrontare le proprie esperienze e quindi quello dell'assistenza legale e dell'aiuto alla emancipazione economica.
Il nostro è un territorio fortemente a rischio a causa di una secolare sottocultura intensamente sessista, perciò la presenza di un centro anti-violenza è da valutarsi positivamente in ogni caso, ma, benché a sei giorni dall'attivazione del Servizio, non sia possibile fare alcun bilancio, va rilevato che l'iniziativa fino ad oggi non sembra sia stata abbastanza pubblicizzata: per ora non abbiamo visto locandine nelle strade o in altri servizi pubblici fruiti dalle donne: è improbabile che una donna maltrattata, magari appartenente ad un'areo sociale culturalmente deprivata, consulti il sito on line del Comune, ma se lo facesse, dovrebbe fare i conti con l'omissione del civico di viale Sardegna, circostanza che obbligherebbe la eventuale utente a chiedere in giro ai negozianti del luogo:
"scusi mi sa dire dove è il centro anti-violenza?".
Personalmente faccio un po' fatica ad immaginarlo, così come forse altri fanno fatica ad immaginare l'isolamento, lo stato di intimidazione e lo smarrimento vissuti da una persona abusata...