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Il primo giorno di primavera

Creato il 07 marzo 2013 da Valeskywalker @valeskywalker
Il primo giorno di primavera Premessa (non particolarmente utile allo svolgimento del post, ma mi andava di farvi partecipi)
Da lunedi' il tempo era cosi' tanto bigiofreddoumido che non me la sono sentita di uscire di casa in tenuta mater trasportatrice di due pargole tanto belle quanto pesano
E poi tra la Crisi di Acetoni ( a 33 anni, lo so, una vita legata a doppio filo col Biochetasi) ed il Montezuma da stress post-trauma (il Senator con il febbrone mi ha sconvolto assai, anche se li' per li' ho fatto la dura rassicurandolo che andava tutto bene, cosa vuoi che sia delirare per ore in un misto di inglese polacco russo francese italiano e tedesco?), fino a ieri mi sentivo uno straccio.
Quindi, tra il tempo atmosferico ed il tempo gastrointestinale, non ho nemmeno avuto voglia di  scendere con loro a buttar il pattume, al piano seminterrato. Potete giudicarmi un caso clinico di  materna apprensivita', ma se poi rimango chiusa in ascensore mentre loro sono sole in casa e il Senator e' a Houston?
Di solito porto giu' la poubelle ( la lingua francese e' davvero sublime nel nobilitare la monnezza che  diventa quasi  piu' bella ) ad inizio uscita, ma in mancanza della medesima, approfitto del tempo freddamente infame per mettere i sacconi neri olezzanti del dna delle double ice sul terrazzo: si congelano, smettono di puzzare e restano in attesa che il Senator torni o che qualcuno mi venga a trovare per lasciare le bimbe custodite oppure che il tempo sia piu' clemente e mi decida ad uscire.
Svolgimento
I segnali che oggi fosse un giorno diverso ci sono stati dal mattino:
Acetoni e Montezuma debellati , con il piacevole bonus di rivedere sulla bilancia il peso pre-Meraviglia.
Visita della mia Amica italiana di qui, che sei mesi fa mi sarei trasferita senza lasciar nulla qui se non un po' di malinconia per questa casa, e invece lei mi manchera' davvero tanto anche se so gia che e' una di quelle amicizie che superano i km e i tempi tecnici.
E quando lei e' andata via, mi sono resa conto che di colpo fuori c'era il sole caldo, all'ora in cui tutti i bambini sperano che ci sia il sole caldo per uscire fuori a giocare.
Erano mesi che il giardino condominiale non riecheggiava di risate e schiamazzi bimbeschi (e delle chiacchere delle mamme in sottofondo).
La Meraviglia ha provato per la prima volta l'altalena  per minibimbi e alla terza dondolata si e' addormentata li' dentro, come un pulcino dentro un mezzo guscio d'uovo.
La Viatrix si e' messa a decapitare margherite, correre a cercare bastoni di legno e a ruzzolare con tutti i petits voisins, come non accadeva dall'ultimo sole caldo di novembre.
Ed e' in questa cornice bella quanto normale del vivere comune di questo condominio nel paesello francese quasi svizzero che oggi e' successo qualcosa di inaspettato.
Le mie vicine, sono sempre state estremamente cortesi, gentili, d'aiuto pratico, disponibili a consigliarmi agli inizi della mia prima maternita', quando attingevo annaspante e disperata alla loro esperienza di plurimadri: sono sempre state anche molto riservate.
Non so se siano cosi' i francesi in generale o la gente di qui, ma riescono a essere gentilissimi, chiaccheroni e tenersi tutti i loro sentimenti ed affari propri per se'.
Oggi no, oggi mentre spingevamo le altalene come altre mille volte  in questi  quasi cinque anni che abito qui,  mi hanno detto che gli dispiaceva che me ne andassi perche' tu es une femme d'endurance,toujours pleine d'amour pour la vie. 
Ci sono rimasta cosi' secca, balbettante ed emozionata che mi sono persa con precisione tutte le altre cose bellissime che mi hanno detto dopo questa frase.
Pero' dal seguito di parole mi sono resa conto che loro in questi quasi cinque anni mi hanno visto per davvero.
Non solo mi hanno portato con l'auto le borse della spesa quando mi hanno incrociato tornare a piedi da Leclerc, non solo hanno dato sempre un occhio all'appartamento quando le tapparelle erano abbassate per settimane perche' il Senator era via per lavoro e io tornavo in Italia, non solo mi hanno prestato un litro di latte la domenica sera. Loro hanno visto tutta la mia gioia dell'essere moglie, figlia, madre, e anche tutta la mia fatica con quelle mille borse della spesa appese ai manici del passeggino, con tutte quelle valigie piene di cose lavate in partenza e da lavare al ritorno, con tutti quegli ospiti che andavano e venivano,  con i pianti notturni della Viatrix mentre la mia seconda panciona lievitava al calore estivo.
Non mi offrivano aiuto pratico solo per gentilezza, loro sapevano come stavo, realmente: felice ma quasi sempre tirata al massimo delle mie forze. E non c'era bisogno di dirlo prima ma oggi era il momento giusto, parce que c'est important que tu sois quelle femme es tu.
Ed e' cosi' che oggi e' stato il primo giorno di primavera dell'anno duemilatredici.

(Si ho buttato anche i tre sacchi di poubelle,prima di scendere in giardino)


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