Magazine Diario personale
E ce n'avrei di cose da dire, dopo una giornata passata, ieri, nel reparto di chirurgia pediatrica di uno degli ospedali più grandi d'Europa (dicono). Potrei parlare dell'(apparente?) cinismo dei paramedici, abbrutiti da turni disumani. Della contraddizione fra la recente ristrutturazione degli impianti e la cronica disorganizzazione delle procedure - bambini convocati a digiuno alle 7,30 della mattina e lasciati così fino all'intervento, effettuato alle 17,30. Della leggerezza con cui i medici dispensano risposte ed informazioni potenzialmente inquietanti a mamme comprensibilmente già in panico. Potrei parlare di tutto questo e lamentarmi, con molte ragioni. Ma mi è tornato in mente qualche posto che ho visto e qualche altro di cui ho letto e, tornando a casa con mio figlio, dolorante ma in buone condizioni, mi astengo. Non è che mi senta in colpa ad avere avuto la fortuna di nascere sull'emisfero meno sottosviluppato, è che penso che se mettessi quella stessa energia per dire o fare qualcosa a favore di chi sta peggio, bè, sarebbe più utile, forse. Quindi risparmio il fiato telematico per una migliore occasione e una migliore causa.