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Il problema non è “nucleare si – nucleare no”, ma come eventualmente sostituire il nucleare

Creato il 20 settembre 2010 da Lorenzo_gigliotto

Ma si può continuare a parlare contro una tecnologia come quella nucleare solo nel modo ideologicamente contrario e preconcetto come ha fatto Riccardo Iacona nella trasmissione Presa Diretta (Rai3) domenica sera?

Non esistono tecnologie senza problemi di qualche tipo. La cosa vale per il nucleare, come per il carbone, il petrolio, il gas e anche le rinnovabili. Ma è possibile giustificare una trasmissione che si rivolge a milioni di italiani, in una fascia di alto ascolto, e che prende solo alcuni singoli problemi per generalizzarli come male assoluto, senza alcun confronto critico, senza alcuna discussione?

Tanto più che la trasmissione di Iacona, pur evidenziando aspetti problematici innegabili (che peraltro nessuno nega), di sciocchezze ne ha dette parecchie. Ma chi può ora far venire qualche dubbio su quelle sciocchezze ai milioni di italiani che la trasmissione hanno seguito senza disporre di adeguate conoscenze sul nucleare?

C’è un punto che Iacona si è guardato bene dal toccare e che è invece fondamentale. E cioè: come soddisfare la domanda di energia del pianeta? Non con il nucleare, certo, ma con che cosa?

Siamo più di 6,8 miliardi di persone, di questo pianeta. Di cui almeno 1,5 miliardi non ha mai acceso una lampadina, né può farlo perché non dispone di energia elettrica. Altri 3,5 miliardi hanno consumi talmente bassi che noi italiani non riusciamo neppure a immaginare.

Queste persone hanno diritto ad uno sviluppo che gli consenta di avere consumi di energia elettrica non certo come i nostri, ma almeno pari alla metà dei nostri?

Se la risposta è si (attenzione, non per tutti gli abitanti del mondo, ma solo per i 3,5 miliardi dei Paesi emergenti) la produzione di energia elettrica dovrà molto più che raddoppiare. Ci può dire Iacona con quali tecnologie e a quali costi? Solo con il carbone? Solo con le fonti rinnovabili?

In tutti i Paesi del mondo (tranne che in Italia, a giudicare da trasmissioni come quella di Rai3) c’è la piena consapevolezza che per soddisfare la domanda di energia di 7 miliardi di persone occorrono tutte le tecnologie possibili. Sole, vento, acqua, biomasse e altre rinnovabili, carbone, gas, petrolio e nucleare. Come pure c’è consapevolezza che tutto ciò non basterà. Occorrerà anche sviluppare nuove tecnologie e percorrere nuove vie di sviluppo. Che fortunatamente ci sono, sempre che non siano eccessivamente ostacolate da chi riesce a vedere solo rischi per la propria comoda vita che a nessun costo deve essere messa in discussione.



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