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IL PROCESSO. Ma non è Kafka, solo Mr. B

Creato il 28 marzo 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
IL PROCESSO. Ma non è Kafka, solo Mr. B È iniziato di buon’ora il B. Day. Ma invece che in Normandia, Silvio sbarcherà alle 10 in punto al Tribunale di Milano, aula “Sezione 1 Penale”. Il copione è già stato scritto con Niccolò Ghedini con il quale ha trascorso la domenica (sai che palle!) e studiato nei minimi particolari, anche se l’udienza di questa mattina del processo Mediatrade, non prevede dichiarazioni né domande all’imputato Silvio Berlusconi: udienza “tecnica”. Ci siamo rifiutati di ascoltarlo questa mattina a “La telefonata”, con Maurizio Belpietro su Canale 5, perché non vogliamo rovinarci la giornata, sono 17 anni che  Silvio lo fa e ogni limite ha la sua pazienza. Poi non lo abbiamo ascoltato perché siamo convinti di sapere quello che avrebbe detto: “Mi volevano in tribunale? Eccomi. Non temo nessuno, non ho paura di nessuno perché sono innocente come un bambino e immacolato come un giglio. Anzi, sono un perseguitato politico da quando ho deciso di scendere in campo contro i comunisti che ci sono ancora e che senza di me minerebbero la struttura sociale della nostra bella e cattolica Italia. Contro di me accuse risibili e infondate che provvederò a smontare personalmente una ad una per sbugiardare le toghe rosse golpiste e figlie di puttana. Farò vedere agli italiani di che pasta è fatto Silvio Berlusconi sottoposto a gogne mediatiche da parte dei giornali bolscevichi finanziati da Mosca, cioè no, da Mosca no, c’è il mio amico Vlady che non farebbe mai una cosa del genere. Finanziati da Cuba, ecco, da Cuba, con i soldi del petrolio cubano e quelli guadagnati illegalmente con il Rum e con gli Avana. Dimostrerò, prove alla mano, la mia totale innocenza e i giudici dovranno pagare carissimo, anche con la fucilazione alle spalle, lo sgarro nei miei confronti. Ho predisposto un piccolo bunker a Villa Certosa, lì espieranno le loro malefatte a colpi di scudiscio prima di essere passati per le armi”. Ma Silvio, Ghedini, Bonaiuti, Mario Mantovani e la Danielona Santanchè, hanno predisposto la claque di vecchi rincoglioniti e pensionati in libera uscita da Villa Sorriso che lo accoglierà davanti al tribunale e lo seguirà, al grido di “Silvio eia eia alalà”, fino all’ingresso dell’aula del tribunale e non dentro perché sarà un processo a porta a porta chiusa. I giudici, infastiditi dalle urla che dovrebbero continuare per la durata dell’udienza, ad un certo punto daranno ordine ai carabinieri di accompagnare (come è già successo)i vecchietti fuori dal tribunale dove, accolti da Piero Ricca, saranno costretti a risalire sull’autobus Gran Tour, messo a disposizione dal Pdl lombardo, e fare ritorno alla loro flebo quotidiana di barbiturici. All’uscita dal palazzo di giustizia, il tribuno Marco Antonio Berlusconi non terrà nessuna orazione funebre su se stesso, ma la pronuncerà per i giudici ai quali, nel frattempo, ha augurato una lenta agonia bucando con l’ago la bambolina voodoo che li ritrae. Per tutta la giornata continuerà il bombardamento mediatico di Silvio che, attraverso il telefono, occuperà militarmente tutte le trasmissioni televisive: “Occhio alla spesa”, “La prova del cuoco”, Tg1, “I fatti vostri”, Tg2 Costume e società”, “Medicina 33”, “Notizie sul traffico”, “Forum” (la trasmissione di Rita Dalla Chiesa dalla quale gli italiani hanno saputo che L’Aquila è stata interamente ricostruita), Tg4 Meteo”, “Mattino 5", “Pomeriggio 5”, “Chi vuol essere milionario”, “Striscia la notizia” e, dalla Casa, al “Grande Fratello”. E non c’è mica tanto da scherzare perché se non andrà proprio così, quello che abbiamo scritto è molto vicino alla realtà. Come vicina alla realtà, anzi lo è, è che Silvio intende bloccare un’altra volta tutti i talk-show politici, Ballarò, In mezz’ora, Annozero, Porta a Porta (Paragone lo lascia in onda tanto non lo segue manco la mamma) ad iniziare dal 6 aprile con la scusa ufficiale delle elezioni amministrative di Maggio e la ragione vera che è quella di stendere una cortina fumogena sul processo Ruby. La strategia è sempre la stessa: oscurare le trasmissioni “critiche” e furoreggiare sulle altre, quelle adatte a un pubblico meno impegnato che va dall’autista ubriacone leghista di Brescia alla casalinga di Abbiategrasso. A proposito di televisione, gira da qualche ora la notizia che Mauro Masi sarà fatto fuori dalla Rai. In due anni non è riuscito a licenziare Santoro, chiudere Parla con me, non mandare in onda Vieni via con me, ridurre al silenzio Floris e la Gabanelli e censurare pesantemente Luciana Littizzetto a Che tempo che fa. Per lui pronto un posto alla Snam. Masi smentisce ma la notizia sembra confermata, al suo posto Harry Allen, meglio conosciuto come l’ultimo boia di Londra (è morto da qualche anno, ma va bene lo stesso).

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