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IL PROF. MERLINO E LE MERAVIGLIE DELLA MATEMATICA (1ª PARTE)

Da Leonardo Petrillo @92sciencemusic
Drin, drin.
Erano le 6, la sveglia incominciò a suonare come programmato.
Il giovane Leo sobbalzò giù dal letto, risvegliato da quel suono squillante ed acuto.
Si preparò in fretta per recarsi a scuola; lo aspettava il suo primo giorno del 5° anno di liceo scientifico.
All'entrata dell'edificio scolastico ritrovò i suoi amici, leggermente agitati per quello che sarebbe stato probabilmente l'ultimo primo giorno di scuola.
Leo cercò di tranquillizarli e insieme si diressero all'interno della scuola, in cerca della loro aula.
Una decina di minuti dopo tutti gli alunni erano seduti sulle loro sedie, chiacchierando a voce alta, finché non comparve il preside Schiftino, uomo di statura bassa e dalla testa rasata, che i ragazzi avevano soprannominato il Tyrion Lannister calvo, ispirandosi alla nota serie televisiva Game of Thrones.
IL PROF. MERLINO E LE MERAVIGLIE DELLA MATEMATICA (1ª PARTE)
Il preside riportò la situazione all'ordine e dopo i classici convenevoli del primo giorno di scuola si premurò di presentare alla classe il nuovo professore di matematica, il prof. Trinciamucche.
All'improvviso attraversò la porta d'ingresso dell'aula un alto uomo di mezza età dalla folta capigliatura nera e dalla robusta corporatura; sembrava più un atleta che un insegnante.
Il suo sguardo penetrante e arcigno non prometteva nulla di buono!
"Ragazzi vi lascio nelle mani del vostro nuovo professore, sono sicuro che vi troverete bene" esclamò ad alta voce il preside, che abbandonò l'aula.
Mai parole furono più errate.
"Ragazzi, come vi ha già preannunciato il preside, sono il prof. Trinciamucche, il vostro nuovo professore di matematica. Partiamo subito con un test d'ingresso!" disse il professore.
"Avete soltanto un'ora e mezza per completarlo, poi ritirerò i fogli" puntualizzò.
Menomale che doveva essere solo un test d'ingresso: i ragazzi si trovarono di fronte argomenti mai affrontati in classe negli anni precedenti.
Ad un certo punto si udì la voce di un alunno: "Professore, ma noi le matrici non le abbiamo fatte in maniera approfondita. Come possiamo svolgere un test con argomenti fuori dal programma?".
"A me non interessa quello che avete fatto o no. Questi sono i prerequisiti da me richiesti, adattatevi. Vengo pagato per fare questi stupidi test d'ingresso, altrimenti dedicherei la mia brillante mente a ben altre cose. Ah, non aspettatevi che rispiegherò i suddetti argomenti per voi, ho un programma da seguire, non i capricci di ragazzini ignoranti. Se avete lacune e sicuramente le avete, colmatevele da soli. Studiate e state muti" asserì il prof.
I giovani ritornarono nelle loro case irritati e sconcertati dal comportamento del loro prof.
Leo in particolare era rimasto particolarmente scosso, giacché a lui la matematica piaceva davvero tanto e non riusciva a concepire perché venisse insegnata in quel modo barbarico, alimentando l'odio per la disciplina da parte dei suoi compagni.
I giorni seguirono e lezioni del prof. risultavano noiose, incomprensibili e perfino piene di minacce.
Ad esempio, al momento della riconsegna di un compito in classe, il professore si adirò perché un allievo aveva osato utilizzare un metodo diverso di risoluzione di un problema rispetto a quello da lui spiegato in classe.
"Voi dovete studiare e applicare solamente quello che illustro io. Non ammetto che vengano usati metodi alternativi. Ci siamo capiti? In caso contrario, la bocciatura è assicurata" disse il prof. con tono duro.
Leo non ne poteva più di questo atteggiamento; un giorno prese coraggio e mentre il prof. cercava di spiegare il teorema di Lagrange, il giovane domandò: "Mi scusi prof., ma chi è Lagrange? Sono certo che lei lo sappia bene".
"Ragazzino insolente, vi ho detto che c'è un programma da seguire e non ho tempo, né voglia di rispondere a queste banali domande" rispose l'insegnante.
"Mi permetto di contraddirla prof., ma non è un quesito banale. È una domande lecita e pertinente all'argomento trattato. I ragazzi sarebbero maggiormenti interessati se venisse spiegato loro com'è nato un certo teorema, quali sono le sue applicazioni, magari anche concrete, e non solo studiare a memoria l'enunciato e la dimostrazione. Così come lei sta illustrando, in modo peraltro non molto chiaro e comprensibile, sembra che quel teorema sia nato dal nulla, invece è frutto di una grande mente italiana, Giuseppe Lodovico Lagrangia, detto Lagrange." disse Leo.
"Basta, adesso le metto una bella nota sul registro e la mando dritto dal preside per la sua insolenza!" fu la risposta furiosa del prof. "Mi raccomanderò che lei riceva una punizione severa".
Il preside era un uomo tutt'altro che autoritario; si lasciava plagiare alla stregua di una marionetta dagli insegnanti, a maggior ragione se essi risultavano così imponenti.
"Ragazzo, ma cosa hai combinato? Perché rivolgersi in quel modo al gentile e disponibile prof. Trinciamucche? Purtroppo non ho altra scelta che sospenderti per 5 giorni. Tali comportamenti vanno puniti con forza, affinché siano di insegnamento a tutti gli altri alunni." esclamò il preside con voce tremante.
Il fato volle che durante quei 5 giorni accadde un avvenimento che cambiò le carte in tavola: il prof. rimase coinvolto in un incidente con la moto, fratturandosi seriamente una gamba.
Se umanamente poteva dispiacere che una persona avesse subito un incidente così grave, d'altro canto questo evento era stato provvidenziale per gli studenti.
L'assenza di Trinciamucche poteva rappresentare soltanto qualcosa di positivo, ma le buone novelle non si conclusero.
Un celebre modo di dire afferma che si può passare dalle stelle alle stalle; quello che invece accadde in tale occasione fu l'esatta antitesi.
Colui che venne prescelto per sostituire il prof. Trinciamucche fu il prof. Merlino.
Mai nome fu più azzecato, dato che con la sua lunga e fitta barba bianca poteva benissimo essere scambiato per un sosia di Albus Silente - preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts della saga letteraria di Harry Potter - o mago Merlino.

Il nuovo stravagante prof. di matematica si presentò alla classe il medesimo giorno in cui il periodo di sospensione di Leo era terminato.
Il ricordo delle lezioni del prof. Trinciamucche era ancora vivo e vegeto nelle menti dei giovani studenti, ma l'atteggiamento calmo, dolce e pacato del nuovo insegnante conquistò subito i ragazzi.
Anche il suo modo di insegnare era completamente diverso rispetto a quello del suo acido collega.
La lezione inaugurale cominciò con una domanda che colse tutti di sorpresa: "Ragazzi, secondo voi c'è matematica nel gioco?".
"In che senso professore?" chiese un allievo sollevando una mano.
"Voglio dire, voi ragazzi di oggi adorate navigare su internet, gironzolare per i social network, giocare ai videogames, guardare le partite di calcio, ecc. ma vi rendete conto di cosa stia alla base delle vostre attività ludiche? Ebbene sì, proprio la Matematica. Non ci credete? Cercherò di dimostrarvelo e cercherò durante le mie lezioni di farvi scoprire la bellezza di tale disciplina, una bellezza incommensurabile. Forza, uno alla volta datemi qualche esempio di videogame che vi appassiona".
Incominciarono ad essere esclamati una serie di titoli di genere diverso, da FIFA 2014 a The Last of Us, da Mass Effect 3 a Ruzzle, da Candy Crush a Diablo 3.
"Ecco quest'ultimo è davvero ricco di matematica!" affermò il prof. 
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Questa è la prima parte di un racconto dedicato alla tematica "La matematica che vorreste vedere a scuola", tema portante del Carnevale della Matematica n.74, che sarà ospitato da Maurizio Codogno sulle Notiziole di .mau.

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