“Il Profumo del Loto”, a cura di Sonia Demurtas, raccoglie poesie di vari autori nazionali ed internazionali. L’antologia, nata dalla volontà della poetessa Demurtas, raccoglie una varietà infinita di sensazioni, amori, desideri e dolori dei vari poeti che vi hanno partecipato. Di seguito una delle poesie finaliste del concorso di poesia “Fior di Loto“, e altre due edite inserite nell’antologia.
In sogno
E fu, che ad un tratto, una donna prese per mano
un giovane uomo, lo prese in un tempo cattivo e lo avvolse
di un’inspiegabile legame eterno, di misterioso amore non appartenente
alla gente di questa terra, di un amore magico.
Lo inondò totalmente di una vergine femminilità,
scuotendo fortemente quell’animo impietrito dal dolore del tormento.
Gli unse il petto con oli profumati e curò le sue fragilità e le sue paure
con il suono della voce.
In sogno, alla nascita della notte,
lo accoglie fra le sue braccia, dentro il suo corpo lo ama
di mesta passione, di malinconico piacere, di diabolica privazione della carne.
Per un incantesimo del male, in sogno, solo in sogno.
E fu, che ad un tratto, un giovane uomo tese la mano ad
una donna, la prese in braccio e la depose su un talamo in fiore,
la guardò a lungo e le parlò di poesia.
La considerò sua e le consegnò l’anima mentre tutto intorno, l’invidia tormenta
per quel sentimento ignoto, non umano.
La trovò in un tempo umile e se ne prese cura, le presentò l’amore amato,
ed in una coppa di cristallo le offrì la vera essenza della passione
e del desiderio.
In sogno, alla nascita della notte, la raggiunge, le dona il suo corpo e la sua potenza,
nella danza delle membra del calore dell’orgasmo la inebria.
E fu, che ad un tratto, all’alba del nuovo giorno,
due figure si presero per mano, due mani vere si toccarono, realmente,
e si incamminarono verso il mare.
Nel suo ventre, l’amore che cresce: la vita!!
Autore: David Crucitti
Corpi vaganti
Avverrà che per inerzia
o trasgressione, il mio corpo
si staccherà dall’anima e
vagherà ignaro per i crocicchi
dell’irreale e del peccato.
Al calar dell’ombra due
figure oscure mi avvicinarono,
ed al passar dell’Immenso
si prostrarono alla sua maestà
e non osarono toccarmi.
Mi specchiai nel lago
della vita e mi vidi,
osservai attonito
le forme del mio corpo
e i tratti del viso.
Al suo ritorno, il corpo
cercherà la sua anima,
ma non la troverà.
Comprenderà l’abbandono,
e rialzatosi, s’incamminerà
alla ricerca di se stesso.
Sono io, ma non mi riconosco,
sono io e non mi accetto.
Quando mi troverò, allora
forse, ricorderò chi sono.
Autore: David Crucitti
Fragilità umana
Mi fu chiesto di guardare,
ma impietriti gli occhi
si negarono, preferirono il buio
all’umile fragilità umana.
L’infinito vuoto del
distacco s’impadronì della
mia giovinezza,
ed il cancro dell’anima
avvolse il mio cuore.
Mi fu chiesto di parlare, ma
serrate, le labbra si unirono
al mio dolore e mi
preservarono da me stesso.
Non tornai mai più indietro,
neanche la mia mente
osò tanto al cospetto del rifiuto
del ricordo, innanzi
alla semplice scelta di non
morire ogni giorno.
Mi fu chiesto di guarire,
due voci lievi
mi chiesero di tornare,
di ritornare a sorridere, a vivere.
In una fresca sera d’estate,
ad un tratto, avvenne che i miei
occhi si aprirono a godere
del tramonto, e la mia bocca
si consegnò al sorriso.
Al ricordo dell’umile
fragilità umana,
sorrisi a lungo, sorrisi, ed accettai
la vita dopo la morte.
Autore: David Crucitti