Magazine Informazione regionale

Il programma di 'Fermare il declino': Italia paese civile

Creato il 22 novembre 2012 da Bernardrieux @pierrebarilli1
A destra si sente un silenzio assordante e a sinistra poche idee (nuove), ma confuse. Finora, solo Fermare il Declino, presenta una chiara e coerente visione del paese e dell'agenda politica.

Fermare il declino"Cambiare politica, tornare a crescere

Fermare il declinoLe elezioni politiche si avvicinano inesorabilmente e l'atmosfera comincia a surriscaldarsi. I temi all'ordine del giorno sono i soliti: legge elettorale, programmi e candidature. Sulla prima si inizia a vedere qualche luce, per le candidature è ancora troppo presto. Parliamo dei programmi. Attenzione, però, non mi riferisco alle migliaia di pagine scritte dai funzionari di partito o da qualche intellettuale arruolato per l'occasione, mai lette da nessuno e immediatamente cestinate il giorno dopo le elezioni, ma alla concezione del mondo - quella che con un felice termine tedesco viene chiamata Weltanschauung.
Finora, solo Fermare il Declino, presenta una chiara e coerente visione del paese e dell'agenda politica. Al di là delle ormai ben note ricette economiche per uscire dalla crisi (riduzione del debito pubblico, tagli alla spesa pubblica, meno tasse, privatizzazioni, liberalizzazioni, efficienza della giustizia, meno sussidi e più incentivi per i disoccupati, ecc.), vi è infatti un disegno di ampio respiro. L'intento è di (ri)costruire un paese civile intorno ad alcuni valori fondamentali non solo economici, ma anche e soprattutto sociali. Un paese cioè nel quale vi sia mobilità sociale, le università non sfornino disoccupati illusi dal valore legale della laurea, si abolisca l'apartheid in cui versano i nove milioni di italiani con un contratto precario, le cause non durino dieci anni (se tutto va bene) e coloro che vivono nel sud non siano più costretti a fare centinaia di kilometri per avere accesso ad un sistema sanitario di buona qualità.
Per il resto, i partiti tradizionali sembrano molto più interessati alle alleanze elettorali che ai programmi. Ma questa non certo è una novità nel nostro Paese. La Prima Repubblica si è caratterizzata per la forte contrapposizione ideologica, frutto della guerra fredda allora imperante in Europa. I partiti politici perciò non parlavano di programmi, ma di ideologie e facevano leva sulla lealtà dei propri elettori. Massima esemplificazione di questo fenomeno era la Democrazia Cristiana che, postasi al centro dello schieramento politico, sosteneva tutto e il suo contrario, tante erano le differenze tra l'ala sinistra (cattocomunista) e quella destra (che portò al Governo Tambroni).
Stessa solfa per la Seconda Repubblica dove da un lato si paventava il pericolo rosso (i comunisti mangiano i bambini) e dall'altro si finiva solo per parlare dell'inaffidabilità e delle qualità personali di Berlusconi. Al posto dei programmi furono introdotte mirabolanti trovate pubblicitarie come "il contratto con gli italiani", presto cadute nel dimenticatoio. Alle elezioni successive era poi sempre agevole trovare il colpevole di turno che aveva impedito di mantenere quelle promesse.
All'alba della Terza Repubblica la situazione non sembra cambiata. Per il momento, almeno, a destra si sente un silenzio assordante e a sinistra poche idee (nuove), ma confuse. La novità principale è rappresentata dal tentativo di Renzi di scardinare la nomenklatura del Partito Democratico. E' certamente un fattore positivo di rinnovamento, ma vi è il rischio concreto che, se anche dovesse vincere la partita, resti comunque prigioniero della macchina di partito che certamente non controlla. Sul piano dei contenuti, poi, non è chiaro il suo posizionamento, dovendo cercare di raccogliere i consensi di ampie fasce di elettorato ancorate alle tradizionali posizioni della vecchia sinistra.
Tutti gli altri che, più o meno esplicitamente, si preparano alle elezioni di programmi finora parlano ben poco. Per il momento vi sono solo proclami, alleanze, si arruolano personaggi noti nella cosiddetta società civile e si discute della leadership. Tatticismi il cui principale obiettivo è di collocarsi al centro dello scacchiere politico, nella speranza di trarne automaticamente una rendita di posizione. Ma gli italiani si faranno incantare ancora? Errare humanum est, perseverare diabolicum.
Alberto Saravalle
Coordinatore Giustizia - Fermare il Declino
http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :