La pellicola di Thompson ad oggi risulta ancora un film molto valido e robusto e, sebbene la trama risulti un tantinello scarna e banale, se la cava alla grande grazie a una soundtrack mastodontica dagli echi hitchcockiani firmata da Bernard Herrmann (lo stesso di Quarto Potere e Psyco) e alle prove attoriali di Gregory Peck e Robert Mitchum. Proprio quest'ultimo in particolar modo ci regala uno cattivi più belli del cinema - che poi un altro cattivo leggendario è sempre Mitchum in La morte corre sul fiume...
Mettendo a paragone la versione del 1962 con quella di Scorsese, quest'ultima risulta un pelo più incisiva e, se vogliamo, completa poiché poteva permettersi di raccontare appieno la malvagità Max Cady senza troppi problemi di censura. Nel paragonare invece le performance tra i protagonisti, nello scontro diretto tra Peck e Nolte, vince senza storie Peck per stile e carisma, mentre è praticamente impossibile decretare un vincitore tra De Niro e Mitchum. Furente il primo e apparentemente placido e glaciale il secondo.
Il promontorio della paura quindi si conferma un ottimo thriller, nonostante l'età e il figlioccio del 1991.
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