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Il Punto sui Bleus – Fango o fiore di loto?

Creato il 12 settembre 2013 da Marco Santi Trombetta @MarcoSantiii

Definire il reale valore di questa Francia è difficile, se non impossibile. Il potenziale, l’abbiamo detto più volte, è sconfinato. Ma il problema principale è che questa squadra non riesce a mettersi completamente alle spalle i vecchi problemi, a liberarsi delle catene che l’hanno bloccata in questi ultimi anni.  L’obiettivo playoff dopo la rimonta in Bielorussia è stato praticamente raggiunto, anche se i giudizi generali sui Bleus si dividono tra lo scetticismo e la fiducia. E’ tutta questione di punti di vista.

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Giroud ha giocato 90 minuti in Bielorussia, panchina per Benzema

Dopo il tremendo 0-0 in Georgia, la Francia si ritrovava con un attacco che non segnava da 500 minuti – battuto il record negativo del 1924/25 –  , grazie all’aiuto di un Benzema in astinenza da addirittura 1.217 minuti. L’agonia si è prolungata fino all’intervallo della sfida contro la Bielorussia: FIlipenko aveva portato in vantaggio i padroni di casa su gentile concessione di Lloris. I Bleus sono sotto, ma non possono permettersi di fare l’ennesima ‘figure de merd’, per dirla in maniera ortodossa.

E allora negli spogliatoi chi ci pensa a strigliare i Galletti? Deschamps? No no, Patrice Evra.  Il terzino del Manchester United ha rotto il silenzio e fatto “un discorso da uomo che ha fatto bene a tutti”, racconta Ribery. “Dopo quelle parole non vedevano l’ora di tornare in campo”, ha aggiunto Giroud. E ancora Matuidi e Valbuena: “Ha giocato un ruolo fondamentale, ha tirato fuori il nostro orgoglio”. La Francia ha poi rimontato, ben due volte dopo il secondo errore di Lloris, e vinto 4-2 la partita. Ma la poca considerazione di Deschamps ha fatto scattare un campanello d’allarme.

In questa Nazionale i leader sono gli stessi che in Sudafrica hanno fatto scoppiare la rivolta di Knysna, con tanto di ammutinamento nei confronti di Domenech. La preoccupazione maggiore è che Ribery, Evra ed Abidal possano avere un peso specifico maggiore di Deschamps all’interno dello spogliatoio.  Dopo la rimonta in Bielorussia nessun giocatore ha citato DD. Tutti hanno lodato lo spirito di Evra, il suo discorso da leader, appunto.

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Il peso dei leader su Deschamps?

“Voi volete soltanto creare nuovi problemi, è legittimo che i giocatori di esperienza abbiano maggior voce in capitolo”, ha risposto con una vena leggermente polemica DD alle domande nel post partita dei media, che ovviamente ci hanno bagnato il pane sul fatto che gli attuali leader sono gli stessi presenti a Knysna nel 2010. Certo non lo aiutano le parole dell’ex presidente del Marsiglia Jean-Claude Dassiers: “Deschamps è un buon tecnico, ma non sa parlare negli spogliatoi. Non sa parlare ai suoi uomini”. 

DD ovviamente non è stato zitto nell’intervallo a Gomel. Ha dato i suoi consigli, spinto i propri giocatori a cambiare il corso degli eventi, ma senza riuscire a trasmettere le stesse sensazioni che invece ha trasmesso Evra. Tanto che alla fine i ringraziamenti sono stati tutti per lui. Abbiamo sempre detto che questa Francia ha bisogno di un rinnovamento, che in primis deve partire da Deschamps. E’ lui l’allenatore, questo deve farlo capire ai suoi ragazzi.

I leader in campo ci stanno, ma la voce più grossa nello spogliatoio deve essere la sua.  L’aspetto mentale, psicologico, è più importante di quello tecnico-tattico in questa Nazionale. Gli spettri di Blanc e Domenech devono essere scacciati, Deschamps può farcela ma deve avere il coraggio di farlo.  ”E’ evidente che lui non salti di gioia davanti a certi risultati, ma io non ho alcun dubbio su di lui. La speranza è che voglia restare il più a lungo possibile. Se ci qualificheremo? Sì, ne sono convinto”. Le parole del presidente della Federcalcio Le Graet non lasciano dubbi: la fiducia c’è.

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A tutto Pogba!

Nel frattempo c’è da trovare il migliore assetto tattico, con i protagonisti più adatti. In queste qualificazioni Deschamps ha sempre schierato un undici diverso dall’altro. Il 4-2-3-1 sembra il modulo prediletto, anche se ancora non è stata trovata la quadratura del cerchio. Lloris tra i pali è una certezza, nonostante le paperone in Bielorussia. E comunque, in caso di momento no, ci sarebbe pronto l’ottimo Mandanda a rimpiazzarlo.  I terzini titolari sono al momento Sagna a destra ed uno tra Evra e Clichy a sinistra. Ma anche in questo caso le alternative di livello non mancano: ci sono Jallet e Debuchy (anche se devono ritrovare la forma) e poi c’è Digne, l’esterno del futuro dei Galletti e del PSG.

Al centro ci sono Koscielny e Abidal, ma il sogno di DD è quello di schierare Varane e Sakho quando ritroveranno maggiore continuità con Real e Liverpool. In mezzo al campo la coppia Matuidi-Pogba offre molteplici garanzie. Lo juventino si è meritato la piena fiducia di Deschamps, l’espulsione contro la Spagna è stato soltanto in un incidente di percorso che è servito al ragazzo per maturare ancor di più. Ha tutto per diventare il nuovo leader di questa Nazionale.  E se si vuole passare al 4-3-3, Cabaye, Capoue, Guilavogui e Gonalons si candidano ad affiancarli.

Infine l’attacco. Tutto ruota attorno a Ribery e Valbuena, in attesa di completare il puzzle. Il 90% dei francesi ha voluto Benzema in panchina contro la Bielorussia, Deschamps li ha accontentati. Tuttavia ci pare impossibile che un giocatore del suo talento non riesca ad esplodere in Nazionale. Nel frattempo Giroud prova a rubargli il posto, con Gignac pronto a subentrare. Payet, Grenier e Menez si giocano una maglia per affiancare Ribery e Valbuena sulla trequarti. Abbondanza, talento, sregolatezza e tanti punti di domanda.

Come bisogna considerare allora questa Francia?

Alcune persone vedono il fango sul fondo dello stagno, altre contemplano il fiore di loto sulla superficie dell’acqua. Si tratta di una scelta.

Marco Trombetta



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