Ieri. Milano ore 15,00. Piazza della Scala. Arrivano le donne. L’impressione è che siano davvero incazzate. Se c’è una categoria sociale che in questi mesi è stata vilipesa, svillaneggiata, trattata come merce in stock, bambole idiote, femmine da sollazzo, decerebrate, zoccole a poco (o tanto) prezzo, manichini per biancheria intima, corpi da toccare a prescindere, bocche da usare a piacimento e culi, tanti culi che manco Tinto Brass sono proprio loro: le donne. Sarà perché nella nostra personalissima visione tardo-romantica le donne restano quegli esseri da non sfiorare neanche con il petalo di un fiore, quello che sta succedendo in questo momento storico in Italia rasenta la sublimazione della schifezza. Mentre a San Miniato la giuria di Miss Padania è alle prese con la rivolta delle autoctone imbestialite per la presenza in concorso delle bellezze extracomunitarie, a Milano le donne indossano una sciarpa bianca ed espongono un cartello con su scritto: “L’Italia è una repubblica fondata sulla prostituzione”. “Papi viene sabato. Tu hai qualche amica carina da portare?”. Nicole Minetti e Marystelle Polanco, stanno preparando l’ennesima festa ad Arcore, ma quella sera, il 15 gennaio di quest’anno, la festa non ci sarà. Il giorno prima la procura della repubblica di Milano ha incriminato il presidente del consiglio. Niente festa, anzi. Invece di andare alla serata di beneficienza, destinazione membri esangui tenuti artificialmente in vita, le ragazze si ritrovano catapultate in uno stanzone alla presenza di Niccolò Ghedini e Piero Longo che le “guidano” sulle dichiarazioni da rendere ai magistrati che le chiameranno di lì a poco. Ancora non sanno, i mastini legali di Silvio, che è tutto registrato. Le ragazze hanno parlato e dalle loro bocche è uscito di tutto, comprese frasi destinate ai verbali del rinvio a giudizio. I machi della nostra povera repubblica sono entusiasti: “Madonna quanto tromba Silvio!”, dicono lanciandosi occhiate assassine. Ma le donne iniziano ad inalberarsi. In Italia si sa, siamo bravissimi a generalizzare per cui sentir dire ai machi di cui sopra: “Le donne sono tutte puttane”, è la normalità anche perché dal popolo guardone sono assenti padri, fratelli e mariti mentre i nonni furoreggiano. Stanche di essere considerate puttane, le donne decidono di alzare la voce così, ieri, abbiamo appreso che Conchita De Gregorio è la nipote di Indira Gandhi, Rosy Bindi di Joseph Ratzinger, Anna Finocchiaro di Rosa Luxemburg, Emma Bonino di Golda Meir e Debora Serracchiani di Pippi Calzelunghe. Tutte insieme sono scese in piazza per dire al presidente del consiglio che sono stanche di essere considerate oggetti del suo culto, solo parti anatomiche, orifizi open. Purtroppo non è stato possibile reperire Marianna Madia, nipote di Heidi. Da quando la zia ha visto i monti sorriderle, le caprette farle ciao ed è stata ricoverata nella comunità di don Gelmini (noto per il suo amore virginale per i giovanissimi), per essere sottoposta ad una ferrea terapia di disintossicazione, Marianna ha deciso di lasciare la scena pubblica. Ed è stato talmente grande lo scandalo che Giuseppe Spinelli, cassiere del nightclub “Bellevie” di Arcore, ha deciso di togliere il poster della minorenne svizzera dalla sala lap-dance nonostante Silvio ci si eccitasse moltissimo.
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IL PUZZLE-POST DELLA DOMENICA. Le donne contro Silvio: sciarpa bianca e niente reggicalze
Creato il 30 gennaio 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Ieri. Milano ore 15,00. Piazza della Scala. Arrivano le donne. L’impressione è che siano davvero incazzate. Se c’è una categoria sociale che in questi mesi è stata vilipesa, svillaneggiata, trattata come merce in stock, bambole idiote, femmine da sollazzo, decerebrate, zoccole a poco (o tanto) prezzo, manichini per biancheria intima, corpi da toccare a prescindere, bocche da usare a piacimento e culi, tanti culi che manco Tinto Brass sono proprio loro: le donne. Sarà perché nella nostra personalissima visione tardo-romantica le donne restano quegli esseri da non sfiorare neanche con il petalo di un fiore, quello che sta succedendo in questo momento storico in Italia rasenta la sublimazione della schifezza. Mentre a San Miniato la giuria di Miss Padania è alle prese con la rivolta delle autoctone imbestialite per la presenza in concorso delle bellezze extracomunitarie, a Milano le donne indossano una sciarpa bianca ed espongono un cartello con su scritto: “L’Italia è una repubblica fondata sulla prostituzione”. “Papi viene sabato. Tu hai qualche amica carina da portare?”. Nicole Minetti e Marystelle Polanco, stanno preparando l’ennesima festa ad Arcore, ma quella sera, il 15 gennaio di quest’anno, la festa non ci sarà. Il giorno prima la procura della repubblica di Milano ha incriminato il presidente del consiglio. Niente festa, anzi. Invece di andare alla serata di beneficienza, destinazione membri esangui tenuti artificialmente in vita, le ragazze si ritrovano catapultate in uno stanzone alla presenza di Niccolò Ghedini e Piero Longo che le “guidano” sulle dichiarazioni da rendere ai magistrati che le chiameranno di lì a poco. Ancora non sanno, i mastini legali di Silvio, che è tutto registrato. Le ragazze hanno parlato e dalle loro bocche è uscito di tutto, comprese frasi destinate ai verbali del rinvio a giudizio. I machi della nostra povera repubblica sono entusiasti: “Madonna quanto tromba Silvio!”, dicono lanciandosi occhiate assassine. Ma le donne iniziano ad inalberarsi. In Italia si sa, siamo bravissimi a generalizzare per cui sentir dire ai machi di cui sopra: “Le donne sono tutte puttane”, è la normalità anche perché dal popolo guardone sono assenti padri, fratelli e mariti mentre i nonni furoreggiano. Stanche di essere considerate puttane, le donne decidono di alzare la voce così, ieri, abbiamo appreso che Conchita De Gregorio è la nipote di Indira Gandhi, Rosy Bindi di Joseph Ratzinger, Anna Finocchiaro di Rosa Luxemburg, Emma Bonino di Golda Meir e Debora Serracchiani di Pippi Calzelunghe. Tutte insieme sono scese in piazza per dire al presidente del consiglio che sono stanche di essere considerate oggetti del suo culto, solo parti anatomiche, orifizi open. Purtroppo non è stato possibile reperire Marianna Madia, nipote di Heidi. Da quando la zia ha visto i monti sorriderle, le caprette farle ciao ed è stata ricoverata nella comunità di don Gelmini (noto per il suo amore virginale per i giovanissimi), per essere sottoposta ad una ferrea terapia di disintossicazione, Marianna ha deciso di lasciare la scena pubblica. Ed è stato talmente grande lo scandalo che Giuseppe Spinelli, cassiere del nightclub “Bellevie” di Arcore, ha deciso di togliere il poster della minorenne svizzera dalla sala lap-dance nonostante Silvio ci si eccitasse moltissimo.
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