Il suo ex medico (defunto), oltre ad averlo rifornito della introvabile pillola per avere costantemente una mazza dura come l’acciaio, aveva definito Berlusconi “immortale”. “Ha una struttura fisica – diagnosticava – che ha bisogno solo di una revisione ogni tanto, per il resto potrebbe vivere in eterno”. E ieri a Roma, di fronte a una platea di fedelissimi invasati reduci da una colazione a base di soft-drink, ha dato l’annuncio ufficiale: “Vivrò fino a 120 anni e fanculo i comunisti”. Silvio nostro aveva appena letto la notizia della morte dell’uomo più vecchio del mondo, che di anni ne aveva solo 114, per cui, affamato di primati com’è, ha pensato di spostare un po’ più in là la data della sua dipartita. Ma mentre per quanto riguarda la tenuta fisica non possiamo permetterci di esprimere né giudizi né auspici, diverso è il discorso riguardante il cervello, come se l’alzheimer avesse iniziato a dare i primi segni di presenza. Non ricordandosi di averli già affrontati in precedenza, Silvio ha sostenuto paro paro i temi a lui più cari: la giustizia (alias i magistrati), la scuola (alias i comunisti), i rapporti umani (alias il sesso). Ispiratore degli ormai famigerati manifesti apparsi sui muri di Milano, nei quali i giudici venivano paragonati alle Brigate Rosse, Silvio ha riaffermato totalmente il concetto che vede collocare l’associazione a delinquere dei magistrati nell’ambito delle fonti eversive più pericolose dell’ordinamento della repubblica. In un paese normale, se il premier avesse espresso una opinione tendente a minare il rapporto fra due poteri dello stato, sarebbe stato preso a calci nel culo ad iniziare dal presidente della repubblica. In Italia tutto questo è impensabile perché, al di là delle condanne di circostanza redatte nel politichese più criptico dall’inquilino del Colle, per il resto Silvio continua a dire e contraddire tutto l’universo mondo fino a raccontare agli italiani che ancora gli credono (tanti, troppi), una realtà che esiste solo nella sua immaginazione. Ma riflettiamoci un attimo. Se ci scappasse una puttanata, le persone alle quali la dicessimo ci guarderebbero esterrefatte e tutto finirebbe lì, ma se sparassimo una minchiata e questa venisse riportata dai giornali e dalle televisioni come una cosa vera, il limite di essere una fregnaccia si sposterebbe molto più in avanti fino a diventare verità. A furia di scriverle in prima pagina e di elencarle nei titoli di testa dei tg, le stronzate di Berlusconi finiscono per non esserlo più, gli si da quella autorevolezza che la stampa ancora riesce a fornire ai fatti che avvengono e ai pareri che vengono espressi dai nostri politici. La soluzione potrebbe essere quella di un blackout totale ma, come si sa, Silvio ha in mano quasi tutta l’informazione per cui sarebbe improponibile. Se fosse una lampadina potremmo spegnerlo con un clik, un incendio sommergendolo d’acqua, una zanzara schiacciandolo al muro con la ciabatta, una monnezza gettandolo nel cassonetto ma non lo è, è nientemeno che il presidente del Consiglio di uno dei paesi più industrializzati del mondo. Ce lo dovremo tenere ancora per moltissimo tempo, ora come presidente del consiglio, domani come presidente della repubblica e dopodomani come senatore a vita. Non c’è un cazzo da fare: Silvio forever e Scilipoti lo ha capito benissimo.Stavamo riflettendo ieri sul senso dell’amore e sul naufragio che il nascente Partito dell’Amore ha avuto ancora prima di lasciare la banchina per veleggiare in alto mare. E ci siamo resi conto che in una società come quella attuale la parola “amore” è stata svuotata del suo significato più alto e nobile, quello che vuole che per la sua realizzazione entrino in gioco almeno due persone, altrimenti è autocompiacimento o, al massimo, autoerotismo. Se è possibile gestire in qualche modo il proprio, diventa un’impresa ardua farlo con quello degli altri perché o c’è, e allora tutto diventa semplice, o non c’è e allora inutile parlarne. Parlare d’amore sembra essere diventato fuori moda e, anche se è vero che c’è qualcuno che tende a scambiarlo per tutto meno che per quello che è, ne resta alla fine il significato più profondo: mettersi in gioco per l’altro.Forse è per questo che il Partito dell’Amore non è mai decollato, perché Silvio ha sempre chiesto di mettersi in gioco sì, ma per lui. Resta un po’ di amarezza difficile da spiegare, altrettanto complicato da comprendere, impossibile da condividere.
Magazine Politica
IL PUZZLE-POST DELLA DOMENICA. Mr. B. camperà 120 anni. Non amate, l’osso del collo è in pericolo
Creato il 17 aprile 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Il suo ex medico (defunto), oltre ad averlo rifornito della introvabile pillola per avere costantemente una mazza dura come l’acciaio, aveva definito Berlusconi “immortale”. “Ha una struttura fisica – diagnosticava – che ha bisogno solo di una revisione ogni tanto, per il resto potrebbe vivere in eterno”. E ieri a Roma, di fronte a una platea di fedelissimi invasati reduci da una colazione a base di soft-drink, ha dato l’annuncio ufficiale: “Vivrò fino a 120 anni e fanculo i comunisti”. Silvio nostro aveva appena letto la notizia della morte dell’uomo più vecchio del mondo, che di anni ne aveva solo 114, per cui, affamato di primati com’è, ha pensato di spostare un po’ più in là la data della sua dipartita. Ma mentre per quanto riguarda la tenuta fisica non possiamo permetterci di esprimere né giudizi né auspici, diverso è il discorso riguardante il cervello, come se l’alzheimer avesse iniziato a dare i primi segni di presenza. Non ricordandosi di averli già affrontati in precedenza, Silvio ha sostenuto paro paro i temi a lui più cari: la giustizia (alias i magistrati), la scuola (alias i comunisti), i rapporti umani (alias il sesso). Ispiratore degli ormai famigerati manifesti apparsi sui muri di Milano, nei quali i giudici venivano paragonati alle Brigate Rosse, Silvio ha riaffermato totalmente il concetto che vede collocare l’associazione a delinquere dei magistrati nell’ambito delle fonti eversive più pericolose dell’ordinamento della repubblica. In un paese normale, se il premier avesse espresso una opinione tendente a minare il rapporto fra due poteri dello stato, sarebbe stato preso a calci nel culo ad iniziare dal presidente della repubblica. In Italia tutto questo è impensabile perché, al di là delle condanne di circostanza redatte nel politichese più criptico dall’inquilino del Colle, per il resto Silvio continua a dire e contraddire tutto l’universo mondo fino a raccontare agli italiani che ancora gli credono (tanti, troppi), una realtà che esiste solo nella sua immaginazione. Ma riflettiamoci un attimo. Se ci scappasse una puttanata, le persone alle quali la dicessimo ci guarderebbero esterrefatte e tutto finirebbe lì, ma se sparassimo una minchiata e questa venisse riportata dai giornali e dalle televisioni come una cosa vera, il limite di essere una fregnaccia si sposterebbe molto più in avanti fino a diventare verità. A furia di scriverle in prima pagina e di elencarle nei titoli di testa dei tg, le stronzate di Berlusconi finiscono per non esserlo più, gli si da quella autorevolezza che la stampa ancora riesce a fornire ai fatti che avvengono e ai pareri che vengono espressi dai nostri politici. La soluzione potrebbe essere quella di un blackout totale ma, come si sa, Silvio ha in mano quasi tutta l’informazione per cui sarebbe improponibile. Se fosse una lampadina potremmo spegnerlo con un clik, un incendio sommergendolo d’acqua, una zanzara schiacciandolo al muro con la ciabatta, una monnezza gettandolo nel cassonetto ma non lo è, è nientemeno che il presidente del Consiglio di uno dei paesi più industrializzati del mondo. Ce lo dovremo tenere ancora per moltissimo tempo, ora come presidente del consiglio, domani come presidente della repubblica e dopodomani come senatore a vita. Non c’è un cazzo da fare: Silvio forever e Scilipoti lo ha capito benissimo.Stavamo riflettendo ieri sul senso dell’amore e sul naufragio che il nascente Partito dell’Amore ha avuto ancora prima di lasciare la banchina per veleggiare in alto mare. E ci siamo resi conto che in una società come quella attuale la parola “amore” è stata svuotata del suo significato più alto e nobile, quello che vuole che per la sua realizzazione entrino in gioco almeno due persone, altrimenti è autocompiacimento o, al massimo, autoerotismo. Se è possibile gestire in qualche modo il proprio, diventa un’impresa ardua farlo con quello degli altri perché o c’è, e allora tutto diventa semplice, o non c’è e allora inutile parlarne. Parlare d’amore sembra essere diventato fuori moda e, anche se è vero che c’è qualcuno che tende a scambiarlo per tutto meno che per quello che è, ne resta alla fine il significato più profondo: mettersi in gioco per l’altro.Forse è per questo che il Partito dell’Amore non è mai decollato, perché Silvio ha sempre chiesto di mettersi in gioco sì, ma per lui. Resta un po’ di amarezza difficile da spiegare, altrettanto complicato da comprendere, impossibile da condividere.
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