Molti anni fa, a Napoli, c’era un personaggio che se fosse vissuto oggi ci avrebbe ancora regalato pagine memorabili di campagne elettorali “creative”. Si chiamava Achille Lauro, detto il Comandante, ed era il padrone della “Flotta Lauro”, una delle più importanti compagnie di navigazione italiane di tutti i tempi. Già potente sotto il fascismo, Achille Lauro fu tra i fondatori del Partito Monarchico, deputato, capogruppo del suo partito e impareggiabile sindaco della sua città, carica alla quale veniva puntualmente eletto con una valanga di voti. Ovviamente si comprò anche il Napoli Calcio, ma fu una soddisfazione parziale visto che riuscì a vincere solo una piccola Coppa Italia. Forte della manifesta “volontà popolare”, quasi una venerazione che lo metteva sullo stesso piano di San Gennaro, Lauro più che un sindaco era un podestà. Incurante delle opposizioni, ma anche dei suoi stessi amici e colleghi di partito, aveva fatto di Napoli il suo regno personale fino a dare inizio a quella speculazione edilizia che Francesco Rosi descrisse mirabilmente “Le mani sulla città”. Lauro però era famoso per la creatività della sue campagne elettorali che un patrimonio finanziario del quale era invidioso lo stesso Creso, gli permetteva di togliersi tutti gli sfizi possibili. Uno dei più famosi resta quello delle scarpe, oggetto inarrivabile per buona parte degli abitanti dei Bassi e dei Quartieri Spagnoli. All’inizio della campagna elettorale i suoi servi distribuivano alla popolazione la scarpa destra, finite le elezioni e in caso di vittoria, veniva consegnata anche la sinistra. La storia racconta che non ci fu mai la consegna di un paio di scarpe dello stesso piede. Ma anche il denaro cash entrava nei bonus del voto ad personam. Agli elettori venivano promesse, ad esempio, 1000 lire. Prima delle elezioni era consegnata esattamente la metà, che non equivaleva a 500 lire ma proprio alla metà della banconota tagliata in due. La parte mancante sarebbe stata regalata postuma con la colla per riattaccarla. Quelli del Comandante Lauro erano voti comprati, e questa pratica in Italia è continuata e, da quello che vediamo, continua senza che nulla si possa fare per fermarla. La vecchia Democrazia Cristiana, dopo l’avvento della Repubblica, si procurava voti elargendo generi di prima necessità: pasta, latte in polvere, carne in scatola, olio, burro, farina, cioccolato e sigarette che poi erano gli avanzi degli aiuti americani e i rimasugli del “Piano Marshall”. La Chiesa contribuiva in modo altrettanto “caritatevole” allungando i frutti delle questue, mentre Fanfani assumeva operai a tutto spiano per quella che sarebbe passata alla storia come l’”economia differenziata di avanzamento sociale”. Detta così sembra quasi la teorizzazione di chissà quale ardito progetto di sviluppo mentre non rappresentava altro che un modo elementare di far circolare denaro per incrementare i consumi. In poche parole, gli operai assunti non dovevano fare altri che spostare un mucchio di sassi da una parte all’altra e, compiuta la prima fase del lavoro, rimetterlo esattamente al punto di partenza. Non facevano un cazzo di niente di utile però, grazie ai soldi dello stato, erano diventati “consumatori”. Da allora i tempi non sono cambiati. Considerata la svalutazione e l’aumentato costo della vita, nella Napoli di Lettieri le 1000 lire sono diventate 50 euro, le scarpe sono Tod’s, il business è quello dei rifiuti (prevista l’assunzione di 10mila netturbini) e il privilegio dei privilegi consisterà nel continuare ad abitare in case costruite abusivamente, cioè frutto di un reato. A Milano invece, che è città mittleuropea, per creare “democrazia partecipata” occorre offrire di più. Ecco pronti, allo scopo, due bei ministeri da trasferire da Roma a Milano con annesse competenze e personale da reperire ovviamente in loco (posti di lavoro a spese dello Stato). Ecco pronta l’esenzione dall’eco-pass per l’accesso al centro storico cittadino a cui fa seguito il condono delle multe grazie a una sanatoria che somiglia molto ad un’amnistia per reati amministrativi. Ma non solo. Le industrie che investiranno nella Capitale lombarda godranno di un regime fiscale “agevolato” da profondo Sud, ognuno potrà costruire la casa secondo gli stili dei fumetti, dei film e dei cartoni animati che preferiscono, e a tutti verrà concesso di andare a fare un bagno gratis all’Idroscalo. La domenica un “Apache” del ministro della Difesa farà sorvolare ai milanesi le guglie del Duomo; Milan e Inter estrarranno a sorte 20mila abbonamenti gratuiti e, infine, distribuzione gratis il giovedì di Viagra, con annessa visita guidata gratuita, e palpatina, alle ospiti dell’Olgettina (dal venerdì in poi di pertinenza esclusiva del presidente del consiglio). Il tempo passa ma la storia non cambia e i più fregati restano quelli della sinistra i quali più di un panino con la porchetta, una piadina con il prosciutto cotto (il crudo ha un costo esorbitante) e un bicchiere di Lambrusco non possono materialmente dare per tentare di prendere un voto in più. Ma volete mettere la forza delle idee...
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IL PUZZLE POST. Mercato elettorale: 50 euro a me, una multa pagata a te. La colpa è di Lauro e di Fanfani
Creato il 22 maggio 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Molti anni fa, a Napoli, c’era un personaggio che se fosse vissuto oggi ci avrebbe ancora regalato pagine memorabili di campagne elettorali “creative”. Si chiamava Achille Lauro, detto il Comandante, ed era il padrone della “Flotta Lauro”, una delle più importanti compagnie di navigazione italiane di tutti i tempi. Già potente sotto il fascismo, Achille Lauro fu tra i fondatori del Partito Monarchico, deputato, capogruppo del suo partito e impareggiabile sindaco della sua città, carica alla quale veniva puntualmente eletto con una valanga di voti. Ovviamente si comprò anche il Napoli Calcio, ma fu una soddisfazione parziale visto che riuscì a vincere solo una piccola Coppa Italia. Forte della manifesta “volontà popolare”, quasi una venerazione che lo metteva sullo stesso piano di San Gennaro, Lauro più che un sindaco era un podestà. Incurante delle opposizioni, ma anche dei suoi stessi amici e colleghi di partito, aveva fatto di Napoli il suo regno personale fino a dare inizio a quella speculazione edilizia che Francesco Rosi descrisse mirabilmente “Le mani sulla città”. Lauro però era famoso per la creatività della sue campagne elettorali che un patrimonio finanziario del quale era invidioso lo stesso Creso, gli permetteva di togliersi tutti gli sfizi possibili. Uno dei più famosi resta quello delle scarpe, oggetto inarrivabile per buona parte degli abitanti dei Bassi e dei Quartieri Spagnoli. All’inizio della campagna elettorale i suoi servi distribuivano alla popolazione la scarpa destra, finite le elezioni e in caso di vittoria, veniva consegnata anche la sinistra. La storia racconta che non ci fu mai la consegna di un paio di scarpe dello stesso piede. Ma anche il denaro cash entrava nei bonus del voto ad personam. Agli elettori venivano promesse, ad esempio, 1000 lire. Prima delle elezioni era consegnata esattamente la metà, che non equivaleva a 500 lire ma proprio alla metà della banconota tagliata in due. La parte mancante sarebbe stata regalata postuma con la colla per riattaccarla. Quelli del Comandante Lauro erano voti comprati, e questa pratica in Italia è continuata e, da quello che vediamo, continua senza che nulla si possa fare per fermarla. La vecchia Democrazia Cristiana, dopo l’avvento della Repubblica, si procurava voti elargendo generi di prima necessità: pasta, latte in polvere, carne in scatola, olio, burro, farina, cioccolato e sigarette che poi erano gli avanzi degli aiuti americani e i rimasugli del “Piano Marshall”. La Chiesa contribuiva in modo altrettanto “caritatevole” allungando i frutti delle questue, mentre Fanfani assumeva operai a tutto spiano per quella che sarebbe passata alla storia come l’”economia differenziata di avanzamento sociale”. Detta così sembra quasi la teorizzazione di chissà quale ardito progetto di sviluppo mentre non rappresentava altro che un modo elementare di far circolare denaro per incrementare i consumi. In poche parole, gli operai assunti non dovevano fare altri che spostare un mucchio di sassi da una parte all’altra e, compiuta la prima fase del lavoro, rimetterlo esattamente al punto di partenza. Non facevano un cazzo di niente di utile però, grazie ai soldi dello stato, erano diventati “consumatori”. Da allora i tempi non sono cambiati. Considerata la svalutazione e l’aumentato costo della vita, nella Napoli di Lettieri le 1000 lire sono diventate 50 euro, le scarpe sono Tod’s, il business è quello dei rifiuti (prevista l’assunzione di 10mila netturbini) e il privilegio dei privilegi consisterà nel continuare ad abitare in case costruite abusivamente, cioè frutto di un reato. A Milano invece, che è città mittleuropea, per creare “democrazia partecipata” occorre offrire di più. Ecco pronti, allo scopo, due bei ministeri da trasferire da Roma a Milano con annesse competenze e personale da reperire ovviamente in loco (posti di lavoro a spese dello Stato). Ecco pronta l’esenzione dall’eco-pass per l’accesso al centro storico cittadino a cui fa seguito il condono delle multe grazie a una sanatoria che somiglia molto ad un’amnistia per reati amministrativi. Ma non solo. Le industrie che investiranno nella Capitale lombarda godranno di un regime fiscale “agevolato” da profondo Sud, ognuno potrà costruire la casa secondo gli stili dei fumetti, dei film e dei cartoni animati che preferiscono, e a tutti verrà concesso di andare a fare un bagno gratis all’Idroscalo. La domenica un “Apache” del ministro della Difesa farà sorvolare ai milanesi le guglie del Duomo; Milan e Inter estrarranno a sorte 20mila abbonamenti gratuiti e, infine, distribuzione gratis il giovedì di Viagra, con annessa visita guidata gratuita, e palpatina, alle ospiti dell’Olgettina (dal venerdì in poi di pertinenza esclusiva del presidente del consiglio). Il tempo passa ma la storia non cambia e i più fregati restano quelli della sinistra i quali più di un panino con la porchetta, una piadina con il prosciutto cotto (il crudo ha un costo esorbitante) e un bicchiere di Lambrusco non possono materialmente dare per tentare di prendere un voto in più. Ma volete mettere la forza delle idee...
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