Il quinto arto, la sua curiosita' - polpettine di melanzane con salsa al fiordilatte
Da Saporidivini
Passi veloci, passi lenti. Sull’asfalto, sulla sabbia, sui marciapiedi quasi inesistenti. Le ore evaporano in un puf e si sciolgono tremolanti in tramonti prolungati come puntini di sospensione in fondo alla riga del giorno.
Ogni mattina ci concediamo una spiaggia nuova per saggiare il mare da altre prospettive, per toccare la sabbia che cambia consistenza e colore, per succhiare dagli occhi di Alice Ginevra lo sbrodolamento di eccitazione che non sa trattenere.
In questi giorni ha preso l’abitudine di svegliarsi un po’ prima al mattino, gli occhi ancora assonnati, i capelli sollevati in ciuffi ribelli che sfuggono alla pressione delle forcine colorate. Stranita dall’aria fresca che senza permesso le si struscia addosso e che la fa rannicchiare ancora di più tra le nostre braccia, per fare suo quel familiare gomitolo di calore. Si gode qualche momento giocoso sul grande balcone, scarabocchiando di nero pece intere pagine della settimana enigmistica, zigzagando tra i teli da mare stesi ad asciugare e saltellando senza sosta su e giù dallo sdraio, puntellando bene i gomiti e issandosi lesta, dopo avere richiamato a sé tutta la sua rinnovata energia.
Appenacapisce che siamo pronti per uscire si accende come un fuoco d’artificio. Si fa carico del suo zainetto con l’orsetto di Winnie the Pooh, dopo averlo rigirato tra le mani come una frittata, per accertarsi che all’interno ci sia il suo costumino giallo. Altrimenti, con le lacrime già schiuse agli angoli degli occhi, grida “Ovè?”. Se fosse per lei indosserebbe sempre quelloe soprattutto non lo toglierebbe mai. Si guarda allo specchio, si aggiusta le scarpine, pretende di pettinarsi da sola, la spazzola che rimane invischiata tra le spirali dei suoi riccioli, e freme se mi attardo con qualcosa, che qualunque essa sia, lei reputadi poca importanza.
Ogni giorno l’attendono i suoi piccoli giochi con la sabbia. Sabbia che prima comprime, leviga,schiaccia e alla fine getta sottosopra con l’irruenza dei suoi pochi mesi, mentre coccola e rimesta l’acqua che trema al suo tocco, dentro a quel piccolo secchiello colorato. L’ombrellone, come un grosso fungo, filtra la luce che volteggia in un fascio di particelle leggere, accecanti, filtra lo spazio intimo dei nostri discorsi, felici di poterci muovere dentro giorni di sole. Prima di partire le previsioni del tempo ci avevamo un po’ demoralizzati, pareva che dovesse piovere ogni santo giorno della settimana, ma a quanto pare ci siamo ritrovati in mano una bacchetta magica e noi prontamente l’abbiamo usata.
Pochi schizzi di pioggia le prime due sere, quella pioggia che sa di intimo e di raccolto e fa salire invadente la voglia di stringersi l’uno all’altra. All’interno, coccole lunghe, sempre più dense. Fuori, pochi schizzi di pioggia ben poco perseveranti, nel loro mormorio confuso col cik ciak di sandali bagnati. Nel cielo, infine steso ad asciugare, rimangono solo chiazze di nuvole, movimenti fluidi in cerca di un’idea, di una forma.
L’aria fresca accompagna Tropea verso la sera, la luce piena vira e si fa lieve dopo l’esplosione muta dei rossi e degli arancioni, un attimo prima che si sciolgano nel blu notte. Il buio non è mai netto, macchiato qua e là da solchi di luci variopinte. Tropea si accende di passi, un formicaio al quale è stato tolto il coperchio. Si accende di gente che si attarda fuori e dentro ai locali, che cena a lume di candela, che sorseggia una bevanda su seggiole di vimini e poi scivola via, inghiottita dalle strade, dal richiamo di un’ultima tazzina di caffè pur di divincolarsi dal torpore del sonno.
Alice Ginevra cerca ancora una volta di sciogliersi dalla stretta salda delle nostre mani, i suoi piedini vogliono correre, il suo visetto, affacciarsi per gioco sulla soglia dei negozi ancora aperti, le sue manine vogliono toccare tutto. Si fa largo tra la folla, tra souvenir a buon mercato, accatastati dentro grosse ceste, rivolgendoci squillanti risate edimpliciti inviti ad acchiapparla.
La osserviamo sgattaiolare orgogliosa, il viso di tanto in tanto girato verso di noi, che camminiamo veloci a pochi passi da lei. La osserviamo mentre si bea della sua libertà. I suoi occhi sgranati si posano ovunque per prendere confidenza con questo luogo a lei sconosciuto. Le piace irrompere al centro. Al centro delle cose, del movimento, delle attenzioni. La curiosità è il suo quinto arto, la timidezza per il momento non le appartiene, forse un accenno, più una forma di delicatezza che altro. Lei ci osserva e fa tesoro, determinata a modellare quel mondo che le descriviamo con delicate tinte pastello e lo fa a piene mani, con quello sguardo furbo che saetta di tanto in tanto sul suo viso. E noi le lasciamo la libertà di essere e la leggerezza dei suoi passi quasi danzanti, in questa Tropea che profuma ancora di vacanza.
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POLPETTINE DI MELANZANE CON SALSA AL FIORDILATTE
Questa ricetta l'abbiamo scorsa qualche tempo fa sul blog di Loredana, di La Cucina di Mamma, un blog che amiamo molto. Subito dopo averla vista avevamo deciso di provarla anche noi, abbiamo apportato un paio di modifiche, ma per il resto è identica e come abbiamo poi detto a Loredana, è davvero squisita.
Ingredienti:
1 melanzana di media grandezza1 spicchio d'aglioolio extravergine d'oliva 100 gr di prosciutto cotto in una fetta unica40 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato40 gr di pane grattugiato2 uovasalefarinaolio di semi di arachidi
Per la salsa:
latte qb 1 mozzarella fiordilatte5 foglioline di menta fresca
Per prima cosa tagliamo la melanzana a dadini, scaldiamo qualche cucchiaio di olio extraverginein una padella e aggiungiamo lo spicchio d'aglio. Lo lasciamo sfrigolare e poi aggiungiamo la dadolata di melanzana. La facciamo saltare per circa 5 minuti, saliamo e poi le frulliamo grossolanamente con il minipimer.
A parte tagliamo il prosciutto cotto a cubetti e poi lo frulliamo con il minipimer.
In una ciotola versiamo le melanzane, il prosciutto cotto, le uova, il pane grattugiato, il Parmigiano. Amalgamiamo bene il composto e andiamo a dare forma alle nostre polpettine. Le facciamo piccoline.
Le passiamo nella farina e successivamente le friggiamo in abbondante olio di semi di arachidi, sono sufficienti circa 2 minuti.
A parte prepariamo la salsa, velocissima e con una nota fresca e delicata che ben si sposa con le polpettine.
Tagliamo a cubetti il fiordilatte, uniamo un po' di latte, quanto basta perchè la consistenza della salsa non sia nè troppo liquida, nè troppo densa. Aggiungiamo le foglioline di menta fresca, frulliamo tutto col minipimer e la salsa è pronta.
Serviamo le polpettine di melanzane con la nostra salsa, ottime sia calde che tiepide.
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