Dall’archivio del Bar Frankie, pubblicazione originale dell’Ottobre 2012.
RACISM PUNCHED /
ITALIAN (ORIGINAL) VERSION /
16 ottobre 1968. Oggi sulle bacheche facebook di alcuni amici, pochi a dire la verità, trovo questa data seguita da una foto storica. Quale? Quella in cui Tommie Smith e John Carlos, due atleti nordamericani neri, alzano il pugno dal podio delle olimpiadi del Messico. Per quel gesto verranno revocate loro le medaglie e saranno espulsi dalla squadra USA. Questa è una di quelle giornate in cui la memoria con la M maiuscola dovrebbe risvegliarci dall’assopimento dovuto ai troppi impegni e distrazioni della quotidianità.
Gli AC/DC nel loro pezzo storico Black in back, che nulla ha a che vedere con questo gesto eroico, hanno ispirato Public Enemy a rivisitare uno dei pezzi più famosi della storia del rock. Trovo che la frase della canzone originale che dice: “…si, sono stato liberato dalla forca che mi faceva penzolare, ho guardato il cielo perché questo mi fa star bene…) fotografi benissimo quello che i due atleti volevano comunicare a tutto il mondo, riscattarsi delle ingiustizie subite e sfidare il potere che li relegava ad una cittadinanza di serie B.
Salutare con il pugno come era in uso tra le Pantere Nere e supportare l’Olympic Project for Human Rights fu considerato oltraggioso dalle autorità statunitensi e i due atleti pagarono con l’esclusione dalla squadra a stelle e strisce. La loro storia ai più è nota, ma la cosa che colpisce è che questo avvenimento non sconvolse solo la vita di Smith e Carlos, ma lacerò nel profondo anche quella di Peter Norman. Chi è Norman? Un “nero a metà” direbbe Pino Daniele. È l’atleta australiano che grazie ad uno sprint nella parte finale dei 200 metri riuscì a piazzarsi al secondo posto, tra Smith e Carlos.
Norman si comportò da vero uomo e, invece di prendere le distanze dai due atleti con cui si era misurato in gara, mostrò loro piena solidarietà indossando, durante la premiazione, la spilla dell’ Olympic Project for Human Rights. La leggenda vuole che fu lui a suggerire a Carlos, che aveva smarrito il proprio paio di guanti neri, di dividersi l’unico paio disponibile di Smith per farsi immortalare così come la storia ce li ha consegnati. In teoria i due Statunitensi avrebbero dovuto alzare entrambi i pugni con i guanti neri. La sensibilità mostrata da Norman gli costò l’esclusione anche alle successive Olimpiadi del 1972, nonostante fosse il miglior velocista australiano e tra i più forti al mondo. I latini dicevano: “Nemo propheta acceptus in patria sua est” e il suo caso è emblematico. La federazione australiana non riuscì a riabilitarsi nei confronti del velocista neppure in tempi più recenti. Alle Olimpiadi di Sidney del 2000 Norman non venne coinvolto nelle cerimonie di apertura/chiusura e di premiazione. Un gesto importante come quello dell’atleta australiano avrebbe fatto veramente bene al mondo dello sport vessato dai numerosi scandali legati al doping e dal problema del razzismo ancora oggi, sì nel 2012! La federazione USA ha cercato di riconoscere a Norman il suo impegno nella lotta per i diritti civili istituendo il 9 ottobre 2006, data della sua morte, il Peter Norman Day. Toccante la foto di Smith e Carlos che portano in spalla il loro amico per l’ultimo saluto.
Se un uomo di colore oggi è alla Casa Bianca sicuramente lo deve anche a questi tre uomini che hanno sfidato il muro di gomma dell’intolleranza. Dal 1968 le cose sono cambiate, troppo spesso solo in superficie, anche se si sente dire che il mondo di oggi è completamente diverso da quello del passato io sono più scettico, non sono rassegnato come l’autore del Gattopardo all’idea che tutto cambi affinché le cose rimangano uguali, ma a volte va proprio così. Ancora oggi mancano le scuse pubbliche per le ingiustizie fatte patire a Norman dalla federazione australiana. Nessuno ha pagato, perlomeno la gogna mediatica, una nazione gli deve riconoscenza e penso che ricordare questa “triade” (invece di quella bianconera legata alla storia del calcio), faccia bene allo sport e al cuore.
ENGLISH VERSION
October 16, 1968. Today on the boards of some facebook friends, just to tell the truth, I find this date followed by a historical photograph. Which one? One in which Tommie Smith and John Carlos, two American athletes blacks, raise his fist on the podium of the Olympic Games in Mexico. For that gesture will be revoked their medals and will be expelled from the U.S. team. This is one of those days in which the memory with a capital M should awaken dall’assopimento due to too many commitments and distractions of everyday life.
AC / DC Black in their historical piece in back, which has nothing to do with this heroic gesture, inspired Public Enemy to revisit one of the most famous pieces of rock history. I find that the sentence of the original song that says: “… yes, I was freed from the gallows made me hang, I looked at the sky because it makes me feel good …) photographers exactly what they wanted to communicate the two athletes in the world, redeem the injustice and challenge the power that relegated them to a nationality of series B.
Greet with his fist as it was in use between the Black Panthers and support the Olympic Project for Human Rights was considered outrageous by the U.S. authorities and the two athletes paid with the exclusion from the team stars and stripes. Their story is known to most, but what is striking is that this event is not only disrupted the lives of Smith and Carlos, but also tore deep as Peter Norman. Who is Norman? A “black half” would Pino Daniele. It is the Australian athlete who thanks to a sprint in the final of the 200 meters succeeded in placing in second place, between Smith and Carlos. Norman behaved like a man, and instead to distance himself from the two athletes with whom he had measured in the race, he showed them his full solidarity wearing during the ceremony, the badge of ‘Olympic Project for Human Rights. Legend has it that it was he who suggested to Carlos, who had lost his gloves blacks, to divide the only pair available for Smith be immortalized as the story gave them delivered. In theory, the two Americans would have to raise both fists with gloves blacks. The sensitivity shown by Norman cost him the exclusion even for the next Olympics in 1972, despite being the best sprinter in Australia and among the strongest in the world. The Romans used to say: “Nemo propheta Acceptus in his home east” and his case is emblematic. The Australian federation failed to rehabilitate themselves against the sprinter even in more recent times. At the Sydney Olympics in 2000 Norman was not involved in the ceremonies of opening / closing and awards. An important gesture as the Australian athlete would do really well in the world of sport beset by numerous doping scandals and the problem of racism today, so in 2012! The U.S. Fed has sought to recognize Norman his commitment to the fight for civil rights by establishing October 9, 2006, the date of his death, Peter Norman Day touching the photo of Smith and Carlos that participants carry their friend to the ‘farewell.
If a black man in the White House today is surely also due to these three men who braved the rubber wall of intolerance. Since 1968 things have changed, too often only on the surface, although it is said that the world today is completely different from that of the past I am more skeptical, are not resigned as the author of The Leopard idea that everything changes in order for things to stay the same, but sometimes it’s just like that. Still lacking a public apology for the injustices done to suffer from Norman Australian federation. No one has paid at least the media pillory, a nation owes him gratitude, and I remember that this “triad” (instead of the black and white tied to the history of football), is good for the sport and the heart.