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Il rebus delle provincie: meglio longobardi o bizantini

Creato il 21 luglio 2012 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
Il rebus delle provincie: meglio longobardi o bizantini
In Emilia Romagna si salvano le provincie di a Bologna, Parma, Modena e Ferrara; le restanti, Reggio Emilia, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Piacenza, verranno accorpate. La geografia politica non lascia dubbi: Piacenza sarà incorporata a Parma, ricostituendo di fatto il Ducato di Parma e Piacenza
Ma i piacentini non ci stanno e reagiscono così:
L'appello dei sindaci del piacentino: No alla cancellazione della nostra Provincia
PIACENZA, 19 LUG – I sindaci di buona parte dei comuni della provincia di Piacenza si sono riuniti ieri sera nella sala consiliare dell’Amministrazione provinciale per dire 'nò alla cancellazione della Provincia di Piacenza. Gli amministratori hanno sottoscritto un appello in cui si chiede al Governo che i criteri per procedere alla soppressione o accorpamento «tengano conto degli indicatori di virtuosità stabiliti dal Ministero dell’economia», e che siano comunque salvate – ha spiegato il presidente Massimo Trespidi – «le province storiche, cioè istituite alla data di entrata in vigore della legge 3 febbraio 1871». L'appello chiede infine che se il Governo intenderà concretizzare quanto deciso con il decreto legge del 6 luglio, «il corpo elettorale della provincia di Piacenza possa esprimersi su tale passaggio così come previsto dalla costituzione con un referendum sulla destinazione della nostra comunità».

File:Statua alessandro farnese.JPG

La statua di Alessandro Farnese a Piacenza in Piazza dei Cavalli.


La destinazione della provincia di Piacenza piacentina al Ducato di Parma è osteggiata dai piacentini che, con la richiesta di un referendum, pensano di potersi aggregare all'area lombarda piuttosto che a quella  emiliana, insomma meglio lombardi che emiliani, dipendenti da Parma. Probabile l'insuccesso dell'iniziativa che potrebbe essere copiata da altre realtà complicando l'applicazione della legge, ma tanto vale provare diranno i piacentini meno accomodanti.  Se loro fanno questo che dire di noi fidentini parte di una provincia che ancora distingue tra parmigiani (quelli della capitale) e parmensi (quelli del contado)?
Scegliere tra ghibellini piacentini e guelfi parmigiani storicamente ci porterebbe a preferire Piacenza, scegliere tra longobardi piacentini o bizantini parmigiani, il patrimonio genetico confermerebbe Piacenza, le affinità delle parlate locali propendono su Piacenza, e allora che fare?
Nell'ultimo capitolo del libro di Umberto Primo Censi e Gianandrea Allegri "Notte e alba d'una Cattedrale" sottotitolato "La Pieve-santuario di Borgo San Donnino nei secoli IX-XII" si formula l'ipotesi che furono le finanze dei piacentini a permettere l'edificazione del Duomo, tanto basta per decidere con chi stare.
Per quanta riguarda la Diocesi non dovrebbero esserci problemi, è già mezzo piacentina.


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