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Il regime di Putin consacra definitivamente la versione ufficiale del massacro di Beslan

Creato il 12 settembre 2012 da Matteo

La scorsa settimana a Beslan si sono svolte manifestazioni dedicate alla memoria degli ostaggi morti. E il 5 settembre nella propria pagina di Facebook il capo dell'organizzazione delle vittime "Golos Beslana" ha pubblicato prima un comunicato e poi una dichiarazione ufficiale sulla reintitolazione di parte di via Komintern, in cui si trova la scuola n. 1, in Via degli Eroi del CSN*.

Del Centro per i Compiti Speciali dello FSB della Federazione Russa fanno parte "Alfa", "Vympel" e anche la Direzione per le Operazioni Speciali. Il centro è diretto dal generale di brigata Aleksandr Tichonov, Eroe della Russia.


Il generale dello FSB Tichonov diventò Eroe dopo il "Nord-Ost"**. Ricordo che allora gli agenti del gruppo "Alfa" scrissero una lettera al deputato della Duma di Stato e vicedirettore della "Novaja gazeta" Jurij Ščekočichin . Ecco una citazione: "Le scrivono i combattenti del gruppo "Alfa" del CSN dello FSB russo che hanno partecipato al blitz del "Nord-Ost". Subito dopo Capodanno (del 2003 - nota dell'autrice ) ha avuto luogo il conferimento di decorazioni e medaglie agli agenti dei reparti speciali dello FSB che avevano preso parte al blitz. Tra questi a cinque è stato attribuito l'alto titolo di Eroe della Russia. Tra questi un combattente ciascuno dei gruppi "Alfa" e "Vympel" ha ricevuto la stella di Eroe - sono ragazzi meritevoli sotto tutti gli aspetti: sono passati per tutti i punti caldi. Chi sono gli altri tre "eroi", che si sono attribuiti indebitamente meriti altrui? Sono il primo vicedirettore dello FSB, il generale Proni - capo del quartier generale per la liberazione degli ostaggi e il capo del CSN, il generale A. Tichonov. Peraltro proprio Proni e Tichonov sono responsabili della lotta al terrorismo sul territorio della Russia. Non solo non hanno avuto alcuna punizione per aver lasciato penetrare dei terroristi nel centro di Mosca, hanno anche ricevuto le stelle di Eroi, togliendole, essenzialmente, a ragazzi più degni, che hanno realmente rischiato le loro vite .

Il Quinto Eroe è il chimico che ha fatto entrare il gas nel centro teatrale. La persone che è diventata sia salvatore, sia assassino di molti ostaggi..."

I generali dello FSB Tichonov e Pronič ev sono ben noti anche a Beslan. Solo che nessuna delle vittime li considera eroi.

Gli agenti di "Alfa" e "Vympel" morti - sì. Non solo onorano la loro memoria, ma credono in modo toccante ai miti dei soccorritori dei corpi speciali.


Tutto il mondo sa di Andrej Turkin, che coprì con il proprio corpo una granata lanciata dai guerriglieri contro gli ostaggi durante il blitz nella scuola n. 1. In realtà l'agente del corpo speciale Turkin morì per ferite da pallottole ( ). Tutti e dieci gli agenti di "Alfa" e "Vympel" sono morti per ferite da pallottole e di shock emorragico in conseguenza di un aiuto medico fornito in modo non tempestivo. Avevano tutti i giubbotti antiproiettile (...). Altissimi professionisti del proprio campo, non potevano semplicemente disprezzare uno dei parametri fondamentali della propria sicurezza: dalla presenza del giubbotto antiproiettile dipendeva direttamente non solo la loro vita, ma anche l'efficacia di tutta l'operazione speciale.

In realtà a Beslan per ricordare non sono necessari miti su "giubbotti antiproiettile" e "granate". Scritte in ringraziamento di "Alfa" e "Vympel" comparvero sui muri della scuola n. 1 già il 4 settembre 2004.

La bugia sui giubbotti antiproiettile è stata inventata da quelli a cui conveniva far passare la cinica decisione di iniziare il blitz per uno spontaneo sviluppo degli avvenimenti per colpa dei terroristi. Gli agenti dei corpi speciali, gettatisi in combattimento SENZA giubbotti antiproiettile***, sono un dettaglio manipolatorio chiamato a convincere la popolazione civile del carattere inatteso del sanguinoso scioglimento giunto il 3 settembre 2004.

Ripeto: la decisione di compiere un blitz INVECE della liberazione degli ostaggi (che i terroristi erano pronti a rilasciare persone lo dimostrò Ruslan Aušev [7], che il 2 settembre portò via dalla scuola 26 ostaggi) fu consapevole, cinica e politica. Ma, a differenza del "Nord-Ost", lo stato non rischia ancora di ammettere questo fatto.

Neanche la granata che "coprì" l'agente dei corpi speciali Turkin è comparsa per caso. Il mito non ha semplicemente funzionato al 100%. E' diventato pericoloso ignorarlo e tanto più smascherarlo.

Telefono ai Totiev. Mi hanno detto che proprio questi sono stati attivi iniziatori della reintitolazione della via. Il 1 settembre 2004 la famiglia Totiev mandò a scuola 8 figli - ne tornarono due.

- Sento parlare per la prima volta della re-intitolazione della via. Ora chiedo a mia moglie... No, neanche lei lo sa. E cos'è il CSN?

- Appoggio pienamente questa iniziativa. Sono eroi! L'agente dei corpi speciali Turkin coprì una granata e salvò mio figlio Acamaz.

Cerco prudentemente di dire che non è affatto così.

- A che scopo mi fa domande? - la voce di Sergej Totiev suona tesa.

..."Lasciaci un pezzetto di mito della buona Russia", - dice un altro mio buon conoscente di Beslan. E riattacca con evidente sollievo.

_________
***In realtà i combattenti del CSN ricevettero l'ordine di entrare nella scuole (per la "ripulitura" finale) 2 ore dopo l'inizio del blitz, alle 15.10.

Ė lla Kesaeva, che conosce il procedimento penale su Beslan quasi a memoria, scrive: "Conducendo una nostra indagine indipendente sull'atto terroristico, ci è capitato un documento del procedimento penale, secondo cui subito dopo la presa degli ostaggi a Beslan furono inviati tre gruppi di questi reparti del CSN. In tutto a Beslan si trovavano circa 400 agenti dei corpi speciali. Tutti e tre i gruppi giunsero separatamente uno dall'altro e agirono autonomamente. Ognuno svolse il proprio compito..."

Chiamando via Komintern "via degli Eroi del CSN", si cerca di nascondere il crimine di alcuni con l'atto eroico di altri. I compiti che svolsero i diversi gruppi sono diventati oggetto di particolare interesse per le vittime di Beslan. Da 8 anni resta senza risposta una domanda essenziale: chi concretamente dei combattenti del reparto particolare segreto del CSN dello FSB eseguì un ordine criminale e alle 13.03 del 3 settembre 2004 sparò su una palestra piena di ostaggi con "Š meli" [8] e RPG [9]? Proprio con questi spari iniziò il blitz, nel corso del quale morirono ostaggi (186 bambini, 99 donne e 16 uomini), 10 agenti dei corpi speciali, 2 agenti dello MČ S [10] e 1 soccorritore civile.

Chi dette l'ordine e da dove giunse quest'ordine è più o meno chiaro. Nelle denunce alla Corte Europea, che hanno firmato quasi 500 vittime di Beslan, la responsabilità per l'inizio del blitz è attribuita alla leadership dello FSB, in particolare ai generali Pronič ev, Anisimov e Tichonov. La responsabilità politica alla leadership del paese, in particolare al presidente Putin. Le vittime hanno chiamato molte volte tutti questi cittadini russi (compreso Putin) nei tribunali russi in qualità di testimoni. Questi cittadini, ovviamente, non sono comparsi in tribunale.

La Corte Europea per i Diritti dell'Uomo chiama i testimoni assai raramente, là c'è un'altra procedura. In questa primavera il governo della Federazione Russa, evidentemente, ha ricevuto domande estremamente spiacevoli riguardanti la denuncia a Strasburgo degli abitanti di Beslan. Ma a queste domande è impossibile non rispondere. Tanto più che il silenzio porta a un risultato indesiderato perfino più rapidamente di un dialogo tra i denti.

E allora a Beslan sono iniziati di nuovo gli interrogatori delle vittime.


Ecco l'interrogatorio di una delle vittime di Beslan(al momento dell'atto terroristico questa donna aveva 13 anni, il nome e il cognome sono noti alla redazione ):

Domanda dell'inquirente A.N. Chalin: , come può affermare che spararono con carri armati e lanciafiamme nella denuncia da te firmata?"****

"Ma se nella palestra volò una palla di fuoco da fuori, cosa fu, se non lo sparo di un lanciafiamme?"

Inquirente A.N. Chalin: "Qui non è Lei a fare le domande. Risponda soltanto. Può dire cognomi e nomi di chi morì per colpa di questa palla di fuoco?"

Inquirente A.N. Chalin: Le è noto che per false deposizioni può essere incriminata?"

****La denuncia in tribunale per l'apertura del procedimento penale per l'uso di armi ad azione non selettiva durante il blitz fu fatta dai rappresentanti di "Golos Beslana" a nome di un gruppo di vittime e sulla base del rifiuto le vittime si rivolsero alla Corte Europea.

Ecco la trascrizione (formalizzata in una denuncia ufficiale) di un altro interrogatorio del genere a una vittima (di 60 anni). Gli inquirenti giunsero a casa da lei con computer e stampante.

ci cacciarono nella mensa, i terroristi sollevarono davanti alla finestra una donna con uno straccio bianco. E in quel momento spararono da fuori e la testa di questa donna fu portata via".

"Non sono di un'età in cui non si può capire. Capisco tutto questo. Ma ciò che fu, lo dico".

Ed ecco la testimonianza di Ė milija Bzarova. Il 7 settembre suo figlio Aslan avrebbe compiuto 18 anni.

"Mi portarono a un interrogatorio sotto scorta. L'inquirente chiese:

- Chi è stato ucciso dai lanciagranate?

- Mio figlio! - dissi.

- Chi è stato ucciso dai carri armati?

- Mio figlio! - dissi.

- Chi è stato ucciso dal lanciafiamme "Š mel'"?

Da 8 anni Ė milija cerca di venire a sapere la causa precisa della morte di suo figlio. E non può. Non la sanno neanche gli inquirenti. Perché fin dall'inizio non furono condotti esami medico-legali dei corpi dei morti. E in generale non furono fatti esami balistici. Gli inquirenti avevano molta fretta in quei giorni. "I familiari dei morti richiesero i corpi dei loro cari per la sepoltura. Non ci fu tempo per appurare le cause della morte degli ostaggi in condizioni di evidenza delle circostanze del loro decesso per colpa dei terroristi, che avevano fatto esplodere la palestra". Questo pretesto all'inizio delle indagini permise di chiudere la questione delle vere cause del decesso degli ostaggi.

Negli esami degli ostaggi di Beslan bruciati è scritto: "Non appare possibile determinare la causa della morte, in quanto si ha la carbonizzazione dei tessuti molli e delle ossa in seguito all'azione sul corpo di una fiamma aperta in mancanza di tracce di azione di altri fattori, tra cui anche di segni di ferite da schegge... Appurare se la fiamma abbia agito su vivi o su morti non appare possibile, in quanto non è stata condotta l'analisi interna "...

I familiari dei morti richiedono da molti anni che si conducano nuovi esami o che almeno si riconoscano inammissibili quelli che sono stati fatti. Ma in 127 istanze russe hanno ricevuto un rifiuto categorico.

..."Via Komintern è stata ribattezzata Via degli Eroi del CSN dopo numerose richieste degli stessi abitanti di Beslan", - così mi ha detto il sindaco di Beslan Mairbek Chubaev. Gli sono realmente riconoscente: in primo luogo, non si è nascosto dalle domande scomode. In secondo luogo, ha comunque ammesso che le vittime di Beslan non hanno avuto niente a che fare con l'iniziativa di eternare la memoria dello FSB a Beslan.

E' stata un'iniziativa dell'amministrazione locale di Beslan concordata con lo FSB della Federazione Russa.

- Ma con chi precisamente vi siete accordati su questa iniziativa allo FSB? - ho chiesto a Mairbek Soslanovič.

- Se permette, non risponderò a questa domanda, - ha reagito il sindaco di Beslan.

Ma alla fine della conversazione ha detto: "Sa, lo FSB aveva proposto di intitolare la via semplicemente "Via degli Eroi". Abbiamo aggiunto noi l'abbreviazione CSN. Probabilmente non è stata una decisione del tutto corretta ".

A Beslan si eterna la memoria dei corpi speciali dello FSB per la terza volta. La prima è stata al cimitero di Beslan. 300 lapidi uguali di granito rosa degli ostaggi morti e un po' a lato un giubbotto antiproiettile di bronzo che copre un orsetto di peluche. Nella scuola n. 1 di Beslan, di cui ora stanno facendo un complesso memoriale, cercando come di conservare intatta la scuola distrutta dai carri armati e dai lanciagranate, nel luogo del decesso di ogni agente dei corpi speciali è posta una targa in memoria. La logica della memoria coltivata accuratamente richiede tuttavia misure più radicali: così, una delle prime azioni per la costruzione del memoriale è stata la chiusura di tutti i buchi fatti dai proiettili da carro armato nei muri della scuola e la distruzione di tutte le tracce della caduta di granate. "Golos Beslana" ha chiesto senza successo che una tale "ricostruzione" della scena del crimine fosse dichiarata inammissibile fino alla conclusione delle indagini sul caso di Beslan. E gli inquirenti negli interrogatori recenti adesso minacciano azioni penali per falsa testimonianza, rimandando all'"assenza di tracce di cadute di proiettili da carro armato"...

Le tracce del crimine compiuto a Beslan si cancellano di fatto e in senso figurato. Il sindaco Chubaev ha dichiarato che a Beslan si programma di porre in mezzo a via Komintern un monumento con una targa in memoria, su cui ci sarà una dettagliata esposizione dell'atto eroico degli agenti dello FSB. Il quarto monumento del genere.

Girano insistentemente anche voci sul fatto che lo stesso memoriale di Beslan sarà intitolato agli eroi del CSN. Morti e vivi.

A Beslan non c'è alcuna via intitolata agli ostaggi di Beslan, molti dei quali si comportarono in modo sorprendentemente coraggioso. Nessuno dei 26 salvati da Ruslan Auš ev ha ringraziato il generale sovietico di etnia inguscia per essere stati salvati. Nessuno ha proposto di intitolare anche solo una pietruzza a Beslan al vero eroe - l'osseto Izrail Totoonti. Ma questi salvò molti ostaggi dalla palestra in fiamme. E proprio questi è il vero autore dello storico rapporto della commissione parlamentare dell'Ossezia del Nord, che per prima raccontò al mondo le reali e non mitologizzate circostanze della tragedia di Beslan.

La parte dispari di via Komintern è stata rinominata in modo molto interessante: le nuove targhette sono solo dal numero 75 al numero 165.

I padroni di casa del n. 75, Sveta e Valiko Margiev sono attivisti di "Golos Beslana" fin dai primi giorni. La targhetta su casa loro è stata attaccata in loro assenza e questi non hanno neanche notato subito "che erano diventati i primi di Via degli Eroi del CSN".

- Non ho notato a lungo la targhetta, - dice Sveta. - Ma non ci sarebbe mai venuta in mente una cosa del genere...

Dopo l'atto terroristico i Margiev hanno sepolto la figlia Ė l'vira. Nonostante l'età veneranda, hanno adottato un bambino e questo ha già iniziato la terza. Va bene a scuola, fa contenti i genitori. Poco tempo fa Sveta è stata chiamata per un interrogatorio e hanno minacciato di incriminarla per false deposizioni. Ma le sue sono molto semplici e immutabili. Il giorno 3 settembre nella palestra entrò in volo una palla di fuoco. Subito seguì un'esplosione. La figlia di Sveta rimase ferita. Perse conoscenza... Dopo il blitz Sveta trovò sua figlia all'obitorio completamente carbonizzata. Sveta Margieva mi ha detto: "A Beslan la Via degli Eroi del CSN è lo stesso che il Viale Putin a Groznyj".

Qualcuno, forse, ritiene che ciò sia pure necessario.



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