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Il regime oppressivo russo e la complicità della Chiesa ortodossa
Creato il 08 ottobre 2010 da AndreamLa Russia di Putin è un regime oppressivo
Molto scalpore ha fatto in Occidente l'assassinio di Anna Politkovskaja, giornalista che ha documentato i retroscena delle azioni russe nella guerra in Cecenia e che si è opposta al Presidente Vladimir Putin: avvenuto in circostanze misteriose, non ha un colpevole dopo che la polizia ha indagato con poca solerzia.
Ma Politkovskaja non è l'unico oppositore del regime che ha dovuto pagare personalmente il proprio impegno civile contro la corruzione.
Magomed Yevloyev, un giornalista che investigava in maniera indipendente sulla guerra civile in atto in Inguscezia, è stato arrestato con l'accusa di aver partecipato ad un attentato, e durante il trasporto presso la sede del Ministero dell'Interno è morto per un colpo alla testa partito «accidentalmente» dalla pistola di un poliziotto.
Mikhail Beketov ha continuato a denunciare le tangenti prese dall'amministrazione del suo paese per permettere illegali transazioni terriere, ed è stato selvaggiamente picchiato: ha perso tre dita di una mano, in modo da non poter più scrivere, e una gamba, e non è più in grado di formulare una frase a causa delle lesioni ricevute. Come lui sono stati picchiati i giornalisti Yuri Grachev, Maksim Zolotarev, Pyotr Lipatov (dalla polizia), Andrei Khmelevsky, Igor Belousov, tutti distintisi per la loro lotta in nome della legalità.
Tatyana Kazakova, invece, non è una giornalista, ma il sindaco di una città siberiana, nelle cui vicinanze esiste una villaggio vacanze dell'FSB, il successore del KGB; quando dei lavori nel villaggio hanno interrotto l'accesso della città alla fonte di acqua calda del paese (in cui si raggiungono i -30° in inverno), Kazakova ha fatto un esposto al procuratore, ma è stata lei ad essere incarcerata.
Aleksei Dymovsky è un ex-poliziotto che ha denunciato la corruzione endemica della polizia russa in un video indirizzato direttamente a Putin e che ha avuto larga diffusione in tutta la Russia: in cambio è stato radiato dalla polizia, arrestato con false accuse e ora condannato per diffamazione.
Naturalmente la repressione non è indirizzata solo contro singoli, ma anche contro giornali d'opposizione, partiti d'opposizione, associazioni per i diritti umani, gruppi ambientalisti. La polizia ha persino usato la scusa del software pirata per reprimere chiunque criticasse il governo: per anni gli oppositori sono stati accusati di avere software Microsoft pirata e per questo perseguiti, tanto che alla fine Microsoft ha deciso di concedere in licenza il proprio software alle associazioni non governative russe.
Il sostegno della Chiesa in cambio di privilegi
Anche in questo caso, come in tanti altri nei suoi due millenni di storia, la Chiesa (ortodossa) ha scelto di stare dalla parte del potere, riempendo il vuoto ideologico lasciato dalla caduta del Comunismo. Se durante il regime sovietico la Chiesa era una forza riformista e liberale, oggi è divenuta araldo del conservatorismo.
Le relazioni tra Stato e Chiesa sono state subito molto strette e ad alto livello. Il Patriarca russo partecipò alla cerimonia di installazione di Eltsin e ha benedetto sia Putin sia Medvedev subito dopo la loro installazione. A sua volta il Cremlino ha potuto fare pressioni sull'elezione del successore di Alessio II. In cambio del suo sostegno, la Chiesa ha ottenuto quello dello Stato, sia sotto forma di finanziamenti pubblici (quindicimila chiese sono state ricostruite dalla caduta del regime comunista), sia attraverso l'introduzione di tematiche religiose nei curricoli scolastici, sia con l'introduzione di una legislatura da essa ispirata (la Chiesa ha sostenuto la legge che ha reso l'omosessualità illegale in Russia). E, cosa peggiore, con la repressione degli oppositori della Chiesa.
I due curatori di una mostra in cui era esposto un dipinto raffigurante Gesù con la testa di Topolino sono stati condannati ad una multa per «incitamento all'odio religioso»; la Chiesa ha commentato che la multa inflitta era troppo bassa. La mostra, che conteneva altri due dipinti simili, era stata chiusa dopo pochi giorni a seguito delle devastazioni causate da un gruppo estremista, i cui membri sono stati rilasciati senza accuse dopo l'intervento della Chiesa.
Oleg Mavromatti è un regista ed un artista video che stava girando un film in cui veniva crocifisso. La Chiesa ortodossa l'ha accusato di denigrazione e di incitamento all'odio religioso e Mavromatti è dovuto fuggire in Bulgaria; l'amministrazione russa si è vendicata non rinnovandogli il passaporto e producendo un mandato di cattura Interpol.
Questo è, ovviamente, un caso particolare, ma dimostra un evento ricorrente: la Chiesa, tutte le Chiese, ha una particolare "predisposizione" per schierarsi dalla parte del Potere, quando questo le concede in cambio dei privilegi e l'autonomia nel suo ambito, e questo anche nei casi in cui il Potere è liberticida. Se davvero fosse guidata da un Dio buono e onnipotente, questo non dovrebbe essere possibile.
Per maggiori informazioni sul regime di terrore instaurato in Russia, consiglio il reportage «Above the Law» del The New York Times. Il post è ispirato da «Free Speech on Trial, Continued», del blog Daylight Atheism.
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