Sul vertice più alto della montagna, soffia un vento gelido che, come una lama, taglia il volto ed asciuga il sudore. L’obiettivo fino a ieri irraggiungibile, dopo innumerevoli sforzi e sacrifici, è divenuto realtà: la vetta impossibile è conquistata.
Lungo la salita, hai sofferto ma stretto i denti. Il percorso è impervio ma tu, deciso e determinato, eri pronto. Consapevole, non ti sei mai fermato e centimetro dopo centimetro hai domato il «mostro». Il momento magico in cui calpesti la sommità, sognato per anni, è finalmente giunto.
Hai conquistato il Potere.
Sei il numero uno.
Hai lo scettro.
Decidi.
Comandi.
Imponi.
Disponi.
Consumata l’euforia del successo, ti guardi intorno e scopri di essere rimasto solo.
Eppure all’inizio della scalata il gruppo era numeroso, solidale e coeso. Per superare le prime difficoltà comuni, si instaura anche una spontanea amicizia. Una squadra unita senza un leader, tu passi la borraccia al compagno che ti segue e ricevi frutta secca da chi ti precede. Insieme per annientare gli ostacoli, uniti per vincere.
Ma il duro tragitto seleziona la comitiva, i migliori proseguono, i deboli rallentano, gli sconfitti si ritirano.
Lassù in cima si soffre di solitudine … chi ci arriva, però, non se ne accorge (subito).
MMo