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"Il respiro del deserto" di Marco Buticchi: Caccia al tesoro di Gengis Khan

Creato il 16 novembre 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
respiro desertoTitolo: Il respiro del deserto
Autore: Marco Buticchi
Editore Longanesi
Data prima edizione: Settembre 2009
Pagine 630 
Trama: Mongolia, 1227. Qutula, scrivano di Gengis Khan, solo per caso riesce a scampare alla morte... E ora deve fuggire. Solo cambiando vita potrà nascondersi, pur rimanendo sotto gli occhi di tutti. Perché la bellissima Arqai - questo diventa il suo nome - è a conoscenza di un segreto: sa dove si trova la tomba dell'imperatore. E il suo favoloso tesoro. Aprile 1919, sul piroscafo Zeppelin. L'incontro ha il sapore della storia, ma i due ancora non lo sanno. Double Skinner ha solcato ogni mare sospinto dai venti oceanici, prima di combattere la Grande guerra al solo scopo di saldare il conto con i demoni che gli hanno divorato l'esistenza. Rimpatriando a bordo del piroscafo Zeppelin, incontra Harry Truman, futuro presidente degli Stati Uniti d'America. Tra i due nasce un'amicizia profonda, tanto che Skinner affida proprio a Truman non solo l'appassionante storia della sua vita, ma anche la custodia di un potente segreto, casa di morte e corruzione. Un segreto che risale a molti secoli prima, in Mongolia... Italia, 2008. Oswald Breil se ne innamora subito, non appena lo vede in disarmo nel porto della Spezia. Lo yacht Williamsburg un tempo era definito «Casa Bianca galleggiante», perché dimora prediletta del trentatreesimo presidente americano: Harry Truman. Breil l'acquista, procurandosi così l'ostilità di un avversario spietato, pronto a tutto pur di impossessarsi del segreto che, forse, è nascosto fra le paratie della nave. Un segreto dalle origini lontane, perse nel soffio impetuoso del vento che spira sul deserto...Basato su un'accurata ricostruzione storica, Il respiro del deserto è un romanzo dai toni epici, che pagina dopo pagina seduce il lettore e, con l'incalzante susseguirsi dei colpi di scena, lo fa trepidare per ogni avventura vissuta dai suoi indimenticabili protagonisti.
RECENSIONE respiro desertoRaccontare un romanzo di Buticchi non è affatto facile: ci si ritrova a dover fare enormi balzi in avanti e indietro nella Storia con la S maiuscola. E non sempre seguire l’ordine cronologico è possibile: innanzi tutto perché Buticchi non lo segue di certo, e in secondo luogo perché spesso conviene ricostruire gli avvenimenti da una determinata circostanza storica realmente accaduta. In questo caso si tratta dell’attentato al presidente americano Harry S. Truman del 1° Novembre 1950 ad opera di due attivisti per l’indipendenza di Porto Rico: Oscar Collazo e Griselio Torresola. I due attentatori fallirono il loro tentativo: Torresola rimase ucciso e Collazo fu condannato a morte per essere poi graziato. Buticchi ha attribuito a questo attentato un diverso significato, o meglio, un ulteriore: come sempre è l’avidità degli uomini a fare da protagonista per tutto l’arco del romanzo. Come in tutti i libri di Buticchi c’è infatti un tesoro, che può essere un oggetto di inestimabile valore che compie un percorso attraverso i secoli. In questo caso si tratta di un tesoro nel senso letterale del termine: quello sepolto insieme a Gengis Khan in un luogo segreto del suo immenso impero

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Federico II di Svevia

Tutti coloro che erano a conoscenza dell’ubicazione del tesoro sono morti più o meno volontariamente, tranne Qutula, lo scrivano personale del Khan a parte di ogni sua confidenza, che è stato negligentemente dimenticato dai figli dell’imperatore. Ora, a conoscenza del pericoloso segreto, vaga per l’enorme impero cercando di sfuggire ad una cattura che comporterebbe matematicamente la morte. Ma Qutula ha la fortuna di avere un aspetto molto effeminato e, poiché le guardie del Khan cercano un uomo, si trasforma nella bellissima Arqai, una fanciulla. Presto Arqai si imbatte in Fai-Jun, un mercante cinese di stoffe, che si spaccerà per suo marito. Fra mille peripezie, incontri, catture e fughe, i due diverranno sempre più ricchi e si sposteranno sempre più ad Ovest fino a giungere nella Palermo di Federico II.
Il tema dell’amore omosessuale viene appena sfiorato, senza alcun pregiudizio e senza destare la minima indignazione, perché laddove c’è l’amore tutto diventa naturale.
Le tracce del tesoro si perdono per un po’, si assopiscono in un angolo remoto del globo per risvegliarsi a secoli di distanza. A metà del XIX entra in gioco Double Skinner, un americano che racconterà la storia della sua vita proprio ad Harry S. Truman, che è ancora solamente un tenente che sta rientrando in patria dopo la Prima Guerra Mondiale. Skinner si imbatte per caso nella “mappa del tesoro”, e da quel momento la sua vita e quella dei suoi cari sarà perseguitata da una sorta di maledizione. Skinner non cercherà mai il tesoro, non è accecato dall’avidità che spinge invece i suoi antagonisti, uomini senza scrupoli che, braccati dalla giustizia non esiteranno a trasformarsi in autentici pirati.
Dunque, nel XX secolo il segreto passerà al senatore Truman, che diverrà poi il 33° presidente degli Stati Uniti d’America, e che subirà il famoso attentato nel 1950, quel presidente che amerà curare parte degli affari sul suo yacht, il Williamsburg.
«È lo yacht presidenziale Williamsburg, la nave appartenuta al presidente Harry Truman. Era anche chiamato The Sea Going White House, a sottolineare quanto il trentatreesimo presidente americano amasse soggiornare sul panfilo presidenziale piuttosto che alla Blair House, la residenza che gli era stata assegnata durante la ristrutturazione della Casa Bianca. Truman non si è mai sentito a proprio agio nella Blair House. E in fondo aveva i suoi buoni motivi, dato che nel novembre del 1950 due portoricani, Griselio Torresola e Oscar Collazo, avevano cercato di attentare alla vita del presidente. Truman ne uscì illeso, ma sul terreno rimasero i corpi di uno degli attentatori e di una guardia dei servizi di sicurezza...»

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Harry S. Truman

Il Williamsburg, detto anche Casa Bianca galleggiante, verrà acquistato ai giorni nostri da Oswald Breil. Per chi non avesse mai letto un libro di Buticchi, è doveroso aprire una parentesi. I protagonisti, quando la storia giunge ai giorni nostri, sono sempre gli stessi, qualunque sia il tesoro di cui seguiamo il percorso attraverso i secoli. Oswald Breil è un piccolo grande uomo: detto da alcuni “il nano”, è un ex-maggiore del Mossad, la potentissima rete di spionaggio israeliana, che, per un breve lasso di tempo, è stato anche Primo Ministro Israeliano. È innamorato della bella ricercatrice/archeologa italiana Sara Terracini, ed in questo episodio i due convivono, ma la loro relazione si è fatta troppo “pantofolaia” per un uomo d’azione qual è Oswald Breil. Incapricciatosi del Williamsburg, dopo aver ricevuto un’ingente eredità, Breil si troverà a contenderlo con Peter Araldo, il presidente della NRG Corporation, una società leader negli Stati Uniti, e in tutto il mondo, per la raccolta e lo smaltimento di rifiuti di qualsiasi genere. Ma neanche quando Oswald avrà acquistato e ristrutturato il Williamsburg, Araldo lo lascerà in pace. Perché?
Partendo da fatti e figure storiche di grande rilievo, Buticchi intesse una fitta rete di personaggi inossidabili, le cui avventure sembrano non avere mai fine, nonostante continue avversità, attentati, guerre e calamità naturali, per attraversare la storia nei secoli, andando a toccare tutti e cinque i continenti. Sembra impossibile effettivamente che, nello stesso libro in cui uno dei protagonisti è Truman, all’improvviso faccia capolino con gran naturalezza Federico II, solo per citare un altro personaggio storico di enorme spicco.

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Un clipper

L'amore per il mare di Buticchi, che è spezzino, si percepisce in ciascuna delle sezioni storiche del libro: c’è sempre una nave a fare da protagonista, il Williamsburg, la Champion of The Seas, il clipper su cui Double Skinner si imbarca giovanissimo, la Leizu, la giunca di Arqai e Fai-Jun, il piroscafo Zeppelin, su cui Skinner e Truman si conoscono. Incontriamo più volte i pirati, sia nel XIII secolo che nel XIX e numerosissime sono le battaglie navali ingaggiate, appassionanti anche per i non esperti. Percorriamo le rotte commerciali del Mediterraneo e del Mar Rosso nel Medioevo, circumnavighiamo l’Africa con i clipper che trasportano merci dall’Inghilterra all’Australia battendo record di velocità, e navighiamo Atlantico e Pacifico.
Il libro è suddiviso in sei parti, oltre al Prologo e all’Epilogo, ciascuna delle quali si dedica quasi interamente ad un solo periodo storico, contrariamente ai precedenti romanzi di Buticchi, in cui ogni capitolo aveva un differente protagonista, interrompendo continuamente la sequenza temporale. L’effetto è tuttavia analogo: si abbandona un periodo storico con immensa riluttanza, finché non ci si cala, quasi immediatamente, nella storia che segue e nelle sue rocambolesche avventure. Lo stile narrativo è veloce ed asciutto, con una terza persona onnisciente che guarda dall’alto e non giudica, lasciando parlare i fatti, come in ogni buon romanzo d’avventura. Buticchi si conferma un eccellente scrittore d’avventura, allo stesso livello, anzi, anche un gradino al di sopra, dei migliori romanzieri del genere, con una precisione storica che gli consente di muoversi a suo agio da un secolo all’altro senza fallo, ed una cura dei particolari che sono frutto di un’infaticabile ricerca e di un’enorme passione.
Se non avete mai letto Buticchi, è giunto il momento di farlo! respiro deserto L’Autore: Marco Buticchi è nato alla Spezia e ha viaggiato moltissimo per lavoro, mutrendo così anche la sua curiosità, il suo gusto per l'avventura e la sua attenzione per la storia e il particolare fascino dei tanti luoghi che ha visitato. E' il primo autore italiano pubblicato da Longanesi nella collana «I maestri dell'avventura» (accanto a Wilbur Smith, Clive Cussler e Patrick O'Brian), in cui sono apparsi con grande successo di pubblico e di critica Le Pietre della Luna (1997), Menorah (1998), Profezia (2000), La nave d'oro (2003), L'anello dei re (2005) e Il vento dei demoni (2007), disponibili anche in edizione TEA. L’ultimo suo romanzo, La voce del destino, è stato pubblicato a Settembre 2011 da Longanesi. A dicembre 2008 è stato nominato Commendatore dal Presidente della Repubblica per aver contribuito alla diffusione della lingua e della letteratura italiana anche all'estero.
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