David Lloyd (Enfield, 1950) è un fumettista inglese, conosciuto soprattutto per aver illustrato V for Vendetta, uno dei capolavori dell’acclamato sceneggiatore inglese Alan Moore. Iniziò a lavorare nel mondo dei fumetti nella seconda metà degli anni settanta, lavorando per Halls of Horror, TV Comic e per alcune testate della Marvel Comics. Fu il creatore, insieme allo scrittore Steve Parkhouse, di Nightraven, personaggio dalle forti connotazioni pulp protagonista dell’omonima testata. Quando Dez Skinn, ex-redattore della Marvel, nel 1982 fondò la rivista Warrior, chiese a Lloyd di creare un nuovo personaggio. Lloyd, insieme ad Alan Moore diede vita a V for Vendetta. Lloyd ebbe un ruolo fondamentale nella caratterizzazione del personaggio, cui diede il travestimento – e soprattutto la maschera – di Guy Fawkes; inoltre suggerì a Moore di evitare onomatopee, didascalie, e voci fuori campo. Lloyd lavorò in seguito a ESPers, con lo scrittore James Hudnall, per la Eclipse Comics; poi si dedicò a Hellblazer sui testi di Grant Morrison e Jamie Delano; a Storie di Guerra, dell’irlandese Garth Ennis, per la DC Comics; e a Global Frequency, di Warren Ellis, per la Wildstorm. Ha anche realizzato la graphic novel Kickback, scritta e disegnata per la casa editrice francese Editions Carabas. David Lloyd è ora impegnato nel progetto antologico pubblicato esclusivamente in rete, Aces Weekly.
Salve, sono de Lo Spazio Bianco.it, un sito italiano di fumetti. Vorremmo rivolgerle alcune domande. La prima è: cosa pensa dell’evoluzione che V, e specialmente l’icona della maschera di V, hanno avuto all’interno del Movimento, intendendo il movimento politico, oggi?
Credo sia una cosa particolarmente positiva perché la grandezza dell’immagine di V, rappresentata dalla maschera, consiste nell’essere un’immagine neutra. Per questo può essere impiegata in ogni manifestazione contro qualsiasi tirannia, anche quelle solo percepite, da qualcuno che si sente oppresso culturalmente, socialmente o politicamente ed è una cosa magnifica che un simbolo del genere esista e possa essere impiegato da chiunque, nel senso che può essere usato in tutto il mondo in ogni tipo di manifestazione semplicemente perché vuol dire resistenza, resistenza all’autoritarismo, ed è una cosa magnifica.
Crede che il simbolo sia stato in qualche modo distorto dal film dei Wachowski o ancora mantiene la sua forza ribelle e crede di sé stesso di essere un ribelle?
Beh, io credo che i Wachowski non potessero diffondere il messaggio, cioè uno dei messaggi principali di V che è, come lei sa, il valore dell’Anarchia. Non potevano farlo: in un film di Hollywood è impossibile una cosa del genere. Ciò che potevano fare era imprimere sulle persone attraverso il film il bisogno assoluto, essenziale dell’individualità e se si prendono l’unicità e gli individui e li si combina in una protesta di massa che distrugge lo stato e rende le funzioni di governo impossibili, allora si ha il caos che può condurre all’Anarchia. I Wachowski si potevano spingere fin li, con quello che hanno mostrato nel film. Sono un ribelle in un senso solo: non credo che il conformismo abbia valore in sé, ecco perché l’individuo è così importante. L’individuo deve costruirsi un proprio apparato intellettuale e non seguire il gregge. Troppe persone seguono il gregge, troppe persone si comportano come pecore; se smettessimo tutti di comportarci in questo modo e seguissimo i nostri veri ideali personali avremmo una splendida società, è solo che non lo fa nessuno, ci comportiamo come gli altri o lasciamo che qualcun altro agisca al nostro posto ed è questo il grande problema.
Vorrebbe parlarci del suo ultimo progetto Aces Weekly?
Aces Weekly è molto importante per me, è anche un esempio di quello che dicevo prima, perché ciò che sto facendo con esso, per la prima volta nella veste di editore, è di mettere insieme un gruppo di grandi creativi per produrre una rivista antologica. È solamente in rete e fondamentalmente l’idea è di realizzarla esclusivamente sul video invece che in formato cartaceo perché quando si realizza una rivista in formato cartaceo ci sono le spese di stampa, di stoccaggio, di distribuzione, e ciò si sottrae al guadagno dei creativi. Il modo in cui è realizzata crea un filo diretto tra il compratore e il creativo e tutti i soldi che entrano attraverso gli abbonamenti vengono divisi equamente. È un nuovo modo di realizzare fumetti, una maniera migliore per guadagnare soldi, più equa. Sono sempre alla ricerca di cose nuove e modi diversi di creare, questo è il modo più appropriato per descrivere il mio essere un ribelle, per rispondere alla sua domanda precedente. Aces Weekly è estremamente importante per me, il sito è www.acesweekly.co.uk e spero che si possa realizzare una versione italiana, questa è una cosa che potrebbe interessate chi mi segue, una versione italiana di quello che stiamo realizzando ora e mi piace farlo.
Passiamo all’ultima domanda: qual è la sua opinione sull’Italia, sulla nostra situazione, politica e non, perché ultimamente ha trascorso molto tempo in Italia, ha viaggiato molto. Il suo specifico punto di vista come disegnatore è un modo caratteristico di osservare i particolari, tutte le sfumature, quindi vorremmo sapere che ne pensa.
Amo l’Italia, è il motivo per cui non vedo l’ora di venire qui, è un posto stupendo, ci sono persone bellissime, un ottimo vino e cibo gustoso.
E riguardo alla questione politica?
Sul piano della politica è veramente un paese affascinante. Credo che la politica in qualche modo rifletta anche le persone. Le persone sono del tipo aperto al cambiamento e amano la moda e gli spettacoli, gli piacciono i cambiamenti e sicuramente ne hanno molti al governo quindi credo che gli Italiani amino una vita interessante, forse è per questo che avete così tanti governi di intesa e così tanti cambiamenti al governo…
[Ironicamente] Pionieri in nuovi modi di affrontare il potere politico.
Certo, certo.
Grazie mille, è stato un piacere.
È stato un piacere anche per me.
Intervista rilasciata dal vivo il 6 aprile 2013
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