CONOSCIUTO ANCHE COME BECCAFICO, NIDIFICA A PRIMAVERA NEI NOSTRI BOSCHI
Tra le specie migratrici che, all’arrivo della Primavera, scelgono il nostro Paese per nidificare, il Rigogolo (Oriolus oriolus) è certamente uno degli uccelli più belli. Al pari di altre bellissime specie migratrici dai colori esotici come il Gruccione, la Ghiandaia marina e l’Upupa, si tratta di una specie che migra in estate in Europa e in Asia occidentale per la riproduzione e che trascorre l’inverno in Africa centrale e meridionale. E’ l’unico rappresentante della Famiglia Oriolidae che nidifica nelle regioni temperate dell’emisfero settentrionale.
Descrizione. Il Rigogolo maschio è inconfondibile, giallo brillante con ali e coda nere. La femmina e i giovani sono invece di colore verde-giallo pallido con ali e coda scure; le parti inferiori sono striate di grigio chiaro. La femmina si può confondere con il picchio verde dal quale si riconosce facilmente per l’assenza di rosso sul capo. I Rigogoli sono uccelli molto timidi, e anche il maschio è difficile da vedere perchè si nasconde nel fogliame dei grandi alberi, spesso sulla chioma. In volo è simile ad un Tordo, con volo forte e diretto e ondulazioni sulle distanze più lunghe e con una caratteristica “impennata” per raggiungere il fogliame. Lunghezza 24 cm; peso: 70 gr.; apertura alare: 43-48 cm.
Etimologia. Il termine “rigogolo” è stato utilizzato nel 18 ° secolo ed è un adattamento del nome scientifico latino che deriva da “Aureolus”, d’oro, per via del giallo dorato delle piume del maschio. Alberto Magno utilizzò la forma latina oriolus nel 1250 ed erroneamente lo dichiarò come onomatopeico a causa del canto del rigogolo. Fino al XVIII secolo, infatti la specie era chiamata infatti Beccafico reale. In Inglese il Rigogolo è chiamato Eurasian Golden Oriole o semplicemente Golden Oriole.
Il vero Beccafico (Sylvia borin), nome con cui è chiamato il Rigogolo
In Abruzzo e Molise la specie è ampiamente distribuita nei luoghi adatti (boschi, frutteti, parchi ecc). Questa specie è chiamata, “lu Beccafiche“, probabilmente per l’abitudine di nutrirsi di frutta. Il vero Beccafico (Sylvia borin), però, è un uccello completamente diverso, dai colori estremamente mimetici e che, al contrario di quanto indica il nome, è un insettivoro. In alcune località del vastese (Celenza sul Trigno), tra i pochi anziani che ricordano gli antichi nomi della fauna locale, il Rigogolo è chiamato “la Ràule”, che deriva direttamente dal nome latino della specie, oriolus. Anche in Puglia (Mattinata, Monte S. Angelo) è chiamato jRàule.
Altri nomi dialettali in Italia sono: Galvedre (cremonese), Galbèr (bergamasco), Trusuleu (Calabria), Beccafic (Marche), Gavle (Urbino), Cusufai (Salento), golo (grossetano), ecc.
Alimentazione e Riproduzione. Si nutrono di insetti e frutta. Costruiscono nidi molto caratteristici, unici nel genere. Infatti, il nido è una sorta di cestino pendulo abilmente intrecciato alle biforcazione dei rami, spesso in aree con presenza di corsi d’acqua. Depongono da 3 a 6 uova. Hanno un verso di allarme simile a quello della ghiandaia, mentre il canto di richiamo è un bellissimo e flautato weela-wee-ooo oppure o-iii-ole, inconfondibile, una volta ascoltato.
Distribuzione e Habitat. L’areale di distribuzione della specie si estende dal Portogallo, Spagna e Francia, Italia alla Polonia, Russia, Balcani, Turchia e Asia occidentale al Caucaso fino alla Mongolia e la Cina. Svernano in Africa centrale e meridionale. In genere migrano durante la notte, ma possono viaggiare durante il giorno nella migrazione primaverile. Durante la migrazione autunnale migrano attraverso il Mediterraneo orientale, dove si nutrono di frutta.
In Europa occidentale preferiscono boschi di latifoglie aperti e piantagioni, boschi cedui, foresta fluviale, frutteti, ampi giardini, in Europa orientale possono abitare la foresta e i boschi misti o di conifere. In genere evitano habitat senza alberi. Nel loro habitat di svernamento frequentano numerosi ambienti, dalle zone semi-aride ai umidi boschi, alte foreste, foreste fluviali e savana. Rigogoli hanno un range estremamente ampio con grandi popolazioni apparentemente stabili. Rigogoli hanno un range estremamente ampio con grandi popolazioni apparentemente stabili.
Il Rigogolo è una specie tutelata ai sensi della L. n.157 dell’11-2-1992 “Norme per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio” e specie strettamente protetta in base alla Direttiva di Berna del 19-9-1979 (Allegato II). Sebbene la specie nel suo areale complessivo non risulta particolarmente minacciata, in Italia sembra si stia verificando una diminuzione della presenza, probabilmente per via della modificazione degli habitat ideali alla nidificazione.
Scritto da: Ivan Serafini