L’idea di tramutare l’All Star Game in una sfida tra giocatori NBA statunitensi, contro quelli “internationals” stuzzica un po’ tutti. Adidas, sempre attenta ai giovani prospetti, da cinque anni propone un torneo tra i migliori Under del globo, l’Adidas Nations. Il famosissimo brand tedesco dal 2007 organizza questo evento, non molto famoso in Italia a dire il vero, anche se in passato hanno partecipato giocatori come Derrick Rose, Raymond Felton, Serge Ibaka, Josh Smith, Tyreke Evans, Kevin Love e tantissimi altri ragazzi che si stanno ritagliando un loro spazio nella NBA.
Le peculiarità di questo torneo sono parecchie: innanzi tutto bisogna capire chi partecipa. Gli uomini Adidas hanno creato delle selezioni di Africa, America Latina, Asia, Australia ed Europa (in realtà quest’anno era la nazionale Croata), oltre a quattro squadre composte da giocatori dei vari college statunitensi. Altra caratteristica che rende la competizione davvero particolare è che si giocano sei partite contemporaneamente… in tre città diverse però! Quest’anno sono state Chicago, Los Angeles e Houston a fare da cornice alle operazioni: ovviamente cose interessanti se ne sono viste parecchie. Dalla fisicità della squadra Africana, alla etereogenità di quella Asiatica, fino ad arrivare all’enorme bacino degli USA che ha vinto entrambe i gironi con le proprie selezioni.
Ma scout ed addetti ai lavori non si sono divisi in tre per ammirare l’organizzazione della competizione, bensì per ammirare i futuri giocatori NBA. La fatica è però stata ripagata perchè dopo parecchi anni si sono rivisti dei big man davvero interessanti a cominciare dall’incredibile Steven Adams (nella foto). Incredibile perchè nessuno lo conosceva, ma il 2 e 12 Neozelandese si è dimostrato un ragazzo dall’enorme talento, fisico e tecnico che potrà giocare da centro puro ma anche da quattro visto le ottime doti balistiche dalla media distanza. Il più atteso di tutti però era Andre Drummond, altro lungo dal potenziale quasi infinito, non a caso dato da molti come prima scelta assoluta al prossimo Draft. Il ragazzo di Mount Vernon (New York) ha la stessa esuberanza fisica di Amar’e Stoudemire, candidandosi a diventare il suo erede naturale.
Anche se quest’anno la NBA non dovesse aprire i battenti, possiamo guardare al futuro con serenità!
Queste alcune delle migliori giocate: