Come ogni squadra perbene prima dell'inizio del campionato, questa settimana il nostro Dipartimento si è ritirato per due giorni per discutere del prossimo semestre, come di usanza svedese (ne ha raccontato anche Bixx recentemente nel suo blog irriverente ma molto divertente). Questo significa due giornate intere passate in un castello in campagna, vicino a Stoccolma, completamente spesate, alloggio e pasti inclusi. L'unico piccolo difetto di questo ritiro è stato il fatto che mi sono dovuta godere circa 15 ore di discussioni, gruppi di lavoro, presentazioni e chiacchere interamente in svedese. E' decisamente frustrante non capire niente di quello che dicono intorno a te. Sono stata tutto il tempo a cercare le parole nel minidizionario che avevo con me per capire qualcosa. Ovviamente è stato anche un ottimo incentivo per buttarmi a testa bassa nello studio della lingua.Dall'altra parte questo ritiro è stata l'occasione per conoscere tutti i miei colleghi e da questo punto di vista mi è stato davvero utile. Eravamo circa trentacinque, e ho scambiato due parole più o meno con tutti. Ho sentito alcune storie di vita decisamente interessanti. Come quella di un professore di origine ceca che è emigrata dalla Cecoslovacchia durante il regime socialista scappando in Svezia da una conferenza di Helsinki, con l'aiuto di un suo collega e amico ungherese (che per giunta era il capo del mio Dipartimento quando facevo quell'anno di dottorato a Budapest, quindi lo conosco abbastanza bene), o quella di una professoressa sposata con un ricercatore iraniano, conosciuto nella biblioteca dell'università vent'anni fa, con cui adesso ha tre figli insieme. Lei mi ha raccontato che andò in Iran la prima volta a visitare la famiglia di lui quando era in maternità, e le autorità le presero il passaporto e non potè lasciare il paese per sei mesi. Insomma, si incontrano sempre tante persone interessanti. Devo dire che ho anche diverse colleghe molto belle e molto bionde, di cui diverse di mezza età. Insieme a me c'è un altro nuovo arrivato, una finlandese, ma lei ha già passato dei periodi di ricerca a Örebro, e parla benissimo lo svedese che in Finlandia è la seconda lingua ufficiale ed è obbligatorio a scuola.
Il culmine del ritiro però è stata la serata passata a casa di uno dei colleghi che abitava in una "modesta" villa di circa 500 metri quadri con tanto di depéndance, lago ed ettari di bosco. Nella foto accanto vedete la vista dall'entrata della casa. Non devo dire neanche che alcuni hanno fatto una nuotata nel lago, anche se fuori c'erano circa 15 gradi la sera. (Ma l'acqua effettivamente era abbastanza calda.) Il programma alternativo è stato andare a fare tiro al piattello e tiro a segno nel bosco, cosa che hanno provato quasi tutti (pure Gabriele), io no, anche se mi sarebbe piaciuta, ma non mi sembrava l'occasione migliore).Per chiudere ecco una foto scattata nel bel mezzo del programma alternativo alla nuotata, in cui vedete Gabriele che sta per tirare a segno, Filippo (il mio collega e amico grazie al quale sono capitata in Svezia, per chi non sapesse) che gli sta dando dei consigli strategici e il padrone di casa che sta preparando l'occorrente.




