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Il rito dell’ ombra – 2° parte

Creato il 14 settembre 2010 da Ghezzo Claudio @GhezzoClaudio

A Venezia andar per osterie assaggiare buon vino e gustarsi “cichetti” è una consuetudine che ha radici antiche. Ecco i segreti di questo peregrinare fra un “bàcaro” e l’altro. 

Ma percè il termine “Ombra”?

Chi non è veneto non lo indovinerebbe mai: ombra perché il vino si sorseggiava un tempo all’ombra del campanile di San Marco e perchè l’inconfondibile bicchiere un po’svasato, che una volta si trattava in tutte le osterie del Veneto, conteneva solo un’ombra, ovvero un accenno di vino,che era merce preziosa a   quei tempi.

Una storia curiosa, come è singolare del resto l’origine del saluto confidenziale “ciao”, oggi utilizzato in tutto il mondo ma che nacque proprio a Venezia negli anni d’oro della Serenissima, nel Sei-Settecento, quando la gente nel congedarsi da un incontro era avvezza dire con reverenza “S-ciavo suo”, ovvero “Sciavo suo…”. L’espressione si è poi contratta in un gergale “s-ciavo”,poi ridotto a “s-ciao” per diventare in fine “ciao”. Oggi questo è il saluto italiano per antonomasia , ma la sia origine è indiscutibilmente veneziana.

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