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Il ritorno del baratto

Creato il 08 febbraio 2013 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

costumee società piccoloLa crisi economica ha fatto tornare di moda l’istituto del baratto. Le forme sono nuove e a volte curiose, ce ne parla Tg2 Costume e società, il magazine di approfondimento,  una sorta di terza pagina filmata del principale quotidiano del tg2, ovvero il TG2 delle 13,00. Entriamo nel vivo della notizia. In tempi di crisi è necessario correre ai ripari. Immaginiamo di non voler rinunciare ad una cena tipica toscana avendo la possibilità di non sborsare un euro per il conto, ma solo scambiando qualcosa che già si ha a disposizione in casa e allora con due bottiglie di vino si riceve un primo, per un dvd un piatto di patate e per ubaratto1n portachiavi, un dolce.

Tre amici nella vita sono diventati soci, hanno aperto un locale, lanciando nel tanto chiacchierato mondo della ristorazione una ironica provocazione “scaccia-crisi”. Un ristorante dove rinasce l‘arte del baratto che, in tempi di Internet appare assai strano, ma si sa che la crisi aguzza l’ingegno  e si fa di necessità virtù. Dunque ecco l’idea: barattare  un oggetto o un prodotto fresco con la cena, ottenendo o uno sconto sulla consumazione o addirittura la gratuità, dando la possibilità a tutti di passare una serata in compagnia anche quando il portafoglio non lo permetterebbe. Ed ecco che una delle più antiche pratiche del mondo torna in auge e anche con un certo successo e tra curiosi, increduli e qualche malfidente nel ristorante fiorentino è ormai una processione. Aggiungendoci  una dose di ironia che nel territorio della goliardia non manca,  risparmiare diventa meno faticoso. E se qualcuno cerca di scambiare suocere o figlie adolescenti con una buona “ribollita”, la risata è assicurata.

“C’è chi viene a vedere perché non

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crede che si possa fare – dice uno dei gestori – vien preso come scherzo invece alla fine si risparmia sul serio, sulla cena”.

La trattativa è dunque molto seria e chiara. Lo scambio diretto l’unica regola. La valutazione della merce va fatta prima di sedersi a tavola. Gli avventori potranno accordarsi  su cosa, quanto e come barattare.  Tra i generi accettati per lo scambio? Priorità alle primizie contadine delle campagne toscane. ” Quando uno ha un bene in più e che non riesce ad utilizzare, un ortolano che al mercato non è riuscito a piazzare la sua merce, la porta a noi, la valutiamo – affermano i gestori – e la si scala dal prezzo della cena quindi per noi è comunque materia fresca che entra a Km zero e la persona riesce a togliersi uno sfizio come andare al ristorante”.  Uno scambio equo, ma ben negoziati anche oggetti di bricolage e di desig,  artigianato locale, antiquariato e modernariato inclusi. Inoltre “gli utensili più belli – assicurano i gestori – sono esposti all’interno del ristorante. E questo proprio per rafforzare l’idea di Ristorante concepito per la gente, quella gente che ha qualcosa da dire però, da raccontare. Si garantisce oltre alla qualità del menù anche la possibilità di  assistere a veri e propri momenti di “mercanteggio” pre e post-pasto, come avveniva un tempo nelle vecchie botteghe fiorentine.

I tavoli sono pochi, circa 40, e il menù tipico toscano, quello della nonna, per intendersi,  dalle porzioni abbondanti e dai prezzi popolari, un punto di ritrovo, caloroso e accogliente. Si entra e, prima di sedersi, si mercanteggia con i titolari dando vita a scene piuttosto divertenti e poi dritti a soddisfare il palato.

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La crisi economica sta costringendo molti italiani a tagliare le spese superflue. E tra queste sono a rischio soprattutto le uscite con gli amici e le cene fuori casa. Ma proprio per ovviare a questa situazione  Firenze punta sul sistema economico più antico: il baratto. Prenda nota dunque chi dice che gli italiani son perduti, nella patria di Dante è nato il primo ristorante nel quale è possibile barattare una “fiorentina” con una cesta di agrumi, poi si uscirà appagati e sorridenti senza aver svuotato completamente il portafoglio.


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