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Il ritorno dell'ebola /Un'opportunità per riflettere e tentare semmai di cambiare rotta

Creato il 30 marzo 2014 da Marianna06

 

Ebola_uganda

 

Era l'aprile del 1995,quando improvvisamente il mondo scoprì  l'esisistenza della congregazione religiosa femminile delle suore  Poverelle di Bergamo.

 A Kikwit, nel Congo, le suore missionarie lottavano contro il terribile e misterioso virus Ebola. Lottavano e morivano.

 

 Una dopo l'altra, sei suore delle Poverelle persero la vita dopo avere contratto il virus nei padiglioni dell'ospedale di Kikwit.
Morirono insieme a centinaia, migliaia di congolesi. Le religiose sapevano della malattia, ma non vollero lasciare il proprio posto.

 

Diciotto anni dopo, il 28 aprile prossimo, verrà ufficialmente aperta la procedura di beatificazione.
Anche in questi ultimi mesi, in Guinea Conackry in primis e in altri Paese dell’Africa,  ad esempio l'Uganda,il virus dell’Ebola è ricomparso con tutta la scia di morte che ne consegue e di cui non sempre le autorità del luogo danno adeguatamente notizia.

 

Più che martiri (che nel nascondimento ci sono e non sono neanche pochi) si vorrebbe per l’Africa odierna e per gli africani più  salute e benessere.

E, ancora, per chi li accompagna, che faccia  da fratello o sorella maggiore  ma nei limiti.

 

Cioè sia pronto a farsi da parte al momento opportuno per consentire la dovuta autonomia.

 

Una riflessione tocca invece ai suoi governanti, ai "padri padroni", ai tirannelli che di questi giorni scalciano per farsi rieleggere alle prossime politiche e che, semmai, dovrebbero  farla finita con corruzione e arricchimenti illeciti, di cui il mondo che segue i "media" è bene a conoscenza.

 

Diversamente, parlando d’Africa, si continuerà a lamentare le consuete “geremiadi” per chissà quanto tempo.

 

E noi, e con noi tutta l’Africa giovane e istruita (cioè le nuove generazioni), vorremmo che così non fosse più.

 

L’ebola dei nostri giorni, sia pure tragicamente,  possa fungere da richiamo. E un po’ per tutti.

 

Stop ai martiri e al martirio.  Ci s'impegni, senza nulla togliere all'abnegazione caritatevole e disinteressata, che  pure esiste, solo  per la vita.

 

Ma una vita (ne abbiamo una soltanto) che sia degna di tale nome anche  dove la complessità del contesto pone, come in Africa, mille  ostacoli.

 

Quando si vuole, si può. Così  anche la testimonianza di certi martiri avrà avuto e avrà un senso.

     a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

  


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