In realtà, La leggenda del vento appare più come uno spin off che un vero e proprio seguito della saga: si tratta, infatti, di un romanzo complesso, costruito con due vicende che si incastrano l’una con l’altra, in cui il protagonista e voce narrante è quella del pistolero, Roland Deschain.
La vicenda si svolge durante una letale tempesta di ghiaccio che colpisce il Medio Mondo. Roland e i suoi compagni di viaggio sono raccolti in un rifugio, scaldati da un fuoco e lì il pistolero inizia a narrare della sua infanzia e della giovinezza, attraverso una narrazione che procede con un gioco di scatole cinesi. Sarebbe stato impossibile – o quasi – riprendere le fila delle vicende della Torre nera, giunta all’epilogo finale nel 2004.King ha scelto la strada più semplice presentandola però in maniera particolare: parlare del passato di Roland Deschain nel momento in cui la sua “storia” era ancora in fieri, quando ancora doveva diventare il pistolero leggendario che noi conosciamo.Temporalmente, questo romanzo si pone tra il quarto e il quinto della serie, ma è assolutamente indipendente da quest'ultima. Ha portato luce in quella zona d’ombra che era il passato del suo protagonista grazie a questa “storia per un giorno” e nello stesso tempo, ha ricreato una nuova, affascinante avventura in cui i nemici del passato si sovrappongono con le paure presenti e con i dubbi di un uomo che deve affrontare non solo una minaccia esterna ma anche il peso dei propri dolorosi ricordi.
Il volume rappresenta una sorta di refreshment per i cultori della saga ma, nello stesso tempo, può essere letto autonomamente e dunque consente a nuovi lettori di accostarsi a questa saga tanto impegnativa quando ponderosa. Sì, poiché la Torre nera è sicuramente l’opera più complessa e amata di King: sette volumi, più di tremila pagine, una pletora di personaggi e scenari, un mondo parallelo complicato e crudele. Nella saga troviamo le cifre stilistiche tipiche di quest’Autore: personaggi descritti in maniera minuziosa ma non pedante dal punto di vista psicologico, un orrore che non è mai fine a se stesso ma che è funzionale all’azione e all’evoluzione dei characters, ambientazioni descritte con pochi rapidi tratti.
La serie, essendo molto lunga e corposa, non è omogenea per livello e scrittura. Ricordiamo che, nello stesso periodo, King subì un terribile incidente d’auto e quando riprese a scrivere si dedicò a portare a termine quella che è forse l’opera che egli ama di più. In alcuni punti vi sono ingenuità e cadute di ritmo, legate probabilmente alla sua mole o alla fretta con cui è stata scritta. Tuttavia rimane un punto fermo essenziale per comprendere King e la sua produzione, sia quella fantastica – come i romanzi scritti in collaborazione con Peter Straub – che quella strettamente horror e la sua successiva evoluzione.