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Il ritorno di Sherlock Holmes

Creato il 12 febbraio 2013 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Il ritorno di Sherlock HolmesDa Fralerighe n. 3

A volte ritornano.

Assecondando le pressanti richieste del suo pubblico, che non aveva mandato giù la prematura dipartita di Sherlock Holmes nel duello fatale con il professor Moriarty narrato ne L’ultima avventura, in questa silloge Sir Conan Doyle riporta in vita il famoso investigatore.

Il ritorno di Sherlock Holmes è un corpus costituito da tredici racconti pubblicato nel 1905. Come recita il titolo, la raccolta sancisce la “resurrezione” del detective e la sua miracolosa ricomparsa sulla scena londinese.

Ne L’avventura della casa vuota, il racconto che apre l’antologia, una morte strana e inaspettata si abbatte su Ronald Adair, “pacifico giovane aristocratico”. Siamo nella primavera del 1894 e Sherlock Holmes è morto da tre anni lasciando un vuoto incolmabile e una piena libertà di azione ai criminali più incalliti del Regno. Quando il “mistero di Park Lane” sconvolge la capitale, il dottor Watson sente più forte che mai la mancanza del detective scomparso, il quale non tarderà a palesarsi sotto le spoglie di un collezionista di libri anziano e deforme. Dopo aver prestato soccorso, fiaschetta di brandy alla mano, al fedele biografo venuto meno per la sorpresa, sarà lo stesso Sherlock Holmes a spiegare come sia sopravvissuto all’abbraccio mortale del suo nemico fra le asperità delle montagne svizzere. L’avventura s’incanala quindi sui binari consueti e si rivela tipicamente – e meravigliosamente – “sherlockiana”: coadiuvato dallo sempre zelante ispettore Lestrade, Holmes riveste i panni del segugio infallibile che siamo abituati ad ammirare e risolve brillantemente il caso.

Il passato è passato, sembra sottintendere Conan Doyle nella prima di una – lunga – serie di nuove avventure dell’eroe redivivo: con buona pace del Professor Moriarty e dei suoi sodali, il detective più arguto di tutti i tempi è nuovamente libero di dedicarsi “a quei piccoli, interessanti problemi che la vita londinese offre con tanta dovizia”.

La raccolta in esame si potrebbe definire come una sorta di ritorno a casa collettivo: torna a casa, letteralmente, Sherlock Holmes; torna a casa il dottor Watson (che, ne L’avventura del costruttore di Norwood, riprende possesso del mitico appartamento al 221B di Baker Street); torna a casa il lettore, che dopo lo sfasamento provocato dalla bizzarra parentesi elvetica, ritrova atmosfere familiari e un protagonista in grande spolvero. Che sia alle prese con cifrari misteriosi (nel suggestivo racconto L’avventura degli omini danzanti) o con “l’uomo peggiore di Londra” (L’avventura di Charles Augustus Milverton), Sherlock Holmes è tornato quello di sempre: a lettura conclusa anche gli ammiratori più intransigenti perdoneranno senz’altro all’autore di aver tentato di liberarsene.

Per quel che mi riguarda, promuovo Il ritorno di Sherlock Holmes a pieni voti: non solo per la felicità di scrittura e l’ingegnosità degli intrecci ma anche – e soprattutto – perché ci vuole coraggio, per ritornare sui propri passi. E uno smisurato talento per farlo con stile.

Voto: ☆☆☆☆☆

Simona Tassara



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