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Il sacrificio di un popolo

Creato il 11 dicembre 2011 da Alesan
Il sacrificio di un popoloForse tra un paio di secoli le generazioni future ci vedranno così, un popolo che si è sacrificato per il bene comune e per le generazioni future. Forse. Bisognerà vedere cosa scriveranno gli storici di questi anni, dei governi casino & casinò, delle impunità, del superlusso dei pochi e delle povertà dei tanti. Si ricorderanno che siamo un popolo cialtrone, scanzonato e cantante, che beve con moderazione e gioca, d'azzardo, con parsimonia. E che guarda la partita di pallone. Sicuramente non potrà essere ricordata come equa la manovra dell'attuale governo, ma non potevano esserci molti dubbi. Il popolo non è stato chiamato a votare e, per toglierlo dal blocco imposto da un freno a mano governativo che varava ben tre manovre finanziarie inutili i cui effetti vedremo nel corso del tempo, hanno chiamato i "tecnici". Costoro hanno però a che fare con il parlamento che c'era anche prima di loro, hanno bisogno del loro voto e del loro consenso. In poche parole: hanno soprattutto bisogno del PDL e la loro manovra rispecchia in lunga parte il volere di questo centro-destra. Ecco perché un Superbollo, una tassa sull'elicottero o sul parcheggio delle barche non possono avere lo stesso peso dei salassi che arriveranno sulle spalle dei pensionati, dei lavoratori e dei giovani. Rubano il futuro immediato di chi meditava una meritata pensione, il futuro prossimo di quei giovani legati all'inattività anche per via dei tempi allungati ai più vecchi per togliere il disturbo dalle aziende. Ecco perché ancora non si parla di patrimoniale ma si tagliano già le detrazioni in busta paga, la benzina va alle stelle e l'ICI, che non andava tolto, viene reintrodotto più pesante di prima e con pochi benefici per gli enti locali che, a loro volta, aumenteranno le tasse locali per sopravvivere. 
Domani è un altro sciopero oltre che un nuovo giorno. E il sacrificio per cui dovremmo essere ricordati è quello per cui abbiamo rinunciato a parte del nostro salario per dire che Monti e i suoi tecnici non possono parlare di equità giusto per spendere questa parola in un contesto che di equo non ha nulla. Il sacrificio deve essere quello per cui si abbia il coraggio di dire no. Un coraggio che ci mancherà, di nuovo, a tanti di noi. Un sacrificio che prima o poi si renderà obbligatorio per fermare la deriva delle finanze che uccide il pianeta. Un sacrificio che non sarà vano se siamo convinti di poter mettere il nostro contributo nella vita di ogni giorno, nella politica di questo paese. Di questo mondo. E allora forse tra un paio di secoli scriveranno di noi che abbiamo detto di no e ricorderanno il sacrificio di chi non è stato al gioco credendo fino in fondo che l'equità è dove tutti pagano. Soprattutto chi ha di più, soprattutto chi non ha mai pagato.

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