mi sveglio alle sei, HDC è a torino e siamo io e priska, che mi guarda e si stira.
rotolo giù dal letto, mi vesto con la colla e mi lecco il viso come la gatta che mi guarda come a dire “ma via, o resta a letto no?”
parla bene lei, LEI ha corso tutta la notte dietro alla sua coda, mi ha svegliato alle due con un agguato in piena regola, mi ha morso l’alluce di un piede credendolo un topolino e secondo me si è pure fatta un gin tonic in cucina.
raccatto borsa, cellulare e chiavi, sembra scontato ma, vi assicuro, non lo è, e con gli occhi cispiosi e una coda di cavallo decisamente impropria rotolo giù dalle scale.
le scale sono l’unica cosa in discesa della mattinata.
guardo l’orologio, per l’autobus delle 6.25 è scandalosamente tardi.
accelero il passo, incrocio come ogni mattina il signore che pulisce chiasso barletti, il vicolo che mi porta in piazza san michele, taglio dal sagrato, prendo via san paolino arrivando alle spalle di giacomo puccini che, seduto in poltrona, fuma il sigaro alle sei e venti di mattina.
realizzo che ho solo cinque minuti per arrivare alla fermata.
praticamente corro.
oltrepasso i muratori che stanno rifacendo un tetto e che sono già a mettere le tegole, ne sono felice per gli abitanti del palazzo, non deve essere esattamente una goduria avere i lavori che cominciano alle cinque e mezzo di mattina.
arrivo alla fermata.
l’autobus non c’è.
perso?
no.
i miei compagni di viaggio sono ancora tutti lì, che guardano insieme la porta della città con ansia.
l’autobus arriva alle 06:30 e parte con comodo.
sappiamo tutti già che sarà un casino.
l’autista, diciamolo, è uno stronzo.
piccola parentesi sull’autista merdaccia.
l’autobus lucca firenze, al mattino, si può prendere alle 06.25 o alle 06.45. il primo, dice l’orario, arriva al capolinea ale 07.45, l’altro alle 08.00.
ma gli orari di arrivo del capolinea, ci arriva anche un bambino di due anni, non contano, perchè il capolinea risente di una cosa che si chiama “traffico di firenze” che è più o meno come una lotteria.
ci sono giorni che scorre liscio e tranquillo, e allora l’autobus arriva alle 06.35 e ci sono giorni che è un gran casino e allora l’autobus arriva “tardi a piacere”.
la maggior parte di noi ha delle coincidenze che cambiano molto a seconda dell’orario di arrivo.
spesso abbordiamo il diciassette prima del capolinea, per poterlo prendere e arrivare in tempo.
perchè è assai improbabile che se uno prende il pullman delle 06.25 per firenze vada a farsi un giro a san lorenzo. è ASSAI più probabile che se uno prende quel pullman invece che quello dopo o i successivi della mattinata abbia in borsa una cosa che si chiama “cartellino” e che governa tutta o quasi tutta la sua vita.
per cui la gente, una volta arrivati tardi a firenze, una volta che si è vista il diciassette superare l’autobus, una volta che ha visto tutte le coincidenze sfumarsi, si è un pelo incazzata, me compresa.
l’autista non ha battuto ciglio.
l’orario di arrivo è 07.45 e lui è arrivato alle 07.45, non scassassimo la minchia.
ho perso il diciassette, ho preso il quattordici, sono scesa in san marco, per due minuti ho perso il venti, ho attraversato piazza san marco due o tre volte presa dalla furia, rischiando di essere investita da carabinieri in furgone, bimbetti in motorino e autisti dell’ataffe.
alla fine ho presto NANTRO diciassette, sono scesa e sono arrivata al lavoro comodamente con venti minuti di ritardo, per colpa dell’autista di merda. venti minuti che sono esattamente la differenza che passa fra il bus delle 06.25 e quello delle 06.45.
mi sono sentita per tutto il tempo un salmone contro corrente, che nuotava contro lo scorrere del tempo e gli orari sballati dei bus.
e quindi, all’autista delle 06.25 di stamani, dedichiamo la meravigliosa lirica di paolo rossi “furio scartezzini”.
Furio Scartezzini! che la sfiga cominci a pedinarti a tal punto che se fanno un campionato mondiale della sfiga,tu arrivi secondo.
Furio Scartezzini! che ogni volta che sali in macchina per andare in autostrada,la radio si metta a trasmettere la canzone di Guccini Lunga e diritta correva la strada.
Che tutte le volte che incontri delle suore per strada, siano loro a toccarsi.
Che tutte le volte che vai allo stadio la Domenica,ti siedi vicino a un teppista e mentre le telecamere lo inquadrano che lancia un sasso,tu ti metta le dita nel naso.E tutta l’Italia alla sera ti veda alla Domenica sportiva mentre ti stai scaccolando.
Che ti vengano in faccia dei foruncoli così sistematici che neanche Rambo…che la mamma quando ti sveglia alla mattina per non spaventarti ti dica:”Ma che belle petunie che hai in faccia”.
Che la cosa più bella che una donna ti dica nella tua vita sia:”E’ stato bellissimo…è stato bellissimo il preambolo,adesso comincia!”
Furio Scartezzini,che mentre tu sei bello e tranquillo al bar che leggi un articolo sul morbo del legionario e pensi:” A me che cazz0 me ne frega, io vivo in Italia”,in quella passa un marocchino che vende accendini e che inciampando finisca con un suo dito nella tua bocca e a te viene un dubbio.
Che questo dubbio ti perseguiti.
Che ti venga un genococco,ma non un genococco normale,no: un genococco triplo carpiato con frattura della tibia e sinusite all’incontrario e che starnutendo ti schizzi la schiena.
Che ti venga il mal dei polli che non so che cazz0 sia,ma dà l’idea.
Furio Scartezzini,che tu per rilassarti vada alla piscina Scarioni,ti tuffi,ti cucchi un eritema da cloro sulla schiena,trenta funghi sui piedi e un tartufo nel culo.
Che ti venga un attacco di dissenteria,tipo kamikaze negli intestini,che sei in piazza del Duomo che cerchi disperatamente un bar e mentre lo cerchi ti circonda una banda di Hare Krisna che cercano di liberarti l’anima e mentre ti liberano l’anima tu incominci a sudare come una mucca turca sigillata viva nel domopak, e quando alla fine trovi un bar e vai lì e dici:
“Scusi per cortesia,una toilette”,il barista ti fa:”Va via brut drugà”. E che quando trovi un water tutto per te i microbi,quelli della pubblicità,ti aspettino dentro con le cerbottane:”Butta giù l’acido,pirla!”.
Che tu ti faccia un’amante svizzera con un preservativo polacco(gli unici benedetti dal Papa …come,quali? Quelli senza punta! Di qui sì…di qui no… ma cos’è,un girocollo?
Che ci impieghi tanto tempo per infilartelo che la svizzera ti scacci perchè ti è scaduto il permesso di sogggiorno.
Che torni indietro e alla dogana ti fermi un cane della narcotici strabico che con la coda punta un turco,con gli occhi guarda te,e abbaia nel mezzo.
Che la finanza nel dubbio vi arresti tutti e due,che ti metta nella stessa cella del turco,che il turco ti chieda di diventare sua moglie,che tu per sfuggire al turco chieda di cambiare cella; che ti accontentino,Scartezzini, e che ti cambino cella,ma ti mettano in quella di Pasquale Barra.Che tu ricordi a Pasquale Barra uno che l’aveva picchiato da piccolo; che tu per salvarti chieda a Pasquale Barra di diventare lui la tua fidanzata.
Che tu muoia e vada in paradiso e che in paradiso si presenti un terrorista dell’Ira.Che al terr0rista dell’Ira san Pietro dica:”Ma guardi che lei non può entrare qui!” ……. “Ma io non voglio entrare,siete voi che dovete uscire entro tre minuti.
(Paolo Rossi da Si fa presto a dire pirla)