Per darmi un tono (e solo per quello), il venerdì acquisto il quotidiano francese “Le Monde”, che contiene l’inserto dedicato ai libri.
Tra le varie notizie, quelle relative al “Salon du Livre” che si svolgerà a Parigi dal 18 al 21 marzo. Per prima cosa, c’è stata una riduzione della sua durata (da 6 a 4 giorni: troppi costi, troppi costi! Hanno urlato gli editori). Far entrare i 200.000 visitatori dello scorso anno (saranno di più per questa edizione?), con due giornate in meno, non sarà semplice.
La seconda novità sarà il paese ospite, che stavolta però saranno 5: Islanda, Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca. Chi bazzica da queste parti sa che al sottoscritto piace particolarmente la letteratura del Nord Europa.
Tra gli scrittori non invitati: Arto Paasalinna, finlandese, il più tradotto al di fuori del suo Paese (perché escluderlo? Mah!). E’ una vera macchina da guerra: scrive un libro all’anno (complice l’inverno), non sempre all’altezza degli standard di qualità, ma di sicuro “L’anno della lepre” è un libro da leggere.
Fuori anche Björn Larsson, svedese. Il suo “La vera storia del pirata Long John Silver” è un gran romanzo, il suo migliore. Ma un’occhiata la darei anche a “Il porto dei sogni incrociati“.
Di quelli presenti conosco (per modo di dire), Erlend Loe, norvegese, di cui ho letto il buon “Doppler – Vita con l’alce“.
Si parlerà anche della legge sul prezzo unico del libro, che in Francia compie 30 anni.
In pratica, chi vende il libro è tenuto a rispettare il prezzo stabilito dall’editore, applicando al massimo uno sconto del 5%. Questo ha impedito alla grande distribuzione, di fare strame delle librerie dei piccoli centri, o dei quartieri. Non solo: ha “protetto” i titoli difficili, permettendo loro una maggiore durata sugli scaffali.
Se invece prende piede (come accade da noi), la politica dello sconto, a essere eliminati sono proprio i libri di saggistica (ad esempio), perché naturalmente si ha tutto l’interesse a fare spazio a quelli che garantiscono vendite immediate.
Il bilancio di tutti questi anni è molto positivo, e pare che permetta ai librai di affrontare con una certa baldanza la concorrenza del Web (su questo ho qualche dubbio, ma si parlerà anche di quello, certo).
In Italia come si sa, non si è creato nulla del genere, e tra qualche tempo nemmeno ce ne sarà più bisogno: con la concorrenza dei vari Amazon.it, Bol.it e IBS.it. resteranno solo quelli che avranno la lungimiranza e il coraggio di reinventarsi. A tutti i librai coraggiosi, tanti auguri, perché ne avranno davvero bisogno.
Per quanto riguarda il Salone del Libro di Parigi che dire? Peccato non esserci…