Credit: Goddard Space Flight Center/NASA
Tre giorni fa una notizia bomba, nel vero e proprio senso della parola, aveva scosso gli astronomi di tutto il mondo, diffondendosi velocemente nel web, sopratutto su Twitter dove l'hashtag #GRBM31 è diventanto in pochi minuti la star del momento.
Il 27 marzo alle 21:21 UTC il Burst Alert Telescope (BAT) a bordo del satellite della NASA Swift è scattato, segnalando un'enorme esplosione nella galassia nostra vicina di casa, Andromeda (M31).
Swift osserva il cielo studiando le emissioni di lampi gamma. Quando ne rileva uno, in pochi secondi, trasmette la posizione del burst alle di stazioni di terra, consentendo agli astronomi di puntare i telescopi spaziali di tutto il mondo in quella direzione. Subito dopo Swift si sposta per seguire l'evento con i suoi telescopi a raggi X e ultravioletti.
Fin dall'inizio non era chiaro di cosa potesse trattarsi: un Gamma-Ray Burst (GRB), probabilmente proveniente dalla una collisione di stelle di neutroni; un Ultraluminose X-Ray (ULX), forse un buco nero che stava consumando gas; un Low-Mass X-Ray Binary (LMXB), un esplosione generata da un buco nero o da una stella di neutroni annientata da una compagna
In ogni caso, qualunque cosa fosse, sarebbe stato l'evento di questo tipo più vicino a noi mai osservato.
Il GRB più vicino si è verificato, infatti, a 2,6 miliardi di anni luce di distanza, mentre Andromeda si trova a soli 2,5 milioni di anni luce di distanza dalla Terra.
Un evento alle porte della Via Lattea, quindi, ma non pericoloso per il nostro pianeta: secondo l'astronomo Phil Plait, un GRB dovrebbe verificarsi ad una distanza inferiore a 8.000 anni luce per causare problemi alla Terra.
Il Dr Alan Duffy della Swinburne University of Technology aveva dichiarato:
"I telescopi di tutto il mondo sono attualmente puntati sulla galassia di Andromeda, cercando in tutte le lunghezze d'onda della luce per saperne di più su questo evento".
In genere però, quando si verificano questi fenomeni, nel giro di 24 / 48 ore gli astronomi riescono a determinare con esattezza l'origine dello scoppio. E così è stato.
A distanza di poche ore il team Swift ha emesso un comunicato ufficiale, annunciando si era trattato di un falso allarme.
Un'ulteriore analisi, infatti, aveva dimostrato che la luminosità iniziale era stata sovrastimata di un fattore 300.
Ecco il testo integrale:
TITLE: GCN CIRCULAR
NUMBER: 16336
SUBJECT: Swift trigger 600114 is not an outbursting X-ray source
DATE: 14/05/28 07:57:12 GMT
FROM: Kim Page at U.of Leicester <Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
>;
K.L. Page, P.A. Evans (U. Leicester), D.N. Burrows (PSU), V. D'Elia
(ASDC) and A. Maselli (INAF-IASFPA) report on behalf of the Swift-XRT
team:
We have re-analysed the prompt XRT data on Swift trigger 600114 (GCN Circ.
16332), taking advantage of the event data.
The initial count rate given in GCN Circ. 16332 was based on raw data from
the full field of view, without X-ray event detection, and therefore may
have been affected by other sources in M31, as well as background hot
pixels. Analysis of the event data (not fully available at the time of the
initial circular) shows the count rate of the X-ray source identified in
GCN Circ. 16332 to have been 0.065 +/- 0.012 count s^-1, consistent with
the previous observations of this source [see the 1SXPS catalogue (Evans
et al. 2014): http://www.swift.ac.uk/1SXPS/1SXPS%20J004143.1%2B413420.
We therefore do not believe this source to be in outburst. Instead, it was
a serendipitous constant source in the field of view of a BAT subthreshold
trigger.
This circular is an official product of the Swift-XRT team.
L'anomalia si sarebbe creata da un segnale già noto rilevato dal BAT, momentaneamente interrotto e poi ripreso, per cause tecniche, al Swift Data Center e al Goddard Space Flight Center.
Nessuna nuova esplosione si è dunque verificata in Andromeda e la notizia, che ha creato un vero e proprio scompiglio nel mondo scientifico, con frenetici aggiornamenti sui social media, non è stato altro che un'errata interpretazione dei dati.