Un satellite con il cuore di smartphone: piccolo, leggero e soprattutto low-cost. PhoneSat collauderà la resistenza e l’affidabilità di componenti elettroniche di largo consumo, non certo pensate per l’utilizzo estremo in orbita. Decollo previsto nelle prossime ore, all’1.30 di domani mattina ora italiana, dalla base NASA di Wallops in Virginia (USA).
di Marco Galliani 19/11/2013 18:26Crediti: NASA Ames Research Center/Dominic Hart
L’appuntamento con il lancio del satellite PhoneSat 2.4 è previsto per l’1.30 a.m. di domani (ora italiana) dalla base NASA di Wallops in Virginia e, come tutte le missioni che si rispettano, ci sarà anche la diretta TV dell’Agenzia Spaziale statunitense. Quello che non rispetta di certo gli standard cui siamo abituati in eventi come questo sono le dimensioni del satellite che verrà lanciato: un cubo grande appena 10 centimetri e con una massa di appena un chilogrammo. Tanto che sul razzo Minotaur che lo spingerà in orbita, PhoneSat sarà una sorta di ‘autostoppista’. Il payload principale contiene infatti un insieme di strumenti avionici da testare, denominati ORS-3 (Operationally Responsive Space 3).
Il sistema di controllo di PhoneSat è basato sull’elettronica di uno smartphone commerciale, accompagnato da un sistema radio in banda UHF per trasmettere dati e immagini a terra. L’obiettivo della missione, che segue quella inaugurale dello scorso aprile con la messa in orbita di 3 PhoneSat, è quello di dimostrare come sia possibile impiegare componenti elettroniche di largo consumo, utilizzate in miliardi di cellulari e smartphone in tutto il mondo, per realizzare satelliti piccoli e davvero low-cost.
Phonesat 2.4 verrà posto in un orbita più alta rispetto ai suoi predecessori e raccoglierà informazioni sulle radiazioni ambientali in cui si troverà immerso, per testare come risponderà a queste sollecitazioni la sua elettronica.
Fonte: Media INAF | Scritto da Marco Galliani