Il Segnale Wow!

Creato il 15 agosto 2012 da Sabrinamasiero

Eleanor Arroway (Jodie Foster), l’eroina del film Contact. Sullo sfondo le antenne del Very Large Array, New Mexico, USA.

So if it’s just us… seems like an awful waste of space.
- Dr. Ellie Arroway, ‘Contact’

Eleonor Arroway nel libro “Contact” (o nel film omonimo) del grande astrofisico americano Carl Sagan (1934-1996) era una ricercatrice a capo del Progetto Argus dedicato alla ricerca di un segnale radio proveniente da una civiltà intelligente. Carl Sagan fu uno dei fondatori insieme a Frank Drake del Progetto Seti (Search for ExtraTerrestrial Intelligence). Alcuni affermano [1] che Carl Sagan avesse tratto ispirazione dalla vita di Jill Tartle, Direttrice del SETI a partire dal 1984, per la sua protagonista ed eroina. Contact assomiglia, a mio avviso, più ad un libro autobiografico a parte il contatto con gli alieni, cui Sagan aveva sempre sognato nella sua vita. Se non ci fosse nessuno lassu “sarebbe davvero uno spreco di spazio”. Questa frase è passata alla storia. Se consideriamo la data di pubblicazione del libro “Contact” si osserva che è stato pubblicato proprio negli anni in cui Jill Tartle iniziava la sua direzione del SETI, per cui opterei più per l’autobiografia.

La domanda che ci poniamo da sempre è se gli alieni hanno mai comunicato con la nostra civiltà, se si sono mai messi davvero in contatto inviandoci un messaggio come viene immaginato da Carl Sagan nel suo romanzo.
Una comunicazione sembra esserci stata in passato. Torniamo indietro nel tempo e cerchiamo di analizzare alcuni aspetti importanti.

L’Ohio State University Radio Observatory era situato sulla base dell’Perkins Observatory presso l’Ohio Wesleyan University dal 1963 al 1998. Divenne famoso come “Big Ear” (Grande Orecchio); l’Ossevatorio faceva parte del Progetto di Ricerca di Vita Intelligente (SETI acronimo per Search For Extraterrestrial Intelligence) dell’Ohio State University. Fu costruito nel 1956 e completato nel 1961. Fu messo in funzione per la prima volta nel 1963.

Dal 1973 al 1995 Big Ear venne usato per la ricerca di segnali radio di origine extraterrestre, rendendo in questo modo il progetto SETI il più longevo tra tuttii i progetti di ricerca di intelligenza non terrestri. Sul finire del 1997, circa dopo quarant’anni di attività, l’Ohio State University Radio Observatory con il suo Big Ear Radio Telescope terminò di essere operativo. Il terreno occupato dall’osservatorio, appartenuto all’Ohio Wesleyan University (Delaware, Ohio), venne venduto e all’inizio del 1998 il telescopio venne completamente demolito.

L’emissione della sorgente radio Wow! raggiunse il ricevitore del Big Ear Radio Telescope intorno alle 23.16 EDT (Eastern Daylighit Savings Time, in questo momento -4 ore rispetto al Coordinated Universal Time, UTC, quello di Greenwich) del 15 agosto 1977. Da allora, sono passati ben trentacinque anni e il wow signal è ancora di grande attualità. Cosa si è imparato di quel segnale nel corso di questi oltre trent’anni?

Le documentazioni risalgono ancora ad una quindicina di anni fa e pare che da allora un passo in avanti non ci sia stato: i dubbi di allora sono quelli di oggi, così come i risultati ottenuti.

Tale segnale potrebbe provenire da una civiltà intelligente al di là del nostro Sistema Solare, o potrebbe essere solamente un’emissione generata da una qualche attività della nostra civiltà?

Nel 1973 il Big Ear Radio Telescope venne convertito da radiotelescopio di misurazione della posizione e dell’intensità delle sorgenti radio a banda larga (Progetto denominato Ohio Sky Survey) ad un telescopio che permetteva di compiere studi analoghi di sorgenti radio a banda stretta. A causa di una decisione definita poco saggia da parte del Congresso degli Stati Uniti nel 1972, vennero persi i finanziamenti della National Science Foundation (NSF) che sosteneva il progetto Ohio Sky Survey e il team, a parte il Direttore del progetto che veniva, invece, finanziato a parte, non ebbero più lo stipendio. Tutti i ricercatori persero il lavoro e furono costretti a trovare posto altrove.

Vi era un forte desiderio di  continuare ad osservare con il Big Ear ma doveva essere in un progetto che impiegasse meno risorse umane. La ricerca sistematica per segnali a banda stretta sembrava essere la via migliore per usare quel radio telescopio unico al mondo. Il Big Ear venne progettato per una sky survey sistematica, come venne chiaramente dimostrato dal successo dell’Ohio Sky Survey e col quale furono misurate circa 20 000 sorgenti radio, metà delle quali non erano mai state osservate prima. Inoltre, il tempo di osservazione combinato di tutti gli altri programmi di osservazione a banda stretta fino a quel momento erano troppo brevi. L’uso del Big Ear avrebbe rapidamente portato alla realizzazione di un record, il record della più lunga e continua survey di emissione radio a banda stretta, anche se inizialmente non si pensava che tale record sarebbe effettivamente potuto venir raggiunto. Big Ear iniziò la ricerca di segnali radio provenienti da altre civiltà.

Il ricevitore e l’elettronica associata furono affidate al capo del progetto, il Dr. Robert (Bob) S. Dixon, Vice Direttore del Big Ear Radio Observaotry. Dixon e il Dott. Jerry R. Ehman, che lavorava presso la Franklin University come Assistente Professore in Ingegneria Elettronica e Astronomia,  scrissero il software per il computer IBM 1130 usato per acquisire e analizzare i dati. Dixon scrisse la maggior parte del software iniziale per maneggiare l’acquisizione dei dati e alcune analisi di base. Ehman invece maneggiò il resto del software, specialmente la parte che riguardava alcune delle analisi più complesse dei dati, tra cui le strategie della ricerca. Entrambi i ricercatori avevano altri lavori da portare avanti per cui ricerca di segnali radio  fu fatta nel loro tempo libero. Dopo che i dati iniziarono ad arrivare in modo regolare e si ebbe l’inizio della survey sistematica dei 100 gradi di declinazione visibili dal radio telescopio, Ehman ebbe il compito di guardare il programma di calcolo con una certa regolarità.

Stampata del 15 agosto 1977 che Ehman si trovò ad analizzare. Si nota nell’angolo di sinistra il suo Wow!
Disponibile su: http://www.bigear.org/Wow30th/WowL.jpg . Crediti: Big Ear Radio Observatory e North American AstroPhysical Observatory/ Jerry Ehman. Cliccare sull’immagine per ingrandire.

Pochi giorni dopo la rilevazione del 15 agosto 1977 Ehman iniziò la revisione di routine della stampata del computer dalla multi-day run che era iniziata il 15 agosto. Erano davvero numerose le pagine nella stampata del computer quel giorno… Analizzandole Ehman, rimase stupito nel vedere la serie di numeri e caratteri “6EQUJ5″ nel canale 2 della stampata. Immediatamente lo individuò come un modello che si sarebbero aspettati di vedere da una radiosorgente a banda stretta di piccolo diametro angolare nel cielo. Con la penna rossa cerchiò quei sei caratteri e scrisse la notazione “Wow!” nel margine sinistro della stampata del computer dalla parte opposta ai caratteri. Dopo aver completato la revisione del resto della stampata Ehman contattò Bob Dixon e il Dr. John D. Kraus, Direttore del Big Ear Radio Observatory. Anche loro rimasero sbalorditi. Si iniziò così un’analisi di quello che venne chiamato il segnale Wow! (Wow! source). Le analisi continuarono per vari anni anche grazie ad altre idee necessarie per poter testare il segnale.

Particolare del Wow Signal. Disponibile su: http://www.bigear.org/Wow30th/wowcl.jpg . Crediti: Big Ear Radio Observatory e North American AstroPhysical Observatory/ Jerry Ehman. Cliccare sull’immagine per ingrandire.

Il Big Ear Radio Telescope all’epoca stava scandagliando porzioni di cielo molto vicini al centro della Galassia. Il segnale Wow! proveniva da sud-est della Costellazione del Sagittario, forse dalla stella Tau Sagittarii, distante circa 122 anni luce da noi. Nei tabulati vi era molto rumore, qualche sorgente stellare, ma nulla che potesse far pensare a una possibile trasmissione da parte di una civiltà intelligente, in grado di poter lavorare con le onde elettromagnetiche. Il segnale arrivò forte e chiaro e superò di almeno un fattore 30 il rumore di fondo, occupando un’ampiezza di banda di soli 10 KHz. La sua parte centrale ebbe una durata di 38 secondi, che è pari al tempo impiegato dal fascio radio del Big Ear ad attraversare un singolo punto nel cielo, cadendo quansi esattamente sulla frequenza nella quale i ricercatori del progetto SETI speravano di trovarlo, ossia i 1420 MHHz, la frequenza di emissione dell’idrogeno neutro.

Le scansioni del Big Ear non erano fatte con grande frequenza, e questo ce lo dimostra il fatto che i dati venivano immagazzinati automaticamente ed analizzati con calma dai ricercatori del SETI solo qualche giorno più tardi. Ehman non era presente quando arrivò il segnale. Lo notò qualche giorno più tardi. Il telescopio analizzò il cielo da solo quella notte, registrando tutto sottoforma di flusso di numeri e di lettere. E nel corso del tempo questo segnale divenne quello più discusso nella storia della radioastronomia e della ricerca di vita intelligente nell’universo.

Per capire se si trattasse di un segnale di origine extraterrestre, i radiotelescopi dislocati in vari punti della superficie terrestre vennero ben presto puntati verso quella posizione nel cielo, per ascoltare nuovamente e per poter tentare di registrare un secondo segnale, forse una ripetizione del segnale stesso, e ovviamente, per capire di cosa si trattasse. Numoerosi e ripetuti furono i tentativi di dare una risposta a questo dilemma nel corso degli anni seguenti, ma nessuno ebbe esito positivo. Il segnale non fu più rilevato.

Naturalmente, Ehman continuò nei giorni e nei mesi successivi a lavorare per capire la natura del segnale, facendo supposizioni basate sulla probabilità, sulle conoscenze scientifiche e sul buon senso dato che la possibilità di altre osservazioni si era dimostrata infruttuosa. Bisogna concentrarsi sul quel segnale isolato nel tempo e cercare di dargli una spiegazione.

Bisogna precisare che il segnale fu ricevuto da uno solo dei due fasci del Big Ear che si inseguivano nel cielo in sequenza ravvicinata. Il secondo fascio non lo ricevette. Questo aspetto porta ad affermare che il segnale non poteva essere lungo e continuo, ma intermittente. Un segnale intermittente si dovrebbe osservare di nuovo e, di conseguenza, ci si aspettava che anche il segnale Wow! venisse registrato nuovamente dal Big Ear. I ricercatori continuarono per più volte a monitorare la zona di interesse da dove il segnale era stata captato, ma, come abbiamo detto, senza successo.

Continua

Fonte Big Ear: http://www.bigear.org/wow20th.htm e
The “Wow!” Signal - http://www.bigear.org/wow.htm
Radio Astronomy and SETI- Big Ear Radio Observatory – Big Ear Memorial Website – http://www.bigear.org/
Last remains of Big Ear telescope removed – http://www.bigear.org/flatdown.htm

Riferimenti:
[1] Segnali dallo spazio – Il segnale “Wow!” di Leonardo Dragoni, http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/segnali-spazio-segnale-wow.php

Pubblicato anche su Progetto Drake di Umberto Genovese col quale collaboro: http://drake.ilpoliedrico.org/. L”articolo originale è su: http://ilpoliedrico.altervista.org/drake/2012/07/27/il-segnale-wow/

Ringrazio il mio amico Umberto per la disponibilità alla pubblicazione sul suo sito senza la quale questa idea del Wow! Signal non sarebbe nata, o perlomeno, non sarebbe nata in questo momento. Ho sempre avuto una particolare passione per i  segnali radio provenienti da altre ipotetiche civiltà, per come la vita si può manifestare su altri pianeti, perchè Carl Sagan è stato e rimarrà sempre il mio primo e Grande Maestro.

Sabrina


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