L'articolo di Biondani su l'Espresso:
L'Italia è una Repubblica fondata sui segreti. Un sintomo inedito
di questo male nazionale è nascosto in una vecchia inchiesta
penale, in apparenza innocua. Tra la caduta del primo (1994) e la
nascita del secondo governo Berlusconi (2001), il ministro
dell'Economia ha dovuto deporre come indagato, per una spiacevole
accusa di evasione fiscale, davanti a un ex pm della procura di
Milano. Finora nessuno aveva potuto informare i cittadini neppure
dell'esistenza di questo interrogatorio. Dopo varie peripezie,
anch'esse rimaste segrete, l'indagine si è chiusa con un
proscioglimento controverso. E ora si scopre che i più delicati
risvolti politici e fiscali dell'inchiesta su Tremonti furono
gestiti da un capitano della Guardia di finanza allora ignoto ai
più: Marco Milanese.
Il politico e l'ufficiale.
Entrato nelle Fiamme
gialle nel 1981, Milanese è diventato dal 2001 il braccio destro
del ministro Tremonti e dal 2008 è parlamentare del Pdl. Inquisito
a Napoli per più corruzioni, violazioni di segreti istruttori e
associazione per delinquere, ha evitato il carcere solo grazie
all'immunità votata in luglio da Pdl e Lega. I giudici di Napoli
accusano Milanese di aver intascato tangenti, tra il 2004 e il
2010, per oltre un milione di euro: 450 mila in contanti,
altrettanti vendendo a prezzi gonfiati ville in Francia e barche di
lusso, oltre a farsi pagare gioielli, orologi, vacanze a New York,
Ferrari e Bentley. In cambio, il deputato garantiva favori
ministeriali: usava il suo potere sulla Guardia di finanza per
spiare le intercettazioni antimafia e piazzava i propri corruttori
ai vertici di aziende pubbliche. L'inchiesta di Napoli ha spinto
Milanese a svelare anche giri di denaro con Tremonti: era lui a
finanziare l'affitto della casa di Roma abitata dal 2009 dal
ministro, che a quel punto ha dovuto dichiarare che gli restituiva
"mille euro in contanti alla settimana".
Poco dopo, l'articolo spiega la carriera la carriera di Milanese nella Gdf:
Di
fatto la sua carriera entra in orbita solo a partire dal '96,
quando diventa maggiore, compra la sua prima villa a Cap Martin e
soprattutto si fa largo come factotum del nuovo comandante del
nucleo di Milano, un fedelissimo del generale Nicolò Pollari. A
quel punto riesce a entrare nella Scuola di Ostia che seleziona i
vertici della Finanza e dal 2000 è tenente colonnello a Roma.
Finora però s'ignorava che il balzo in avanti di Milanese fosse
coinciso con due anni di indagini su Tremonti, gestite tanto
riservatamente che i passaggi più delicati furono tenuti segreti
perfino all'allora procuratore Francesco Saverio Borrelli.