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Il Segway è arrivato nelle nostre città

Creato il 24 gennaio 2012 da Weesh_growing_ideas @Weesh_web

Un esplosivo cocktail di informatica, elettronica e meccanica ed ecco servito il Segway. Si tratta di un dispositivo di trasporto individuale che incomincia a far capolino nelle nostre città, dopo essere stato testato e lanciato – come da prassi – negli Stati Uniti d’America e poi nell’Europa occidentale. Si tratta sostanzialmente di un monopattino a trazione elettrica, in grado di partire, fermarsi e fare retromarcia, grazie a semplici movimenti del corpo del passeggero – guidatore e che effettua le curve con l’ausilio di una manopola posta sul lato sinistro del manubrio.

L’invenzione si deve al miliardario Dean Kamen che nel 2011 ne presentò il prototipo. Nel breve, il mercato ne boicottò lo sviluppo, ma lentamente è comparso lungo le strade, spesso in dotazione a forze di polizia (istituzionale o urbana) o di società per la distribuzione della posta e di molte forze dell’ordine in ambito internazionale. La “biga” del terzo millennio viaggia su due ruote ad una velocità di 20 chilometri orari.

Si ricarica in 6-8 ore attraverso una normale presa di corrente e vanta un’autonomia di percorrenza di circa 30 km. Costo d’acquisto iniziale 7-8 mila euro. Consumi, costi e impatto ambientale, in itinere, ridotti al lumicino. Una soluzione quindi ecologica ed economica allo stesso tempo. Non è raro vederlo in movimento, dunque, nelle stazioni ferroviarie o portuali o – sempre cavalcato da rappresentanti di polizia municipale – per le strade cittadine, in particolare centri storici e zone pedonali. Nel periodo estivo anche lungo le spiagge della riviera adriatica – specie zona romagnola – nel controllo dell’arenile per la prevenzione delle attività di commercio abusive e di contrasto alla microcriminalità. Controindicazioni? Parecchie per quelli utenti della strada (leggasi automobilisti) che con il parchimetro vanno affatto d’accordo. Il vigile di quartiere, a passo di segway, riuscirà a scoprire tanti veicoli in sosta non autorizzata o con il biglietto orario scaduto. Occhio, dunque, alle bighe elettriche.

Francesco Rella @FalloSapere


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