Il selfie, come tutti sappiamo, è diventata la forma di autoritratto fotografico più diffusa al mondo. In rete ne girano milioni, ma oggi ve ne faremo vedere solo uno in particolare: 
Il ragazzo che vedete nella foto si chiama Mirko Manzo e il selfie che ha scattato ha un grandissimo valore simbolico: “Fanculo cancro, ho vinto io” si legge sul cartellone che regge in mano. Già perché il 23enne, nato a Salerno, ha vinto la battaglia più dura di tutte, quella contro il cancro. “Ero a casa con la mia ex e scherzavamo a fare la lotta sul letto - spiega, intervistato da “Il Mattino” – All’improvviso mi colpisce involontariamente nelle parti basse, provocandomi un dolore tremendo. Il dolore persiste anche nei giorni successivi e noto che il testicolo sinistro si era gonfiato. Così, dopo 20 giorni, decisi di andare in ospedale“. All’inizio i dottori diagnosticano un tumore di cinque centimetri e gli comunicano che il testicolo va tolto con urgenza. Dopo l’operazione, però, i problemi continuano e Mirko scopre l’amara verità: carcinoma embrionale al secondo stadio, un tumore che colpisce 5 persone ogni 100mila. Serve la chemioterapia: “In due mesi e mezzo ho dovuto affrontare 21 sedute di chemio. Una cura devastante che mi ha trasformato il fisico. Oltre a perdere i capelli e la barba, mi sono anche gonfiato. Ho preso 12 chili, ma erano le conseguenze del cortisone. In quel periodo mangiavo pochissimo perché avevo nausea, crampi allo stomaco e un singhiozzo persistente”. Ma Mirko tiene duro: “Per fortuna ho sempre avuto un carattere forte, poi ho avuto sempre al mio fianco mia madre e mia sorella, che si sono sempre prese cura di me”. Il calvario viene attenuato anche dai social network: “Ho iniziato a scrivere della malattia per sensibilizzare le persone e ho ricevuto molta solidarietà e comprensione. Poter condividere il dolore con tanta gente mi ha dato forza, mi ha fatto sentire meno solo“.
E pochi giorni fa, il selfie che tutti attendevano e che ha fatto il giro della Rete con migliaia di condivisioni : Mirko ce l’ha fatta, ha vinto la guerra contro il male che si portava dentro e ora è pronto a cominciare una nuova vita: “Voglio tornare in palestra e rimettermi presto in forma. Da questo momento vivrò al 110 per cento”. Senza però dimenticare la terribile esperienza appena conclusa: “In ospedale (il San Leonardo, ndr) si respirava, paradossalmente, una srenità e una voglia di vivere che difficilmente troviamo nel mondo esterno. La malattia ci fa capire quanto tempo sprechiamo ad annoiarci”.
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