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Il Senato-IV

Creato il 13 agosto 2015 da Albix

Il Senato-IV

Quali sarebbero  i poteri del nuovo Senato?

Palazzo Madama avrà molti meno poteri e verrà superato il bicameralismo: innanzitutto non potrà più votare la fiducia ai governi in carica, mentre la sua funzione principale sarà quella di “funzione di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica”, che poi sarebbero regioni e comuni. Potere di voto vero e proprio invece il Senato lo conserverà solo per le riforme costituzionali, per le leggi costituzionali, leggi sui referendum popolari, leggi elettorali degli enti locali, diritto di famiglia, matrimonio e salute e ratifiche dei trattati internazionali.

Il ruolo consultivo del Senato. Il Senato avrà però la possibilità di esprimere proposte di modifica anche sulle leggi che esulano dalle sue competenze. Potrà esprimere, non dovrà, su richiesta di almeno un terzo dei suoi componenti e sarà costretto a farlo in tempi strettissimi: gli emendamenti vanno consegnati entro 30 giorni, la legge tornerà alla Camera che avrà 20 giorni di tempo per decidere se accogliere o meno i suggerimenti. Più complessa la situazione per quanto riguarda le leggi che riguardano i poteri delle regioni e degli enti locali, sui quali il Senato conserva maggiori poteri. In questo caso, per respingere le modifiche la Camera dovrà esprimersi con la maggioranza assoluta dei suoi componenti.

Il Senato potrà votare anche la legge di bilancio, le proposte di modifica vanno consegnate entro 15 giorni e comunque l’ultima parola spetta alla Camera.

Insomma, una vera e propria rivoluzione copernicana sulla forma di governo disegnata dai padri costituenti nel fervido biennio 1946-1947, al punto che qualcuno ha gridato al colpo di stato; fatto sta che, lo si dica o no apertamente,  un fantasma aleggia sui palazzi romani del potere: il fantasma dell’uomo forte, del duce, dell’uomo solo al comando che richiama gli improvvidi anni del ventennio fascista; una riforma nel senso auspicato da chi è stato al palazzo Chigi, quasi ininterrottamente,  in quest’ultimo ventennio, e che si lamentava perché i lacci e i lacciuoli, predisposti dai padri costituenti proprio per paura che un uomo solo potesse ancora nuocere all’Italia, non gli permettevano di lavorare e di realizzare i suoi ambiziosi (c’ e’ chi li chiamava  velleitari) programmi elettorali.

Riuscirà il pupillo a fare ciò che non è riuscito al suo maestro?

Personalmente penso che l’Italia non abbia ancora superato il trauma del ventennio fascista; troppa gente ha ancora davanti agli occhi le macerie della guerra, sicuro retaggio dell’uomo forte che voleva decidere da solo.

Eppure mi sorprende che Giorgio Napolitano, politico già comunista e sicuramente ancora antifascista, abbia recentemente spezzato una lancia a favore della riforma del senato in senso non elettivo.

Il fatto che lui i palazzi del potere li conosca bene mi fa pensare che chi rema contro questa riforma forse non ha del tutto la coscienza pulita.

Una cosa è però certa: noi cittadini siamo stufi di questa classe politica, sempre unita quando c’è da  chiederci soldi, sangue e tasse, salvo poi litigare in maniera improduttiva su tutto il resto.

Chi scrive questi appunti ha per decenni creduto nelle istituzioni democratiche ed elettive della repubblica.

Adesso,  invecchiando, mi tornano in mente le parole di quel vecchio professore che ricordava con nostalgia l’epoca in cui i treni arrivavano in orario; quando un uomo decideva per tutti e si era tutti contenti (o forse, quasi tutti). In fondo, chiosava quel grande vecchio, che cos’è diventata questa nostra  democrazia malata, se non  un esercizio di stile e di retorica, nelle cui pieghe si annidano affaristi, mazzettari, opportunisti, corrotti e corruttori?

La tentazione di cedere all’uomo solo al comando è veramente grande.

Forse per rinascere e per ricostruire davvero, occorre distruggere tutto, toccare il fondo e risalire.

Sperando che i ratti restino finalmente e per sempre nella fogna.

Ma il c.d. fronte trasversale, contrario al senato non elettivo di stampo renziano, non si dà per vinto, e sembra costituire un fronte invalicabile sulla via delle riforme costituzionali.

A settembre vedremo cosa succede.

Per adesso godiamoci queste brevi vacanze di Ferragosto.

Altre imposte e altre  tasse  ci aspettano a settembre. E quelle tocca di sicuro a noi cittadini pagarle.

Il resto è ancora nebuloso e incerto.

Chi vivrà, insomma, poi vedrà.

4. fine


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