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Il Senato renziano “franco-tedesco”

Creato il 08 marzo 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online
Il Senato renziano “franco-tedesco” mar 8, 2014    Scritto da Gabriele Ciuffreda    Attualità, Governo Renzi, Politica 0

Il Senato renziano “franco-tedesco”

Molto probabilmente lunedì la Camera dei deputati approverà la ricercatissima legge elettorale, contesto di scontro sull’emendamento (bocciato per 42 voti), delle liste pro-preferenze.
Tale riforma riguarderà soltanto un ramo del Parlamento, la Camera, poiché il Senato, a detta di Renzi, non necessita di una riforma elettorale perché scomparirà. Verrà abolito e fine del bicameralismo perfetto, sempre secondo Renzi, difetto del sistema italiano.
I dettagli mostrati fin’ora non sono stati molti, a quanto pare però l’obiettivo è giungere ad un sistema parlamentare simil-Francia o basato sul modello tedesco: una camera eletta direttamente dal popolo da una parte e un Senato eletto indirettamente, senza investitura popolare e con poteri minori dall’altra.

In Francia il parlamento è composto da 2 camere: L’Assemblea Nazionale (Camera bassa) eletta a suffragio universale e il Senato (Camera alta), espressione delle autonomie territoriali, in particolari i Consigli municipali.
I componenti del senato, 343, con durata di mandato di 6 anni e con un rinnovo di metà dei membri ogni 3 anni.
La similitudine che appare tra il Senato “renziano” e  il Senato francese appare meramente di tipo elettivo. 150 mila grandi elettori, per la maggior parte amministratori locali, sindaci, consiglieri municipali,consiglieri dipartimentali (le nostre province) e consiglieri regionali e deputati dell’Assemblea Nazionale eleggono il Senato della V Repubblica francese.
I poteri del Senato francese appaiono però identici a quella dell’altra camera elettiva, compreso il potere di modifica di legge, la proposta legislativa e l’obbligo di promulgazione. Un bicameralismo imperfetto è vero, il governo può essere sfiduciato solo dall’Assemblea Nazionale, ma comunque lontano dall’idea “renziana” del futuro Senato italiano.
Il tentativo di trovare nella Francia una risposta o un inquadramento appare fallito, superiamo dunque il confine giungendo in Germania.

A Berlino il parlamento è suddiviso tra il Bundestag, camera bassa nella quale viene rappresentato l’intero elettorato e il Bundestrat o consiglio federale, camera alta di rappresentanza dei Länder (Stati federali).  Sistema a bicameralismo imperfetto, in quanto i due rami del parlamento federale hanno diversi meccanismi eletivi e non svolgono medesime funzioni.
Il Bundestrat, organo costituzionali legislativo, è organo essenzialmente permanente e che si rinnova parzialmente solo quando mutano i governi dei Länder. I poteri di tale camera di rappresentanza nell’ambito del procedimento legislativo mutano in base alla natura del testo normativo da approvare. Solo in alcuni casi il voto negativo del Bundestrat opera come veto assoluto.

Si cominciano ad evidenziare i caratteri di somiglianza con il “Senato dei sindaci” ambito dal neo presidente del consiglio italiano?
Il Bundestrat  è composto da  membri dei Governi dei Länder, che li nominano e li revocano. La camera è composta da 69 delegati, determinati in base al numero di abitanti della regione d’appartenza. I componenti dispongono di voti e non di seggi, a chiarire ancora di più il differente ruolo decisionale rispetto al Bundestag .

Esattamente un mese fa con Letta premier, Renzi descrisse così il “suo” Senato:  150 componenti, 108 primi cittadini, 21 presidenti regionali e 21 esponenti della società civile. Provincie ignorate, verranno abolite anch’esse.
Tutti i membri del Senato saranno senza stipendio, senza potere di sfiduciare il governo e con una “produzione normativa ridotta al minimo”. In un mese tante cose sono cambiate, Matteo Renzi è divenuto Premier e molte sue parole, di fatto, sono mutate nel tempo. Così l’attesa per scoprire la nuova natura del Senato italico cresce giorno dopo giorno.

Nel frattempo la legge elettorale per la sola Camera dei Deputati dovrebbe essere approvata  lunedì, dopo “l’interruzione dei lavori” causa congresso del partito Fratelli d’Italia. Una legge elettorale “temporanea” che appunto non riguarderà il Senato, ma che sarà giudicata, discussa e probabilmente modificata da esso.


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