“Avevo voglia di distruggere tutte le cose belle che non avrei mai avuto. Bruciare le foreste dell'Amazzonia. Pompare clorofluoroidrocarburi in ciclo a mangiarsi l'ozono. Aprire le valvole nei serbatoi delle superpetroliere e svitare i tappi sulle piattaforme petrolifere. Volevo uccidere tutti i pesci che non potevo permettermi di comperare e annerire le spiagge della Costa Azzurra che non avrei mai visto.
Volevo che il mondo intero toccasse il fondo.”
Nel 1996 usciva Fight Club e il mondo si confrontava per la prima volta con il fenomeno Chuck Palahniuk. Un’opera violenta, estrema, allucinata, vagamente distopica, che divenne in breve tempo un cult e un libro generazionale.
Un anonimo impiegato, alienato e falcidiato dall’insonnia, incontra Tyler, un eccentrico venditore e produttore di sapone, che predica e auspica la distruzione della civiltà contemporanea. Quest’ultimo diventa il guru del primo e sarà l’inizio di una relazione che porterà alla creazione del Fight Club, un circolo underground di lottatori clandestini. L’obbiettivo iniziale è quello di far sfogare una miriade di repressi paria moderni, che in quelle lotte segrete combattono ognuno contrò ciò che odia. Tuttavia, da mera valvola di sfogo, il Fight Club , sotto la guida di Tyler, si trasformerà ben presto in un esercito di sovversivi intenzionati a scardinare la società contemporanea con qualunque mezzo (Operazione Caos o Mayhem). L’anonimo narratore e protagonista della storia si accorge allora che Tyler va fermato, ma chi è davvero Tyler? Come bloccare una situazione che sembra irrimediabilmente sfuggita di mano?
Chi ha letto il libro, o ha visto il celebre film di David Fincher del 1999, sa già qual è la risposta a queste domande. Chi, invece, non l’avesse ancora fatto, spero riesca a scoprirlo presto dalla lettura delle pagine di Palahniuk o dalla pellicola di Fincher. Infatti, scoprire come va a finire Fight Club, potrebbe essere interessante, non solo per conoscere l’epilogo di una delle vicende letterarie più sconvolgenti degli ultimi anni, ma anche per prepararsi al suo seguito. Palahniuk ha infatti dichiarato che entro il 2015, probabilmente, uscirà il sequel di Fight Club ( che non ha ancora un titolo definitivo) e la cosa più peculiare di questo progetto è che si tratterà di una graphic novel a puntate.
La notizia è arrivata durante il Comic-Con 2013 di San Diego e la conferma ufficiale è stata data poco tempo dopo dall’autore stesso. Su quella che sarà la trama si sa ancora molto poco e non mi sembra il caso di spoilerare i pochi e insicuri rumors. L’unica cosa che sembra certa è che la vicenda si svolgerà dieci anni dopo gli avvenimenti del romanzo originale e, anche se da un punto di vista opposto, continuerà a trattare dell’anima schizofrenica della classe media contemporanea, tra stabilità alienante e distruttiva pulsione di vita. Poco si sa anche della casa editrice a cui Palahniuk affiderà il suo script, che, secondo le dichiarazioni dell’autore, sarebbe già concluso. Una delle poche cose sicure è che lo scrittore americano avrebbe inviato il suo prodotto al famoso sceneggiatore di fumetti Matt Fraction per avere un feedback.
La decisione di Palahniuk di pubblicare il sequel del suo libro più famoso affidandosi al medium fumettistico è sicuramente una scelta che fa pensare. Molto del successo di Fight Club è certamente arrivato dal film di Fincher, perciò, l’opzione di realizzare il seguito su un supporto che mette insieme immagini e parole, potrebbe essere vista come una scelta espressiva efficace, oltre che commercialmente valida. Stando sempre sul lato commerciale, Palahniuk, ha inoltre dichiarato che per motivi contrattuali gli sarebbe impossibile pubblicare un altro romanzo prima del 2016. Infatti, il prossimo anno uscirà Beautiful you ,il suo ultimo romanzo, seguito a breve da una raccolta di racconti, tuttavia, dal momento che “Fight Club II” sarà una graphic novel, l’editore dovrebbe permettergli di pubblicarlo prima del 2015.
Operazione commerciale o nuova linfa per un’opera che ha segnato una generazione? Di certo scrivere il seguito di Fight Club per Palahniuk non deve essere stato facile e chissà se nella mente gli è passata una delle frasi più famose del suo capolavoro :« Certe volte fai una cosa e finisci fottuto. Certe volte sono le cose che non fai e finisci fottuto». Staremo a vedere questa graphic novel per decidere.
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